Germania, la Spd resta senza guida. Scholz con consensi ai minimi e Pistorius che si sfila: "Non sono disponibile"
I socialdemocratici se non troveranno a breve un candidato all'altezza dovranno riproporre il cancelliere uscente, ma il suo gradimento tra gli elettori non lascia ben sperare per un bis
Olaf Scholz
Germania, Spd in difficoltà. Il passo indietro di Pistorius spiazza il partito. E Scholz...
La Germania andrà al voto anticipato, le elezioni si terranno il prossimo 23 febbraio, ma la Spd non ha ancora il suo candidato cancelliere. Sembrava Boris Pistorius, l'attuale ministro della Difesa, il prescelto visto anche il gradimento dell'elettorato dei socialdemocratici nei suoi confronti. Ma c'è stato il colpo di scena, Pistorius è uscito dalla corsa: "Non sono disponibile". Alla fine Pistorius - riporta Il Corriere della Sera - pronuncia le uniche tre parole che potevano mettere fine alla crisi e alla spaccatura della Spd. Fa un passo indietro e rinuncia alla corsa per la cancelleria con un messaggio video rivolto ai propri compagni socialdemocratici, indicando in Olaf Scholz "un cancelliere eccezionale" e "il candidato giusto".
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Ma gli elettori non sembrano pensarla esattamente così. L'indice di gradimento verso il cancelliere tedesco è del 20%, mentre quello di Pistorius (primo in assoluto tra i politici) è al 61%, una differenza molto evidente. Pistorius è più apprezzato anche rispetto al leader della Cdu Friedrich Merz, che però guida un partito che domina i sondaggi (al 32- 34%) e prenota la guida della Germania. "Ho appena comunicato alle compagne e ai compagni — dice Pistorius nel video — che non sono a disposizione per la candidatura alla cancelleria. Si tratta di una decisione sovrana, mia personale".
Nei giorni scorsi, mentre Scholz rientrava dal G20 di Rio, i vertici dell’Spd - prosegue Il Corriere - si sono riuniti per discutere proprio la questione della candidatura. Era evidente che una decisione fosse imminente. Pistorius ha liberato il campo, dimostrando lealtà. Ora, però, bisognerà fare i conti con i tanti delusi nel partito. E, a febbraio, con gli elettori.