Economia

Milei, altro che pazzo. La sua terapia può salvare l'economia dell'Argentina

di Vincenzo Caccioppoli

Milei sembra tutto tranne che un "loco", come era stato definito. Ricorda un po’ quello che si diceva anche della Meloni e della sua squadra dirigente...

Milei, altro che pazzo. Ecco come con l'inflazione vuole cambiare il destino dell'Argentina

C’è un sottile filo che lega Giorgia Meloni al nuovo presidente argentino Javier Milei, ribattezzato durante la campagna elettorale il “loco” (il pazzo), per alcune sue bizzarre uscite propagandistiche. Ma le sue prime mosse in politica economica invece mostrano un pragmatismo, un realismo che sembra spiazzare e non poco, quanti, soprattutto a sinistra, alla vigilia delle elezioni, paventavano una definitiva deriva del paese sudamericano con lui al potere.

Machiavelli afferma che "tutti comprendono che è molto lodevole per un principe mantenere la parola data e vivere con integrità, senza imbrogli o inganni. Tuttavia, l'esperienza del nostro tempo dimostra che i principi che hanno fatto grandi cose non si sono sforzati di mantenere la parola data". Le misure annunciate dall'amministrazione di Javier Milei sembrano essere in linea con il pragmatismo di quel passaggio de “Il Principe”.

Fatte ovviamente le debite proporzioni del caso, il neo presidente argentino in queste sue prime mosse di politica economica, pare seguire le orme della nostra presidente del Consiglio, che in pochi mesi di governo ha smentito categoricamente tutti i suoi detrattori sia in patria che all'estero, mostrando un pragmatismo, una preparazione ed una autorevolezza, riconosciutele anche dalle principali testate internazionali, ultima in ordine di tempo, il quotidiano Politico, qualche giorno fa.

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Come ha giustamente fatto notare il giornale argentino Clarin “Il piano che si sta svelando è lontano da quello che si sarebbe potuto immaginare se solo si fossero seguite come indizi le dichiarazioni del candidato de La Libertad Avanza durante il proselitismo. Il piano Milei sembra un piano anti-Milei”.

E d'altra parte la situazione del paese argentino dopo anni di governi peronisti assolutamente disastrosi, e ormai vicina al punto del non ritorno, come ha detto il neo ministro dell'economia, ribattezzato da qualcuno come il Messi della finanza, Luis Caputo "Siamo di fronte alla peggiore eredità della nostra storia. Se continuiamo in questa direzione, ci stiamo inevitabilmente dirigendo verso l'iperinflazione. Potremmo raggiungere livelli del 15.000% all'anno. Per capirlo in termini numerici, stiamo parlando del prezzo di un latte che passa da 400 pesos a 60.000 pesos in un anno. La nostra missione è scongiurare questa catastrofe".

Con la catastrofe come contrappunto, Caputo ha cercato di dipingere le misure come inevitabili. Ha annunciato un deprezzamento del dollaro ufficiale, da 400 a 800 pesos, ma non ha menzionato misure rispetto alle altre quotazioni del dollaro, che dovrebbero coesistere tra loro. A ciò si accompagnerà un aumento temporaneo della cosiddetta "tassa nazionale" per le transazioni con carta all'estero o sulle importazioni e le ritenute sulle esportazioni non agricole.

D'altra parte che la musica con Milei sarebbe cambiata al di là dei proclami tipici da campagna elettorale (chi si scandalizza ormai è o un semplice ipocrita) si era già capito durante il discorso inaugurale, in cui il presidente aveva lasciato intendere che per salvare il paese sarebbero servite misure shock, come quella per esempio certo non popolare (altro che populista come tutti ormai amano definire chi si discosta dalla narrazione progressista) di un aumento della pressione fiscale dello Stato attraverso le tasse, e le trattenute sulle esportazioni per compensare una drastica svalutazione della moneta.

Ma oltretutto Milei sta mostrando anche tutte le sue doti di grandi economista, al di là di quello che andava raccontando la sinistra di mezzo mondo sulla sua incompetenza ed incoscienza (un po’ quello che si diceva anche della Meloni e della sua squadra dirigente), come racconta anche chi, come Nicola Procaccini copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo, ha avuto modo di conoscerlo direttamente “È un economista brillante e preparato. Le sue capacità e le sue idee possono consentire a questa nazione, che ha tanti legami con l'Italia, di liberarsi da una stagnazione economica causa anche di instabilità sociale.

“Ma come promesso Milei sembra anche voler dare un taglio (ricordate l'immagine con la motosega che ha fatto così rabbrividire la sinistra benpensante in Italia) anche al livello intollerabile di corruzione che si respira nel paese. Una prima misura in tal senso è stata quella di eliminare il famigerato Sistema di Importazione della Repubblica Argentina, SIRA. È questo il meccanismo con cui venivano controllati gli acquisti all'estero, con modalità scandalose per i livelli di corruzione che si sarebbero raggiunti, sotto i governi peronisti, compreso l'ultimo di Massa* con pagamenti di tangenti dell'ordine del 10/15% su importo totale delle merci importate nel paese).

La leva con cui Milei intende far quadrare i conti è l'inflazione. Proprio come Macri ha beneficiato dell'eredità di isolamento finanziario del kirchnerismo, che gli ha permesso di attenuare l'aggiustamento fiscale assumendo debito, una gestione in cui Luis Caputo è stato fondamentale, Milei prevede di sfruttare l'eredità inflazionistica di Massa per, calpestando la spesa nominale, ridurla in termini reali. Non sarà facile ma si tratta di una terapia shock come annunciato per cercare di rianimare chi è ormai in coma quasi irreversibile.

Un'altra questione che Milei dovrà affrontare presto sarà anche quella delle alleanze internazionali per mostrare se intende abbandonare come il Brasile di Lula la storica alleanza con gli Usa per deviare verso il nuovo ordine mondiale che Cina e Russia stanno cercando di costruire con l'allargamento dei Brics. Alla vigilia le sue parole sembravano chiare e mostravano la sua intenzione di non voler cedere alle pericolose lusinghe della Cina, che rimane comunque un partner commerciale importante al pari degli Usa.

Si vedrà ed in tutto ciò è auspicabile che possa dire la sua anche l'Europa anche se le speranze sono certamente labili. Intanto, Milei incassa subito l'approvazione del Fondo monetario internazionale sulle nuove misure economiche “Accolgo con favore - scrive su X Georgieva - le misure decisive annunciate dal governo di Javier Milei per affrontare le significative sfide economiche dell’Argentina: un passo importante verso il ripristino della stabilità e la ricostruzione del potenziale economico” dell’Argentina.” Non male per un “pazzo”.