G20 versione "rotolando verso Sud": la presidenza del triennio targata Brics

Il Brasile ha annunciato che le proprie priorità per la sua presidenza di turno saranno l’inclusione sociale, lotta alla fame, transizione energetica e sviluppo

di Redazione Esteri
Summit BRICS 2023
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G20, la presidenza al Brasile completa la "troika" dei Brics con India e SudAfrica

Il turno della presidenza vive un triennio che punta completamente a Sud; dopo l'India, la guida passa ora al Brasile che, a sua volta, cederà lo scettro al Sudafrica il prossimo anno. L'inizio degli incontri preliminari del G20 è ormai questione di giorni e questa insolita convergenza di Paesi vicini - per intenti, ideali e necessità - non a caso, fondatori dei Brics, configura un'opportunità inedita di promuovere gli interessi del Sud del mondo. 

Parallelamente, anche la Cina, si vede così servire su un piatto d'argento la possibilità di promuovere le proprie tre iniziative: Global Security Initiative (GSI), Global Developement Initiative (GDI) e Global Civilization Initiative (GCI). Ma nulla è ancora deciso, la pressione dell'influenza cinese potrebbe essere potenziata dall'allargamento del gruppo che c'è stato a Johannesburg lo scorso agosto, dove è stata annunciata l’espansione della membership del gruppo, che dal primo gennaio 2024 include anche Arabia Saudita, Iran, Etiopia, Egitto, e Emirati Arabi Uniti (ha invece rinunciato l’Argentina del neo eletto presidente Milei).  Con le new entry, infatti, è aumentata la rappresentanza del continente africano e del Medio Oriente, e si è espansa la presenza in America Latina, a scapito dell’Asia.

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Dal punto di vista formale, ricorda Matteo Dian su Ispi, le opportunità per la presidenza di turno sono molteplici: ospita il summit annuale; ha la possibilità di definire le priorità in agenda del vertice e dei summit ministeriali; ha un ruolo di guida e coordinamento nelle discussioni; ha la possibilità di costituire gruppi di lavoro specifici dedicati a temi di particolare rilevanza.

Il potere della presidenza rimane tuttavia di indirizzo e di agenda, in quanto il G20 mantiene una struttura basata sul consenso e sull’unanimità. Inoltre, le dichiarazioni del G20 hanno valore di indirizzo ma non sono legalmente vincolanti. Tra le altre priorità del gruppo spiccano il tentativo di erodere il ruolo del dollaro come moneta di riferimento del sistema monetario internazionale, e quello di diminuire la capacità americane e occidentali di esercitare coercizione economica attraverso le sanzioni.

Quanto alle mire cinesi, per Xi Jinping BRICS e G20 sono due cardini molto rilevanti per promuovere il proprio progetto di ordine internazionale. Pechino, infatti, aspira a un sostegno da parte dei BRICS sia per la Belt and Road Initiative (BRI), sia per le tre nuove iniziative: GSI, GDI, GCI. Fino ad oggi i BRICS non hanno "sponsorizzato" neanche velatamente la BRI, soprattutto a causa della contrarietà di India e Russia. L’allargamento dei BRICS, tuttavia potrebbe portare a un sostegno più esplicito per le tre nuove “global initiatives”. 

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Il G20 è un contesto molto più eterogeneo e plurale - prosegue Dian - nel quale gli Stati occidentali e gli alleati degli Stati Uniti hanno ancora un ruolo determinante. In questo caso l’obiettivo cinese è quello di consolidare la legittimità e il riconoscimento nei confronti dello status cinese di grande potenza con uno status paritario a quello degli Stati Uniti, oltre a quello di punto di riferimento politico e ideologico per tutti i Paesi che non si riconoscono nell’ordine internazionale a guida americana.

Fin dal vertice svolto a New Delhi il 9-10 settembre scorso, il Brasile ha annunciato che le proprie priorità per la presidenza di turno nel 2024 saranno l’inclusione sociale, la lotta alla fame, la transizione energetica, il sostegno allo sviluppo e le riforme del sistema di governance internazionale. Per questo il presidente Lula ha promosso la creazione di due task force, l’“Alleanza globale contro la fame e la povertà” e la “mobilitazione globale contro il cambiamento climatico”.

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Mentre l’agenda di Lula sembra fortemente allineata con le proposte dei BRICS e della Cina, la politica estera brasiliana sarà con molta probabilità attenta a mantenere una posizione di “non allineamento attivo”, scrive Dain. Questo approccio prevede una posizione di neutralità sulle questioni al centro della competizione geopolitica tra Stati Uniti (e Occidente) da una parte e Cina e Russia dall’altra.

Brasilia ha, infatti, mantenuto una posizione di neutralità rispetto all’invasione russa dell’Ucraina. 

Nel 2025 la presidenza di turno del G20 passerà al Sudafrica, offrendo al Paese un’altra opportunità per influenzare l’agenda della governance internazionale. Il presidente Ramaphosa probabilmente potrebbe sfruttare la presidenza di turno anche per avanzare alcune proposte significative: la possibilità di rendere la membership dell’Unione Africana permanente (come per l’UE) e la promozione di un nuovo framework per la ristrutturazione del debito estero.

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