Politica
Soumahoro si paragona a Mandela. A Natale il turno di Martin Luther King
Nuovo capitolo della saga di Aboubakar
I miei eroi sono quegli uomini e quelle donne che si sono impegnati a combattere la povertà ovunque nel mondo”, disse Nelson Mandela
Inizia un nuovo anno ed inizia un nuovo capitolo della saga di Aboubakar Soumahoro.
In un post sui social l’ultimo giorno dell’anno è infatti partito di nuovo di megalomania e questa volta si è paragonato addirittura a Nelson Mandela con alle spalle una gigantografia del leader sudafricano.
“Mi è stato spesso chiesto chi è il tuo eroe? E io rispondo: non scelgo il mio eroe in base alla posizione che ricopre. I miei eroi sono quegli uomini e quelle donne che si sono impegnati a combattere la povertà ovunque nel mondo”, disse Nelson Mandela.
Ma questo non è un episodio isolato. Anche a Natale il deputato di colore era partito di egonautismo citando Martin Luther King:
“Auguri di un sereno Natale all’insegna dell’amore che ci permette di resistere alla malvagità e alla cattiveria per coltivare l’altruismo e la solidarietà. Come disse Martin Luther King, ‘alla fine, non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici'.
A parte la melassosa retorica del contenuto è veramente singolare osservare la psicologia dell’ex sindacalista: mentre l’intero mondo gli crolla addosso, con la moglie e la suocera indagate per le gravissime irregolarità nella gestione di un fiume di milioni di euro lui continua imperterrito a presentarsi come il paladino e il difensore degli ultimi e degli emarginati proprio lui la cui famiglia non pagava gli stipendi ai poveri braccianti e li teneva in condizioni inumane, senza cibo, acqua e luce e nella sporcizia più totale.
Poi Libero scoprì i selfie della moglie Liliane con vestiti e borse di lusso e lui la difese per il suo “diritto all’eleganza”, atteggiamento che fece ulteriormente imbufalire l’opinione pubblica, dopo l’episodio dell’entrata in Parlamento con gli stivali (oltretutto non suoi) lordi di fango.
Finora Soumahoro si è salvato dicendo di non essere a conoscenza di nulla pensando che gli italiani siano un branco di poveri citrulli ma è un po’ difficile credere che non sapesse niente perché, guarda caso, la sede della sua Lega dei braccianti condivide lo stesso palazzo di quella delle cooperative e Striscia la Notizia lo ha beccato in un video ad una inaugurazione di una “casa dei diritti” proprio nella cooperativa Karibu di sua suocera e quindi non poteva non accorgersi delle condizioni in cui erano tenuti i lavoratori.