Gaza, Israele fuori controllo. E il silenzio dell'Occidente alimenta l'orrore
La deriva inumana di Israele alimentata dal silenzio di mezzo mondo, quello che si crede civilizzato e democratico e che invece è marcio fino al midollo
Gaza, la deriva inumana di Israele fuori controllo. E il silenzio dell'Occidente alimenta l'orrore
Non ci sono lacrime per piangere. Anche le parole non bastano più. La deriva di Israele è fuori controllo. Con l’abituale sprezzo di ogni regola d’ingaggio, e con la logora scusa di uccidere un leader di Hamas, ieri Israele ha di nuovo bombardato il campo profughi di al-Mawasi, massacrando oltre 90 civili, metà dei quali sono donne e bambini, e ferendone almeno 300. L’attacco, sferrato con aerei da combattimento e droni, è stato eseguito in quella che Israele aveva dichiarato come “zona sicura”, a ovest di Khan Younis, nel sud di Gaza, e nella quale aveva costretto a concentrarsi gli sfollati provenienti da Gaza City. Il capo dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha affermato che “molti rimangono dispersi sotto le macerie”. Le immagini e i video che arrivano dal campo sono raccapriccianti: bimbi squartati, corpi irriconoscibili e a brandelli, sangue e polvere ovunque. Anche per i feriti non c’è molta speranza dato che nei pochi ospedali rimasti in funzione manca tutto, e anche le amputazioni degli arti, da mesi, vengono effettuate senza anestetici. Molti sono i civili rimasti tutt’ora intrappolati sotto le macerie.
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Benjamin Netanyahu, nel corso di una conferenza stampa, ha detto che “non c’è certezza assoluta che il comandante militare di Hamas Mohammed Deif”, che secondo Israele era l'obiettivo dell'attacco insieme a un altro comandante, Rafaa Salameh, “siano stati uccisi”. Malgrado questo ha aggiunto “che il tentato omicidio è stato vantaggioso per Israele”.
Gli attentati, che hanno attirato la condanna delle Nazioni Unite e dei paesi del Medio Oriente, ma non degli Stati Uniti e dell’Europa, si sono verificati contemporaneamente a un altro attentato che le forze israeliane hanno sferrato su una moschea in rovina, nel campo profughi di Shati, nel nord di Gaza City, dove centinaia di palestinesi si erano riuniti in preghiera. Lì l’esercito israeliano ha assassinato almeno 20 persone e ne ha ferite decine.
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“Tutto è in rovina” a Tal al-Hawa, quartiere di Gaza City del quale non resta che il nome. In una nota di aggiornamento pubblicata su Al Jazeera è riportato che l’esercito israeliano sparava “ai bambini e alle loro famiglie” uccidendoli tutti. Dalle dichiarazioni raccolte sul campo emerge che l’attenzione dei militari “si rivolge ai bimbi e alle donne, piuttosto che prendere di mira la resistenza”. Anche ieri, alle 4 del mattino, le forze israeliane hanno attaccato costringendo tutti a cercare rifugio nel quartiere di Daraj. Un profugo ha riferito che sono ancora “molti i morti sotto le macerie degli edifici demoliti, e non sono stati ancora recuperati a causa dei mezzi limitati di cui dispone la protezione civile”. Molti di loro hanno detto che quando sono tornati per raccogliere alcune delle loro cose, hanno scoperto che tutto era stato rubato, compresi i soldi e i vestiti. “C’è un diffuso spargimento di sangue e non ci è rimasto più nulla - ha dichiarato uno sfollato a un giornalista di Al Jazeera- dormiamo per strada senza alcun riparo. Tutto ciò che possiamo dire è che Dio ci aiuti e porti giustizia”.
Riferendosi a un altro attacco, il direttore generale dell'ufficio stampa del governo di Gaza, Ismail al-Thawabta, ha accusato le forze israeliane di aver compiuto un "massacro pianificato" nella città di Gaza. Un massacro che solo in quell’area ha provocato altre decine di morti. Sono state raccolte "testimonianze documentate" secondo cui le forze israeliane hanno aperto il fuoco sui residenti del quartiere nonostante si trovassero su vie di evacuazione designate dall’IDF. Le squadre della protezione civile di Gaza affermano di aver trovato almeno 60 corpi dopo il ritiro parziale dell’esercito israeliano. Anche oggi proseguono i lavori per recuperare i morti e i feriti dalle strade e dagli edifici distrutti nella zona. La maggior parte delle persone uccise nel quartiere erano “famiglie, donne e bambini”, ha detto il portavoce della protezione civile di Gaza, Mahmoud Basal, il quale ha aggiunto “Le squadre della protezione civile di Gaza intervenute per salvare i sopravvissuti hanno constatato che alcuni cadaveri sono stati mangiati dai cani”. In totale, nelle ultime 24 ore, gli attacchi di Israele a Gaza hanno causato più di 150 vittime e il ferimento di oltre 400 persone.
Le forze israeliane erano entrate nel quartiere all’inizio di questa settimana dopo aver ordinato ai civili di evacuare lanciando dal cielo migliaia di volantini nei quali gli veniva intimato di sfollare verso Khan Yunis. Dal 7 ottobre sono almeno dodici le volte in cui gli israeliani hanno costretto due milioni di palestinesi a sfollare. Anche questo è un crimine di guerra; fosse stato compiuto dai russi verso gli ucraini si sarebbero spesi fiumi di parole, prime pagine e aperture nei TG. Ma se a commettere stermini, massacri, eccidi, violazioni umanitarie e di guerra di ogni genere è Israele e il suo popolo, quelli per i quali le vittime non sono altro che “animali umani”, e che lo stesso Netanyahu l’8 ottobre 2023, a rete unificate, ha paragonato agli amaleciti, il popolo che Dio aveva ordinato agli ebrei di sterminare, allora è tutta un’altra storia. Si solleva qualche timida obiezione, piccoli rimbrotti simili a quelli che un marito o una moglie potrebbero fare a un coniuge recidivo. Nulla di più. La stampa tace. I telegiornali pure. È così che la deriva umana di Israele, impastata di pericolose e fanatiche ideologie razziste e suprematiste, che da decenni nutrono intere generazioni col latte dell’odio e il pane del disprezzo, in maniera carsica, si è diffusa in occidente, trasformandolo nel più untuoso e servile dei complici. Sostenendo Israele con armi e silenzi, siamo diventati parte integrante della sua epitome del male.
Frattanto, nel consueto silenzio della stampa e dei media, la situazione nella Striscia di fa sempre più drammatica. Secondo il Ministero della sanità di Gaza, più di 71.000 palestinesi hanno contratto l’epatite a causa degli sfollamenti continui e dell’assenza d’igiene. Più di un milione di palestinesi sono stati contagiati da malattie infettive a causa delle dure condizioni di vita, della denutrizione e delle pessime condizioni igieniche. A questi numeri, vanno aggiunti gli oltre 350.000 palestinesi affetti da malattie croniche che corrono gravi rischi sia perchè l’esercito israeliano impedisce l’ingresso dei farmaci necessari, sia perchè il 70% delle strutture sanitarie e degli ospedali sono stati distrutti. Secondo quanto riferisce Al Jazeera, Hamas ha accusato le forze israeliane di “atrocità”. In una dichiarazione, il gruppo ha anche accusato Israele di aver commesso “abusi atroci” a Gaza City. “Le atrocità rivelate dopo il ritiro dell’esercito terroristico di occupazione da Tal al-Hawa, nel sud-ovest di Gaza City, dopo giorni di incursioni e intensi bombardamenti che hanno preso di mira tutti gli aspetti della vita, sono crimini di guerra di genocidio e pulizia etnica”. Hamas ha inoltre invitato le Nazioni Unite e la comunità internazionale a compiere passi immediati per porre fine alla “guerra di sterminio” che Israele sta conducendo contro i palestinesi.
A giorni arriveranno ulteriori carichi di bombe, quelle micidiali da 2000 libbre che Israele reclamava da mesi e che gli Usa avevano temporaneamente congelato. Difficile immaginare quello che accadrà quando inizieranno a vomitarle sui sopravvissuti di Gaza, sulla cui testa dal 7 ottobre sono state già state riversate più di 75 tonnellate di esplosivi che hanno distrutto più di 400.000 case e ucciso un numero di persone che si aggira fra 38.500 e 187.000 persone stando alle stime pubblicate sulla rivista scientifica The Lancet. Lo scontato appoggio degli Stati Uniti, la prona sottomissione dell’Europa che, priva di una testa e di un’anima pensante autonoma, accondiscende col suo silenzio alla disumanizzazione di un popolo e alla lobotomizzazione del proprio, sono segni tangibili della pericolosa deriva in corso nell’Occidente e del suo declino morale, etico, economico e anche di leadership. Un Occidente ostaggio di corrotti guerrafondai, di cristiani sionisti animati da ideologie messianiche mortifere e di una nazione, Israele, che sventola la Bibbia come fosse un atto notarile e ha trasformato Dio un broker immobiliare razzista. Un Israele che sembra sempre più un esercito con uno stato, piuttosto che uno stato con un esercito. “La guerra a Gaza costituisce un precedente pericoloso”. A dirlo non è l’esponente di un governo democratico occidentale ma il portavoce del governo dell’Iraq, Bassem al-Awadi.
“Ciò che il criminale governo Netanyahu sta commettendo non si è limitato a infrangere le leggi e le carte internazionali, ma è andato oltre, assordando ogni voce umana, in un provocatorio insulto a tutti i compiti e agli appelli delle organizzazioni internazionali e agli sforzi di pace in tutto il mondo. E nel tentativo di sconvolgere tutti i concetti del diritto internazionale, il che porterà a destabilizzare la sicurezza della regione e a diffondere il conflitto oltre i suoi confini”. Analisi icastica e condivisibile che non fa che allargare l’ombra sinistra che questa guerra proietta sull’Occidente. Sempre Bassem al-Awadi ha chiesto alle principali potenze del mondo “di sostenere il diritto alla vita del popolo palestinese e di porre fine all’aggressione, diventata un pericoloso precedente nella storia umana”.
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