Elezioni in Germania, l'ex Pd Paola Concia: "Cdu-Csu-Spd? Una grande (ma debole) coalizione che farà fatica a governare" 

Con Paola Concia, ex deputata dem, cerchiamo di leggere i risultati del voto di ieri con uno sguardo sul futuro di un paese in piena crisi

di Andrea Soglio
Esteri

Quale Governo esce dalle elezioni in Germania e come sarà

Sono passate poche ore dai risultati definitivi delle elezioni politiche in Germania ma fin dagli exit poll, che di fatto ricalcavano i sondaggi delle settimane precedenti, la situazione era già piuttosto chiara: CDU primo partito, anche se con una crescita non clamorosa; Afd, il movimento di estrema destra che raddoppia voti e seggi ma non andrà al governo, i socialdemocratici di Spd al risultato più pesante della loro storia ma che, per i giochi della politica, resterà alla guida del paese in quella che proprio a Berlino è stata coniata ed inventata come "Grossa Coalizione".

Tutto previsto, quindi? Beh, no. Anche perché alla fine i numeri pesano nella lettura di un voto che lascia ben poche alternative al leader dei cristiano-democratici, Merz, cui verrà affidato l'incarico di creare il nuovo Governo. "Si tratta di una Grossa Coalizione che ha poche alternative - spiega dalla Germania, Anna Paola Concia (ex deputata dem) - e soprattutto che ha qualche difficoltà. Non solo per una maggioranza risicata nei numeri ma anche perché i due partiti che la compongono non sono di certo nel loro momento migliore...". 

In che senso?

"CDU ha vinto, è cresciuta ma è ben lontana dai livelli dell'epoca di Angela Merkel, che viaggiava attorno al 40%. E, anche per quello che riguarda la figura del leader Friederich Merz non è certo la ex cancelliera che di fatto si portava a casa da sola i voti. Per non parlare dell'SPD, al suo minimo storico e che per forza ora affronterà una fase di profonda riflessione Interna.

È già chiaro ad esempio che l'ex Cancelliere Scholz non farà parte del prossimo esecutivo, non solo. Non sarà nemmeno lui a guidare la delegazione che tratterà con la CDU per la costruzione dell'esecutivo. Al suo posto di sarà Boris Pistorius, un politico molto più progressista e non a caso apprezzato da tutti gli altri schieramenti".

Quali potrebbero essere i punti d'incontro tra CDU ed SPD su cui si baserà il prossimo esecutivo?

"Per prima cosa bisogna analizzare la situazione in cui verso la Germania. Il pese è in una fase di profonda crisi sociale ed economica, cosa aggravata dal fatto che qui non sono abituati a gestire una situazione di emergenza simile: ci sono pmi che chiudono giorno dopo giorno, per non parlare delle grandi aziende come quelle del settore dell'auto, storico trascinatore ed ora in ginocchio. C'è poi una crisi sociale su due fronti: migranti e Germania Est.

È ovvio che su questi temi servono risposte comuni e soprattutto efficaci. Servono investimenti, infrastrutture, serve liberarsi dall'assurdo divieto di aumentare il debito, servono poi azioni sulla questione dell'immigrazione. Altro tema centrale resta quello dell'atlantismo, dell'europeismo e del sostegno all'Ucraina, valori comuni e fondanti. Tutte cose su cui i due partiti, alla fine, non erano poi così distanti e si cui si troverà terreno comune".

Lei ha parlato di Germania Est, zona che pare diventata il vero feudo di AfD, l'estrema destra...

"La questione Germania Est è spinosa e centrale. Bisogna ammettere che l'SPD nella legislatura passata ha commesso un errore molto grave non avendo un ministro proveniente dalla ex Ddr. In passato invece non era così. Angela Merkel era una tedesca dell'Est ed oltre a lei c'erano ministri e persino un Presidente della Repubblica dell'Est, Joachim Gauck. Fino a ieri invece con Scholz non c'era nessuno a rappresentare una fetta del paese che non si sente quindi rappresentata".

Possiamo quindi dire che in parte dentro gli oltre 10 milioni di elettori di AFD ci siano anche una sorta di voto di protesta?

"Sicuramente sì. Oggi tutti i media tedeschi raccontano come il partito di estrema destra abbia preso consensi da tutti gli altri partiti dell'arco parlamentare. Impossibile definire tutti questi nuovi loro elettori come "nazisti". Certo, c'è chi ha anche quel tipo di pensiero, innegabile, ma per arrivare quasi al 21% serve altro. Di sicuro serve che oggi la politica a Berlino si interroghi sulle ragioni di questo risultato storico per il partito di Alice Weidel".

Ultima domanda su SPD, al peggior risultato della storia ma che si ritrova lo stesso al Governo... un po' come accade in Italia con il Partito Democratico...

"I socialdemocratici pagano gli errori dell'intera legislatura ed oggi non hanno alternative ad una profonda riflessione interna. Teniamo però conto che la Germania si è spostata verso destra, e non dal voto di ieri. Anche lo stesso Scholz ad esempio sulla questione migranti aveva sposato pensieri e considerazioni lontane dalla cultura di sinistra. Serve quindi un cambiamento, ma le risorse e le idee non mancano".

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