Fitto vicepresidente Ue, i liberali di Renew a von der Leyen: "Siamo preoccupati per questa nomina". Ma il Ppe ha dato il via libera

Malumori all’Europarlamento da qualche partito della maggioranza "Ursula" sulla possibile nomina come vicepresidente esecutivo di Fitto. Ma il Ppe invece approva

di Redazione Esteri
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Fitto in pole come vicepresidente Ue, ma i macroniani cercano di far cambiare idea a von der Leyen

Von der Leyen ha fretta di chiudere la partita delle nomine dei nuovi commissari europei, la neo rieletta presidente della Commissione ha intenzione di presentare la sua squadra mercoledì prossimo. In questi giorni gli incontri e le trattative per le prestigiose poltrone da assegnare sono continui. Ma la nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione europea - riporta La Repubblica - spacca la maggioranza Ursula. E complica i piani di von der Leyen che è intenzionata a premiare l'attuale ministro del governo Meloni per gli Affari Europei, anche con deleghe economiche di peso. Se però il Ppe, attraverso il capogruppo Manfred Weber, ha fatto filtrare di essere d'accordo con questa nomina, i liberali di Renew invece non la pensano così ed esprimono "preoccupazione per la nomina di Raffaele Fitto".

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I malumori dei liberali rischiano di avere delle conseguenze. Secondo Renew si tratterebbe di un'assegnazione troppo importante per un esponente di Ecr, formazione che Renew considera all’opposizione e anti-Ue. Da qui lo scetticismo del gruppo dominato dai macroniani: l’idea è che i dossier principali debbano restare nelle mani dei gruppi che fanno parte della nuova maggioranza Ursula. Von der Leyen ha visto anche i vertici del gruppo dei Verdi Ue e la presidente dei Socialisti Ue Iratze Garcia Perez. L'ostacolo dei macroniani potrebbe costare la prestigiosa poltrona a Fitto, anche se Meloni continua a lavorare perché la nomina del ministro a commissario europeo venga impreziosita con una vicepresidenza esecutiva, von der Leyen sembra convinta nell'assegnargli l'Economia, ma la partita non è chiusa e i macroniani potrebbero far saltare l'ambizioso piano della premier Meloni per l'Italia.