Elezioni Francia, Macron verso la vittoria: unico argine alla destra di Le Pen

"Verso il voto per le presidenziali in Francia: Macron è ritenuto l'unico argine della destra guidata da Le Pen, che andrà ai ballottaggi"

L'opinione di Pietro Mancini
Esteri
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Elezioni, domenica 10 aprile si vota: l’appello di Macron, favorito, ai francesi

Nous sommes fiers d’être Européens, contre le 'grand rabougrissement!' (rinsecchimento)". Nell’unica mega-adunata elettorale, sette giorni prima dell’apertura delle cabine (i sondaggi danno, al primo turno, Macron al 27 seguito da Le Pen al 22), il presidente, 44 anni, ha chiesto di guidare la marcia dei francesi anche per i prossimi cinque anni.

Lo ha fatto, citando la celebre force tranquille di Mitterrand nel 1981 (anche a Roi Francois gli elettori concessero 2 mandati) e arringando i 30 mila presenti nella Défense Arena (la sala più grande d’Europa, alla periferia di Parigi). I suoi fans lo hanno accolto, cantando la Marsiglies: "Sono ascoltato in Europa, l’unico a parlare con Putin. E difenderò, molto meglio di Zemmour e Le Pen, i valori del patriottismo, della famiglia e del contrasto al terrorismo” (commovente l’omaggio a Samuel Paty, il professore decapitato dai sanguinari islamici).

È difficile sostenere che Emmanuel, che ha omaggiato la moglie, Brigitte, brilli più per i suoi meriti, pur dopo cinque anni difficili, prima a causa delle contestazioni dei gilet gialli, appoggiati da Di Maio, e poi dal Covid, fronteggiato dal ministro Véran, un bravo medico, meglio di Speranza, in Italia. O più a causa della non elevata statura dei suoi avversari, tra i quali solo la figlia di Jean-Marine Le Pen sta restringendo la forbice con Il favorito, che al ballottaggio vincerebbe con 6 punti di vantaggio.

Critiche a Emmanuel da Libération, secondo cui l’allievo prediletto di Michel Rocard, alla Défense, ha premuto sulla gamba sinistra, per mobilitare la parte, delusa, dell'elettorato socialdemocratico. “Le nostre vite valgono più di tutti i profitti!" Non sogniamo. Ecco il presidente della Repubblica, che ha lavorato alla Rothschild nel settore delle fusioni e acquisizioni, prima di raggiungere François Hollande all'Eliseo, che dirotta lo slogan del Nuovo Partito Anticapitalista di Philippe Poutou e Olivier Besancenot. In una stanza accanto, alla sede del CAC, 40 aziende che hanno realizzato, lo scorso anno, 160 miliardi di euro di utili. Non eravamo pronti…”.

Ma Manuel Valls ex premier del PS, non nel cerchio magico del giovane leader-ha bocciato l’ironia e ha messo in guardia gli elettori sui rischi della vittoria di Marine Le Pen, tradita dalla bella nipote, Marion, pro-Zemmour. Valls ha spiegato: “Un'elezione presidenziale è la scelta del destino di un Paese. Ogni volta che è stata coinvolta l'estrema destra, è stato per il peggio. La priorità è, quindi, eliminarla. Il presidente Macron è all'altezza delle scelte essenziali – Europa, nucleare, difesa, coesione repubblicana, competitività economica– e, per far fronte alle crisi, è l'unica risorsa possibile”.

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