Elezioni Francia risultati, Macron batte Le Pen ma avrà contro metà del paese

Il presidente resta all'Eliseo, ma la destra radicale ha raggiunto il suo record storico. Oltre la metà dei francesi è arrabbiata col leader. E Mélenchon...

di Lorenzo Lamperti
Esteri
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Elezioni Francia, Macron vince ma Le Pen fa il record storico. E quasi un francese su tre non ha votato

François Mitterrand, 1988. Jacques Chirac, 2002. A questi due nomi e a queste due date va ora aggiunto un nuovo elemento: Emmanuel Macron, 2022. Venti anni dopo l'ultimo presidente a riuscire a conquistare la riconferma, il leader di La République En Marche conquista un secondo mandato all'Eliseo. Da Champ-des-Mars, ovviamente Parigi, Macron celebra la sua permanenza all'Eliseo e il sospiro di sollievo in coda a una campagna elettorale che sembrava essere una formalità e che si è invece poi trasformata in una sfida reale, con una Marine Le Pen in grande rimonta e che ha fatto comunque segnare il record storico di voti. 

Ma attenzione a bollare la vittoria di Macron come un trionfo. Il sistema elettorale francese, come noto, favorisce il candidato più moderato al secondo turno. Non è certo un caso che si sia ripetuto per l'ennesima volta lo stesso copione, con un membro della famiglia Le Pen sconfitto al ballottaggio. Ma stavolta si può davvero dire che oltre la metà della Francia non sta con Macron. Il risultato del primo turno è eloquente: oltre il 50% di chi si è recato alle urne ha votato non solo per altri candidati, ma per candidati anti sistema. E nessuno più di Macron è percepito come espressione del sistema, nonostante in realtà abbia vinto nel 2017 con una creatura politica lanciata da solo pochi mesi prima.

Ma non c'è solo questo. Rispetto al 2017, la distanza tra Macron e Le Pen si è ridotta drasticamente. Da quel 66% a 33% si è passati a un 58,2% a 41,8%. Una distanza rilevante, certo, anche più di quanto prevedevano alcuni sondaggi. Ma limitata rispetto a cinque anni fa e che soprattutto non tiene conto di una terza, grande, fetta di popolazione: quella che non ha votato. L'astensionismo infatti è stato molto elevato, segnale che per molti francesi il cuore non batte né per Le Pen, né per Macron. Ben il 28% dei francesi ha scelto di non andare alle urne.

Macron prova la svolta a sinistra ma la Francia è arrabbiata. Attacco alla polizia nella notte del voto

Magari batte per Jean-Luc Mélenchon, il terzo incomodo di estrema sinistra battuto al primo turno ma che ora parla da sfidante di Macron, dando alito alle ambizioni di tutto il campo avverso al presidente, Le Pen compresa. "Il 12 e il 19 giugno chiamandovi ad eleggermi come primo ministro vi chiamo in verità a farci vivere un nuovo futuro in comune", ha detto Mélenchon proiettando già la sfida sulle elezioni legislative che si svolgeranno tra un mese e mezzo.

Un appuntamento che potrebbe già causare tante, anzi tantissime, grane a Macron che si potrebbe ritrovare a dover governare con un parlamento in larga parte contro di lui. Macron sa che deve fronteggiare un nemico importante nel suo secondo mandato, la rabbia. Come d'altronde ha già fatto negli scorsi anni con i gilet gialli. "La rabbia e i disaccordi che hanno spinto molti dei nostri connazionali a votare per l'estrema destra ci obbligano a trovare una risposta. Sarà la nostra responsabilità e il nostro progetto. Dobbiamo rispondere efficacemente alla rabbia che è stata espressa", ha detto non a caso nel suo discorso di vittoria.

La rabbia è evidente, tanto che nella notte della vittoria la polizia ha dovuto sparare con un'auto che stava cercando di colpire degli agenti. Secondo quanto ha riferito la polizia all'Afp, gli agenti hanno sparato nel centro di Parigi su un'auto che stava cercando di colpirli, uccidendo due persone. Il veicolo ha accelerato verso gli agenti che sono stati costretti ad aprire il fuoco. Inquietante reminder di quanto accaduto nel recente passato in Francia e che in realtà non se n'è mai andato.

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Mélenchon e Le Pen guardano già alle legislative di giugno

Un discorso nel quale Macron sembra aver intrapreso una strada più di sinistra rispetto al passato, lasciando immaginare un secondo mandato maggiormente di sinistra rispetto al primo. "So anche che tanti connazionali mi hanno votato, per bloccare le idee dell'estrema destra. Voglio ringraziarli e dire loro che sono consapevole che questo voto mi lega per gli anni a venire. Sono il custode del loro attaccamento alla Repubblica", ha detto Macron, il quale in campagna elettorale ha fatto retromarcia sulla sua contestata riforma delle pensioni e ha addirittura prefigurato una sorta di reddito di cittadinanza per conquistare qualche voto da Mélenchon.

Il leader di La France Insoumise non sembra però essersi intenerito, anzi. Dopo l'annuncio del risultato ha pronunciato parole bellicose nei confronti di Macron: "Non rassegniamoci. Al contrario. Entrate nell'azione massicciamente. La democrazia ci può dare l'opportunità di cambiare direzione. Il terzo turno inizia oggi. Il 12 e il 19 giugno si svolgeranno le elezioni legislative e potete battere Macron e scegliere un'altra strada. Un altro mondo è ancora possibile se saranno eletti a maggioranza i deputati della nuova Unione popolare che deve ampliarsi". Mélenchon, prevedibilmente, darà battaglia.

Così farà Le Pen, che è stata sì sconfitta ma ha totalizzato un record storico di oltre 13 milioni di voti. "Un grande vento di libertà avrebbe potuto alzarsi sul Paese. Il destino delle urne ha deciso diversamente", ha detto la leader del Rassemblement National, la quale ha detto che "il risultato storico mette la nostra formazione in ottima posizione per ottenere un gran numero di parlamentari il prossimo giugno". Facendo eco a Mélenchon, col quale in realtà ci sono più affinità di quante ce ne si potrebbe aspettare, ha già spostato l'obiettivo su giugno.

Zemmour tende la mano a Le Pen, il 42% ha votato Macron solo per ostacolare Le Pen

"Diamo il via alla grande battaglia elettorale delle elezioni legislative. Combatterò questa battaglia con Jordan Bardella. Il Rassemblement National lavorerà per unire tutti coloro che, da qualunque parte provengano, vogliono opporsi alla politica di Emmanuel Macron", ha detto Le Pen. Appello che pare essere stato subito raccolto dall'altro candidato di estrema destra, Eric Zemmour: "Si stanno costituendo due blocchi, quello di Macron e di Melenchon. Il blocco nazionale si deve riunire. La nostra responsabilità è grande. Mi appello all'unione nazionale in vista delle elezioni legislative", ha dichiarato l'ex polemista.

Le sfide, per Macron, saranno davvero tante. A partire dalla necessità di riconquistare una larga parte dei francesi. Anche chi ha votato per lui lo ha votato solo per dire no a Le Pen. Lo conferma un sondaggio Ipsos condotto a ridosso del voto: il 42% degli elettori di Macron l'ha scelto solo per sbarrare la strada a una presidenza Le Pen. Non è un caso che Macron, sempre costruttivo nel 2017, abbia giocato la carta della paura in questo frangente. Anche legata alla guerra in Ucraina e ai presunti legami della rivale con Vladimir Putin. 

Un netto cambio di rotta, che ha portato Macron allo stesso risultato: la vittoria alle urne. Ma il futuro dei prossimi cinque anni è tutto da scrivere. Ricordando quanta fatica ha fatto nel primo mandato per far passare le sue idee, nonostante il trionfo elettorale, stavolta la missione con una Francia così divisa e arrabbiata sembra ancora più complicata.

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