Elezioni in Germania, il piano di Bannon: "Vince Afd con Maga, poi l'Europa sarà nostra"
L'ex stratega di Trump esce allo scoperto a pochi giorni dal voto
Elezioni in Germania, Bannon svela il piano di Trump per l'Europa
Domenica prossima si vota in Germania, si tratta di elezioni determinanti per il futuro del Paese ma più in generale dell'Europa. Gli ultimi sondaggi danno in vantaggio la Cdu di Merz, stimata intorno al 30%, ma dietro il partito della Merkel c'è l'estrema destra di Afd che diventerà con ogni probabilità la seconda forza in Germania, staccando nettamente l'Spd di Scholz. Ma negli Stati Uniti è partita da tempo una campagna a favore di Afd, con Elon Musk impegnato in prima persona a sostenere il partito di estrema destra guidato da Alice Weidel, il braccio destro di Trump ha dichiarato senza mezzi termini: "L'unico modo per salvare la Germania è votare l'Afd". Ora ad aggiungersi agli endorsement nei confronti di Afd e l'estrema destra etichettata come filo-nazista, c'è anche l'ex stratega di Trump alle elezioni del 2020, Steve Bannon.
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"La conquista dell’Europa da parte del movimento Maga - ha detto sul palco del Cpac, il vertice annuale dei conservatori - comincia domenica, con le elezioni in Germania. La strategia è prendere il continente Paese dopo Paese. Con Weidel e Afd - sostiene Bannon a La Repubblica - Maga vincerà a Berlino. I nostri alleati otterranno un chiaro e significativo successo. Il movimento Maga non prenderà di mira il continente in generale, ma si concentrerà sui singoli stati, per conquistarli uno dopo l’altro, mano a mano che andranno alle urne. Gli effetti poi cambieranno l’intera direzione dell’Europa".
Bannon parla anche del nostro Paese: "Alla fine contiamo di avere dalla nostra parte la premier italiana Giorgia Meloni, anche se negli ultimi tempi è stata un po' condizionata dalla responsabilità di governare e ha scelto di prendere posizioni più moderate. Conosco e collaboro con Giorgia Meloni da quando il suo partito aveva percentuali minuscole nei sondaggi, quindi il nostro rapporto ha radici profonde e consolidate. Credo che da quando è al governo abbia subito la pressione della responsabilità di guidare il Paese, ma non penso che le posizioni che ci univano siano cambiate".