Guerra, la polizia israeliana conferma: morto il leader di Hamas Sinwar. Il corpo ritrovato tra le macerie

"L'Italia ha ribadito che riconosce il diritto di Israele a resistere e difendersi dagli attacchi di chiunque. Ma abbiamo chiesto di proteggere la popolazione civile di Gaza e del Libano"

di Redazione

Yehya Sinwar

Esteri

Netanyahu: "L'uccisione di Sinwar è la fine di Hamas a Gaza"

"Questa è la fine del governo malvagio di Hamas", "ve lo dico in modo chiaro: Hamas non governerà più la Striscia di Gaza". Cosi' il primo ministro israeliano, Benjamyn Netanyahu in una conferenza stampa tv dopo l'annuncio della uccisione del leader di Hamas, Yahya Sinwar. 

"Oggi abbiamo regolato i conti", ha aggiunto. "Alle care famiglie degli ostaggi dico: questo è un momento importante nella guerra. Continueremo con tutta la forza finché tutti i vostri cari, i nostri cari, non saranno a casa".

Guerra, il ministro degli Esteri israeliano: "Eliminato Sinwar"

Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha confermato che il leader di Hamas Yahya Sinwar è stato "eliminato". Katz ha inviato un messaggio con cui ha informato diversi suoi colleghi nel mondo, ha riferito il ministero degli Esteri. "L'assassino di massa Yahya Sinwar, responsabile del massacro e delle atrocità del 7 ottobre, è stato eliminato oggi dai soldati delle Idf", ha annunciato Katz.

Hamas, l’Idf verifica la possibilità della morte del leader Sinwar

Le IDF, secondo una nota delle forze di difesa israeliane, stanno indagando sulla possibilità che uno dei tre terroristi uccisi dalle loro forze in una recente battaglia a Gaza fosse il leader di Hamas Yahya Sinwar. "Al momento, l'identità dei terroristi non può essere confermata", si legge nella nota.

Secondo l'esercito israeliano non c'erano ostaggi presenti nell'area in cui sono stati uccisi i tre terroristi. C'erano state segnalazioni secondo cui Sinwar si era nascosto tra gli ostaggi, usandoli come scudi umani.


 

Un corpo, che si ritiene essere quello di Sinwar, è stato trasportato in Israele per l'analisi del Dna. Le autorità israeliane saranno in grado di condurre l'analisi sul corpo confrontandolo con il Dna raccolto durante la detenzione di Sinwar in una prigione israeliana. “Abbiamo il suo Dna quando era in prigione”, aveva detto l'ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite Danny Danon in un'intervista a settembre, quando le autorità israeliane credevano, erroneamente, di aver ucciso il leader di Hamas.

Attacco di Israele alle basi Unifil, "la missione Onu non è un obiettivo" 

Unifil ieri ha denunciato ancora nuovi attacchi israeliani, ma in serata l'esercito dello Stato ebraico ha ribadito che la missione Onu "non è un obiettivo". Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha tenuto un'informativa al Senato. Ieri nuovo raid su Beirut, con 16 morti e 52 feriti a Nabatiyeh, dove è stato distrutto un intero villaggio. Pronto il piano per rispondere all'attacco dell'Iran del primo ottobre. Secondo la Cnn, sarà limitato ad obiettivi militari e non punterà a impianti nucleari o petroliferi. La premier Meloni sarà domani ad Aqaba per un colloquio con il re di Giordania Abdallah II e poi a Beirut dove incontrerà il primo ministro libanese Mikati.

Attacco di Israele alle basi Unifil, l'intervento di Crosetto 

"L'Italia ha ribadito che riconosce il diritto di Israele a resistere e difendersi dagli attacchi di chiunque. Allo stesso tempo abbiamo chiesto ad Israele di attenersi alle regole del diritto internazionale e di proteggere l'incolpevole popolazione civile, a Gaza come in Libano, ed il contingente Onu". LO ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nella sua informativa al Senato sui recenti attacchi alle basi Unifil in Libano. "Continuiamo a lavorare ad una soluzione diplomatica che, per quanto difficile, è l'unica possibile. Unifil va rafforzato e le forze libanesi rese più credibili. Servono nuove regole d'ingaggio e devono essere fatte rispettare. Ad Israele diciamo di aiutarci a rafforzare Unifil e le forze libanesi per fare in modo pacifico quello che sta facendo con le armi", ha aggiunto Crosetto.

"Ho voluto segnalare la necessità di un incisivo e rapido intervento delle Nazioni Unite che metta Unifil nelle condizioni di esercitare una reale deterrenza all'uso della forza - ha detto ancora il ministro - Questo potrebbe essere ottenuto prevedendo diverse opzioni operative, quali ad esempio la presenza di una riserva schierabile rapidamente nel Sud del Libano, garantendo così la piena libertà di manovra delle unità e adeguando equipaggiamento e dotazioni all'ambiente in cui operano". 

Crosetto ha quindi annunciato che "a giorni, subito dopo il G7 della Difesa, dove a partire da domani dedicheremo ampio spazio al Medio Oriente e al Libano, con ulteriori riflessioni e considerazioni, andrò a Beirut e Tel Aviv. Inoltre, seguirà presto una conferenza, in Italia, per rendere concreto il sostegno alle forze armate libanesi in termini finanziari, addestrativi e di equipaggiamento". 

"Sono state adottate tutte le misure necessarie per gestire i rapidi cambiamenti di situazione" per il contingente Unifil in Libano, "rafforzando le misure di protezione attiva e passiva. Inoltre, i piani di evacuazione sono stati aggiornati, testati e sono pronti per essere attuati, se necessario", ha quindi annunciato il ministro della Difesa.

"Come Difesa - ha aggiunto - siamo ovviamente pronti a fare la nostra parte e, qualora necessario, siamo in grado di condurre operazioni di estrazione del contingente nazionale e dei nostri connazionali in Libano, anche in modo autonomo. In tal senso sono stati già pre-allertati assetti aerei e navali per tale scopo, e il loro livello di prontezza è stato recentemente innalzato e adeguato alla situazione sul campo".

 "Voglio che sia chiaro e resti agli atti: non è messa in discussione la nostra partecipazione a Unifil, che proseguirà fino a quando ve ne sarà la necessità e le Nazioni Unite,insieme ai 50 Stati contributori, non decideranno diversamente. Andare via ora non porterebbe alcun beneficio e minerebbe, forse definitivamente, la credibilità stessa delle Nazioni Unite" ha detto ancora Crosetto. "La presenza dei soldati di Unifil - ha aggiunto Crosetto - può, invece, ancora costituire un elemento fondamentale per prevenire nuovi e peggiori scontri diretti, nuovi e peggiori conflitti. I caschi blu possono fungere da fattore di pacificazione, necessario in questo momento. Inoltre, la loro presenza tornerà ad essere determinante nella fase di stabilizzazione, quando, speriamo tutti presto, si abbasserà il livello di scontro". 

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