Draghi positivo al Covid, salta Angola-Congo: in missione Di Maio-Cingolani

Il governo italiano, nelle missioni nella Repubblica dell'Angola e del Congo, verrà rappresentato dai ministri Luigi Di Maio e Roberto Cingolani

(Fonte immagine: La Presse) 
Esteri
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Mario Draghi positivo al Covid-19, ma asintomatico 

Mario Draghi è positivo al Covid-19: il presidente del Consiglio ha contrattato il virus, ma risulta asintomatico. A renderlo noto è una nota di palazzo Chigi. A rappresentare quindi il governo nelle missioni nella Repubblica dell'Angola e nella Repubblica del Congo, previste mercoledì 20 e giovedì 21 aprile, saranno i ministri Luigi Di Maio e Roberto Cingolani

Draghi positivo al Covid-19, Pregliasco: "Potrebbe essere Omicron3"

Potrebbe essere "probabile che Draghi abbia preso Omicron3, ora deve fare almeno sette giorni di isolamento e gli consiglierei di prendere degli antinfiammatori due volte al giorno, anche se è asintomatico. Il vaccino è efficace sulle forme gravi mentre la copertura ha qualche riduzione nell'arco dei mesi tanto che neanche la guarigione garantisce protezione a vita" così ha spiegato a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, che ha diffuso il testo, Fabrizio Pregliasco, direttore Sanitario dell'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, rispondendo in merito alla positività asintomatica al Covid-19 del presidente del Consiglio, Mario Draghi.

Energia, Di Maio e Cingolani in missione in Africa 

Intanto, prosegue la missione del governo per ridurre la dipendenza dell'Italia dal gas naturale russo non passa solo per l'Algeria. Nei prossimi giorni i ministri degli Esteri e della Transizione Ecologica voleranno in Congo, Angola e Mozambico per stringere nuovi accordi di fornitura, secondo un piano avviato fin dall'inizio della guerra in Ucraina, e che dovrebbe sia propiziare l'obiettivo della progressiva indipendenza da Mosca, sia fronteggiare l'ipotesi che sia il Cremlino a interrompere l'erogazione per ritorsione.

L'impresa è ardua e difficilmente arriverà a compimento in tempi brevi. Da anni l'Italia importa dalla Russia 29 miliardi di metri cubi di gas sul totale di 75-80 miliardi del fabbisogno nazionale annuo. Del restante 60% circa, il 31 viene dall'Algeria, il 9 dal Qatar, il 10 dall'Azerbaijan e il 4 dalla Libia. 

Ora, secondo le stime di intese sostanzialmente avviate, entro fine 2023 Libia e Azerbaijan porteranno due miliardi di metri cubi in più a testa, mentre da Qatar, Egitto e Stati Uniti dovrebbero arrivarne via nave altri sei-sette. Il governo di Algeri, che è già il secondo fornitore italiano, si è impegnato a incrementare l'erogazione di tre miliardi di metri cubi quest'anno, e di sei miliardi il prossimo, per arrivare nel 2024 a un regime di almeno nove miliardi tra gas naturale e Gnl (gas naturale liquefatto per il quale servono i rigassificatori).

Tecnicamente, l'accordo siglato tra Eni e la compagnia statale algerina Sonatrach, non prevede investimenti in infrastrutture visto che la via di trasporto già esiste ed è in funzione da anni. Si tratta del gasdotto TransMed, intitolato a Enrico Mattei, che parte dal deserto algerino e, attraverso la Tunisia, arriva a Mazara del Vallo, in Sicilia, per risalire da lì fino a Minerbio, in provincia di Bologna.

Può trasportare fino a 30 miliardi di metri cubi l'anno, ma non sarà questa la capienza concordata, almeno nei prossimi due anni. Aumentare la produzione del gas, infatti, richiede tempi lunghi. Senza contare le incertezze sul lungo periodo dovute alle condizioni politiche dell'Algeria che la rendono un Paese non propriamente stabile. Il governo italiano si propone quindi di rafforzare la cooperazione con Algeri anche su altri fronti che offrano possibilità di sviluppo e occupazione (energie rinnovabili e idrogeno verde, per esempio), tant'è che per il 18 e 19 luglio è già in programma un vertice intergovernativo.

Oltre al gas naturale, i piani di Palazzo Chigi includono anche il potenziamento degli approvvigionamenti da fonti rinnovabili, ma si tratta anche qui di soluzioni non immediate. Da affiancare comunque a una razionalizzazione dei consumi, come la concentrazione delle attività industriali energivore nei periodi dell'anno in cui i consumi sono più bassi.

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