Elezioni 2023: Spagna, Nigeria, Polonia e... Dove si vota nel mondo
In Europa sfida a Madrid e a Varsavia, mentre Sanna Marin cerca la conferma in Finlandia. Appuntamenti cruciali anche in Africa e in Asia
Elezioni 2023: dove si vota nel mondo nel 2023 tra Europa, Africa, Asia, Americhe
Nuovi volti e vecchi leader nel panorama elettorale del 2022. Nell’anno che comincia diversi paesi nel mondo saranno chiamati alle urne per eleggere i loro rappresentanti politici, dalla Spagna alla Repubblica Ceca, dalla Grecia alla Polonia, dalla Nigeria all'Argentina, dalla Thailandia alla Cambogia. In attesa di un anno davvero cruciale, il 2024, quando si recheranno alle urne in successione Taiwan (in un voto che potrà segnare il futuro dei rapporti con la Repubblica Popolare Cinese), India e Stati Uniti. Tra gli altri. Il 2023 sarà un variegato antipasto che non esclude la presenza di colpi di scena e possibili voti anticipati, Europa compresa. Ecco una panoramica dei paesi chiamati alle urne e dei temi delle diverse tornate elettorali.
Elezioni Europa 2023: la destra prova a riprendersi la Spagna, Praga sceglie un nuovo presidente
L'evento elettorale di punta per il 2023 sembra destinato a essere rappresentato dalle elezioni generali in Spagna. Le elezioni generali spagnole si terranno entro domenica 10 dicembre 2023: saranno in palio tutti i 350 seggi del Congresso dei Deputati e 208 dei 265 seggi del Senato. Il mandato del governo spagnolo nominato dopo le elezioni del novembre 2019 - che comprende una coalizione tra il Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE) e Unidas Podemos - è stato rapidamente oscurato dallo scoppio della pandemia e dalle sue conseguenze politiche ed economiche.
Sanchez proverà a confermarsi ma l'impresa appare tutt'altro che semplice. La guerra in Ucraina e le diverse sensibilità sui rapporti con Usa, Nato e Russia fanno scricchiolare la sinistra. A destra, in lotta per consolidare il proprio spazio politico in competizione tra loro, si trovano il conservatore Partito Popolare (PP), la destra radicale di Vox e i liberali Cittadini (Cs), il cui sostegno nei sondaggi d'opinione è crollato dopo le elezioni del 2019. I Popolari hanno vissuto un cambio di leadership a seguito di una spinta interna da parte dei presidenti di Galizia e Madrilena, Alberto Núñez Feijóo e Isabel Díaz Ayuso, per spodestare il leader del partito Pablo Casado nel febbraio 2022.
La partita sarà probabilmente decisa per uno scarto minimo, potrebbe vincere lo schieramento che sarà in grado di correre più unito di quello rivale. Le elezioni generale saranno anticipate da una serie di voti a livello regionale che potranno dare indicazioni utili in vista della sfida nazionale.
Il primo paese a votare in ordine di tempo sarà però la Repubblica Ceca, che già tra 13 e 14 gennaio andrà alle urne per eleggere il nuovo presidente. Il leader in carica Miloš Zeman non può candidarsi a causa del limite di due mandati. Il partito ANO, che siede con il gruppo liberale e centrista Renew Europe nel Parlamento europeo, sostiene l’ex primo ministro Andrej Babiš. L’alleanza di centro-destra, come spiega EurActiv, appoggia Petr Pavel, apartitico ed ex generale militare, e Danuše Nerudová, apartitica e professoressa di economia. Gli ultimi due non porterebbero sconvolgimenti alla postura di Praga nell'Unione europea, a differenza di Babis.
Elezioni Europa 2023: l'Ue attende i voti in Grecia e Polonia, Sanna Marin cerca la conferma in Finlandia
In programma elezioni presidenziali anche a Cipro (5 febbraio), mentre in Estonia si rinnoverà a marzo il parlamento. Grande attesa anche per le elezioni generali in Grecia (entro luglio) e Polonia (novembre). Sia ad Atene che a Varsavia si cambieranno i parlamenti e a seconda dei vincitori possono cambiare i rapporti dei due paesi con Bruxelles. Si tratta peraltro di paesi che hanno avuto o hanno ancora un rapporto travagliato con l'Ue, per diverse ragioni sia di tipo economico sia di tipo politico. Il voto polacco dirà motlo anche della postura di Varsavia sulla guerra in Ucraina. Il risultato sarà seguito con attenzione anche dagli Stati Uniti, vista l'importanza della Polonia sullo scacchiere dell'Europa orientale.
Ad aprile si va a votare invece in Finlandia, con la celebre premier euroatlantista Sanna Marin, salita agli onori e oneri della cronaca per diverse ragioni e polemiche, che proverà a ottenere la conferma alla guida di Helsinki.
Elezioni Africa 2023: voto cruciale in Nigeria, test importante anche in Congo
Saranno come al solito diversi i paesi africani che si recheranno alle urne nel 2023, in un continente sempre denso di sfide elettorali spesso portatrici di forti tensioni politiche e talvolta anche etniche. Il voto più atteso è senza dubbio quello della Nigeria, il paese più grande del continente e che tutti i dati vedono come uno di quelli più in crescita nel prossimo futuro tra fattori economici e demografici. Il voto si svolgerà il prossimo 25 febbraio per eleggere il Presidente, il Vicepresidente e i membri del Senato e della Camera dei Rappresentanti. Il presidente in carica Muhammadu Buhari non è eleggibile. La sfida sarà tra Bola Tinubu e Peter Obi.
Altro voto molto atteso quello nella Repubblica Democratica del Congo, un paese chiave per le risorse naturali e le terre rare, in particolare il cobalto utile alla produzione di auto elettriche e veicoli a guida autonoma. Le elezioni generali sono in programma per il 20 dicembre. Si terranno contemporaneamente le elezioni per il Presidente, i 500 membri dell'Assemblea nazionale, i membri eletti delle 26 assemblee provinciali e, per la prima volta in base alla nuova Costituzione, i membri di circa 300 consigli comunali.
Nel mezzo tra i voti in Nigeria e in Repubblica Democratica del Congo diversi altri paesi africani andranno alle urne: Guinea-Bissau, Sierra Leone, Liberia (dove il leader è l'ex campione del Milan George Weah), Gabon e Zimbabwe.
Elezioni 2023 in Asia: Hun Sen, regno infinito in Cambogia. Possibili tensioni in Thailandia
In Asia sarà un anno di transizione tra lo storico XX Congresso del Partito comunista cinese che ha incoronato per la terza volta Xi Jinping segretario generale nell'ottobre del 2022 e le cruciali elezioni presidenziali taiwanesi del gennaio 2024 che potrebbero decidere le sorti tra guerra e pace sullo Stretto nel futuro prossimo. Alle urne andrà soprattutto il Sud-Est asiatico. Si parte con la Thailandia, seconda economia della regione, che va al voto il prossimo 7 maggio. Alla fine del 2022 si è verificata la spaccatura del partito Palang Pracharath al potere tra Prayuth e il suo stretto collaboratore Prawit Wongsuwan, dopo che quest'ultimo ha mostrato un accomodamento verso il principale partito di opposizione Pheu Thai. Prayut avrebbe dovuto aderire al nuovo United Thai Nation Party insieme ai suoi fedelissimi del Palang Pracharath Party. Il 23 dicembre, Prayut ha annunciato la sua intenzione di chiedere l'adesione allo United Thai Nation Party, oltre a diventare l'unico candidato premier del partito. Ma attenzione all'opposizione che potrebbe sfruttare il clima mai sopito di tensione contro i militari e la monarchia di Bangkok.
Il 23 luglio tocca invece alla Cambogia. In questo caso i risultati sono di fatto già scontati. Il regno di Hun Sen, già durato 37 anni, proseguirà. La vittoria del Partito Popolare Cambogiano è scontata e il primo ministro dovrebbe essere ancora una volta lui. Per altri cinque anni. Negli scorsi anni sono iniziate le voci sul cambio della guardia, ma il 43esimo Congresso del partito ha stabilito che il candidato per il 2023 sarà ancora Hun Sen. Ma non è ancora chiaro se e quando comincerà la transizione di potere. Anche perché si prevede che la poltrona da Primo Ministro verrà ceduta nientemeno che a suo figlio Hun Manet. Segnale che il leader non mollerà del tutto la presa nemmeno quando lascerà la guida del governo.
Previste per agosto anche le elezioni generali in Myanmar, dove dopo il golpe militare ci sono molte perplessità (per usare un eufemismo) sulla bontà della tornata elettorale, a maggior ragione dopo la condanna dell'ex leader estromessa Aung San Suu Kyi a un totale di 33 anni di carcere. Il tutto mentre iàl Myanmar è ancora sconvolto dalla guerra civile.
Elezioni 2023 Americhe: fari sulla sfida in Argentina
Il 2023 sarà un anno di passaggio anche nelle Americhe. Negli Stati Uniti si faranno le prime mosse verso le primarie del 2024, mentre in Sudamerica si andrà al voto in Paraguay e soprattutto in Argentina. La tornata elettorale è in programma il 29 ottobre e si eleggeranno il presidente, i membri del congresso nazionale e i governatori della maggior parte delle province. Il presidente in carica Alberto Fernández è eleggibile per un secondo mandato, anche se i recenti guai della ex presidente e oggi vice Christina Kirchner-Fernandez potrebbero rappresentare un ostacolo alle sue ambizioni.