Guerra Ucraina, è morta la donna incinta simbolo dell'assedio di Mariupol
Non ce l'ha fatta la donna incinta ritratta nelle immagini che hanno fatto il giro del mondo, mentre veniva trasferita da un ospedale della città di Mariupol
Morta insieme al suo bimbo la donna simbolo del bombardamento dell'ospedale di Mariupol
Non ce l'ha fatta: è morta la donna incinta ritratta nelle immagini che hanno fatto il giro del mondo, mentre veniva trasferita da un ospedale della città ucraina di Mariupol. Non si è salvato neanche il suo bambino. "E' morta una delle donne in stato di gravidanza ferite nel bombardamento del 9 marzo contro un ospedale di Mariupol", scrive Ukrinform che cita la giornalista Asya Dolina di VoA su Facebook.
Secondo Dolina, "non è sopravvissuta la prima ragazza incinta, che era stata trasportata su una barella, dei servizi video e foto dal sito bombardato dell'ospedale pediatrico numero 3 di Mariupol" e "non si è salvato il suo bambino". Secondo Ukrinform, un'altra donna Marianna Pidhurska, fotografata nelle stesse circostanze, è viva e quattro giorni fa è nata la sua bambina.
L'11 marzo scorso la donna aveva partorito una bambina, alle 22 sera, sotto le bombe dei russi: era diventata nel giro di poche ore simbolo dell'assedio sull'ospedale ostetrico e pediatrico di Mariupol, nel sud dell'Ucraina. “Mamma e bambina stanno bene'', avevano fatto sapere fonti ucraine, precisando che ''a Mariupol fa molto freddo e le bombe continuano.
L'immagine della donna che esce con un pigiama a pois e una ferita in fronte dall'edificio colpito, è stata usata dai media e dai funzionari russi per affermare che il bombardamento fosse ''una messa in scena'' con ''attori come protagonisti''. Secondo il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov l'ospedale era usato come base dal battaglione Azov, al cui interno non c'erano pazienti.