Dall'Olanda la nuova ondata anti-Ue: boom del partito degli agricoltori

Il partito nato nel 2019 fa leva sul grande malcontento dei settori produttivi per le politiche green dell'Ue, giudicate troppo radicali

di Vincenzo Caccioppoli
La protesta degli agricoltori
Esteri

Olanda, dopo la caduta di Rutte ora bisogna fare i conti  con gli agricoltori

Dopo un travagliato percorso, dopo poco più di un anno e mezzo dal suo insediamento, il governo Rutte IV, uno dei politici più longevi della storia europea (è al governo praticamente senza interruzioni dal 2010) è caduto sulla questione migratoria. E’ stato un percorso ad ostacoli quello di questo quarto esecutivo di Mark Rutte, leader del partito VVD ( partito popolare per la libertà e la democrazia).

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Il VVD ha vinto le ultime elezioni del 2021 con solo il 21,9%. Questo ha determinato lunghe trattative durate oltre 200 giorni prima di arrivare a gennaio del 2022 a formare un governo di coalizione con il liberale D66 (Renew Europe), il centrodestra CDA (PPE) e il fondamentalista cristiano, CU. Difficile poter pensare ad una vita lunga per un governo così formato. Ma per diventare il più longevo presidente in carica di tutta l’Unione evidentemente Rutte qualche capacità di mediazione deve pur averla.

Adesso però sono molti a pensare che questo possa essere l’epilogo della sua lunga e fortunata carriera politica, che lo ha visto spesso protagonista di dure reprimende contro i bilanci pubblici ballerini dei governi del sud Europa, Italia in testa. Gli ultimi sondaggi danno il partito del premier ha il 14% circa dei consensi, il peggior risultato dal 2006, ma tutti i partiti soffrono cali nei sondaggi.

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E ad approfittarne è il nuovo partito degli agricoltori il BBB (BoerBurgerBeweging), che ormai viene considerato come il primo partito nazionale, dopo l'exploit realizzato alle ultime elezioni amministrative del marzo scorso. Secondo alcuni Rutte, che pare sia orientato a lasciare la politica, avrebbe volontariamente fatto precipitare le cose, resosi conto delle sempre più difficili condizioni in cui era costretto a governare.

Il suo attivismo a fianco della premier italiana Giorgia Meloni, che ha seguito con la presidente della commissione europea Von Der Leyen, è sembrato quasi come un ultimo tentativo di lasciare il segno su un percorso politico arrivato ormai ai titoli di coda. Ed ora per l’Olanda si apre una nuova fase di grande incertezza, che potrebbe avere ripercussioni anche sulle prossime importanti elezioni europee del 2024.

Il partito degli agricoltori del BBB, che si sta trasformando da fenomeno populista e di costume in un partito con un programma ben preciso, che potrebbe anche allargarsi ad altri paesi e che fa leva sul grande malcontento che molti settori produttivi a cominciare da quello dell’agricoltura, della pesca e della silvicoltura, verso la politica green troppo ideologica e radicale, portata avanti dal vicepresidente della commissione il socialista Frans Timmermans.

Eppure, la guerra in Ucraina e la pandemia prima hanno reso fondamentale la sicurezza alimentare e il suo approvvigionamento. Peccato però che questa esigenza sia stata sacrificata in nome di un ambientalismo più di maniera ed ideologico, come quello di cui sembra essere pervaso il nature restoration law, che se approvato potrebbe voler dire la chiusura di decine di migliaia di piccole aziende del settore agricolo. Ed è proprio da qui che sono nati i primi movimenti di protesta di agricoltori e di pescatori in mezza Europa, che in Olanda sono cresciuti a dismisura, fino a formare il primo partito nazionale *in termini di consenso, in pochi mesi.

Gli obiettivi troppo ambiziosi dell'Unione europeo verso quella transizione verde potrebbe avere un effetto devastante sulle circa 10 milioni di aziende familiari del settore europeo. Solo le grandi aziende potrebbero, infatti, avere la forza e la possibilità di operare investimenti enormi per mettersi al passo con le richieste delle nuove politiche verdi imposte dalla Ue. Senza contare che poi l’agricoltura non è nemmeno il più grande emettitore di gas serra nell'UE. Le emissioni totali dell'agricoltura, infatti, equivalgono a meno di due terzi di quelle derivanti dalla produzione o dalla generazione di energia. 

Il milione e mezzo di voti raccolti dal BBB, sono un numero che rappresenta non solo la rabbia degli agricoltori (che nei paesi bassi sono circa 70.000) ma anche di tutti coloro che si rendono conto di come il Green deal europeo si stia rivelando un paravento ideologico, da utilizzare come strumento politico. Il BBB è stato creato all'indomani delle proteste su larga scala nel 2019 contro la proposta di regolamentazione del governo sui fertilizzanti a base di azoto, nonché altre politiche ambientali.

Le proteste sono continuate durante la pandemia e appendere la bandiera olandese a testa in giù è diventato un modo per mostrare solidarietà ai contadini. La leader del partito, una ex giornalista, Caroline Van der Plas, ha saputo dare forza ad un movimento che era nato quasi spontaneamente per protestare contro quella che viene considerata una assurda “ingerenza” della Europa, su un settore come quella agricolo che rappresenta storicamente la vera essenza della economia dei Paesi Bassi.

Il paese sta diventando forse il primo test per misurare l’impatto della nuova idea di transizione green dell'Europa. E la caduta del governo Rutte, con buone probabilità che nel prossimo governo facciano capolino proprio i terribili attivisti agricoli del BBB, potrebbe essere il primo colpo assestato ad un castello, quello del green deal, europeo, troppo ambizioso e forse pensato con eccessiva fretta, ispirato da un pizzico di livore ideologico.

Il successo del BBB, andando di questo passo, rischia di essere solo il primo di una lunga serie di episodi in giro per l’Europa. Questo perché come spiega molto bene, Pieter Cleppe, caporedattore di BrusselsReport.eu, le motivazioni sono ben più profonde che il populismo con cui troppo sbrigativamente si etichettano questi movimenti e forze politiche in giro per l’Europa: “Un altro motivo per cui così tanti olandesi, anche nelle aree urbane, hanno votato per il partito degli agricoltori, è che è anche ostile alla tecnocrazia. Molte nuove normative, spesso provenienti dall'UE, stanno facendo aumentare il prezzo degli alloggi e dei trasporti in nome della lotta al cambiamento climatico. Spesso questi sono stati concordati a livello UE, lontano dal controllo dei media e dei parlamenti nazionali, da ministri felici di approvare tali accordi o incapaci di contrastare la forte pressione dei funzionari della Commissione UE, aiutati da ONG che sono spesso sostenute dalla stessa Commissione UE.”

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