Guerra, giornalista russa anti-Putin. "Vivo in un thriller, isolata da tutti"
Marina Ovsyannikova "Non ho sostegno neanche dagli ucraini, mi credono una dell'ex Kgb. Dopo la mia protesta il tg della sera va in onda in differita"
Guerra Russia Ucraina, "in redazione è vietato fare il mio nome"
La guerra in Ucraina continua senza sosta ormai da 33 giorni. Non è servito quel gesto plateale fatto da una giornalista della tv russa all'inizio del conflitto. Marina Ovsyannikova aveva esposto un cartello durante il tg della sera con la scritta "no war" e per questo - si legge sul Corriere della Sera - da quel momento la sua vita è diventata un incubo. E' lei stessa a raccontarlo in un'intervista concessa a "Che tempo che fa" su Rai Tre. "Ho paura. Sono una persona normale, un’abitante di Mosca, ho due figli che tiro su da sola e ho paura più per loro che per me stessa. Potrebbero aggredirli a scuola, o per strada. La mia vita è un thriller, non so cosa succederà. Mi accusano di essere una spia britannica; l’Ucraina crede che io sia un agente dell’Fsb; la mia figura è circondata da teorie del complotto e abbastanza screditata. Vivo alla giornata e forse è meglio".
Quando la sera del 14 marzo, in prima serata, - prosegue il Corriere - ha fatto irruzione nello studio del tg del Canale Uno con un cartello di protesta con lo slogan «No War», la giornalista russa Marina Ovsyannikova sapeva che la sua vita sarebbe cambiata per sempre. Eppure, ha raccontato ieri sera a Fabio Fazio, "volevo far sapere al mondo che molti russi sono contro la guerra. Tutte le persone su cui contavo sono scomparse. Ho incontrato altre persone, più affini a me. Ma certo mi sento sola". Quando è tornata nel parcheggio dello studio tv per riprendere la sua auto, "ho trovato le gomme bucate e il motore che non funzionava. Penso sia stata proprio la sicurezza del canale tv". Ma non può saperlo: nell’emittente è ora "vietato fare il mio nome, e parlare dell’episodio, e ora per sicurezza il tg va in onda con un minuto di differita". Rischia fino a 15 anni di carcere.