Guerra, l'Iran a Israele dopo i 200 missili: "Se rispondete, Tel Aviv ridotta in cenere". Ma Netanyahu annuncia vendetta

Il generale iraniano Bagheri: "Pronti a colpire tutte le infrastrutture di Israele"

di Redazione Esteri
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MIssili iraniani contro Israele

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Mo: Axios, 'Israele potrebbe colpire le raffinerie di petrolio iraniane'

Israele potrebbe colpire le raffinerie iraniane come rappresaglia per l'attacco di ieri sera, durante il quale Teheran ha lanciato circa 180 missili balistici su Tel Aviv e altri obiettivi in ​​tutto il Paese. Il giornale online statunitense Axios ha riferito che i funzionari israeliani stanno valutando una "rappresaglia significativa" all’attacco iraniano entro pochi giorni, che potrebbe colpire gli impianti di produzione di petrolio all’interno dell’Iran e altri siti strategici. Si ritiene che Israele si stia consultando con gli Stati Uniti su come calibrare la risposta militare, che potrebbe spingere il Medio Oriente sempre più sull'orlo di una guerra regionale. Gli analisti hanno anche ipotizzato che Tel Aviv potrebbe prendere di mira gli impianti del programma nucleare iraniano, anche se gli Stati Uniti potrebbero voler escludere tale opzione a causa della probabilità di un'ulteriore escalation del conflitto. "Ci saranno gravi conseguenze per questo attacco e lavoreremo con Israele per far sì che ciò accada", ha affermato ieri sera il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, aggiungendo che gli Stati Uniti avrebbero avuto presto "consultazioni in corso con gli israeliani". Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha convocato una riunione del gabinetto di sicurezza ieri sera per discutere di una risposta militare all'attacco. Secondo Axios, i funzionari israeliani hanno concordato in linea di principio di lanciare una rappresaglia, ma hanno dovuto conferire con i funzionari statunitensi sulla cooperazione difensiva del Comando centrale degli Stati Uniti, nonché sulle forniture di munizioni e altro supporto operativo.

Guerra, l'Iran lancia missili contro Israele e minaccia: "Questo è solo l'inizio". Tel Aviv bombarda Beirut

La guerra in Medio Oriente, nella serata di ieri, ha fatto registrare la temuta escalation. L'Iran ha deciso di rispondere con forza all'uccisione del leader di Hezbollah Nasrallah e ha lanciato un duro attacco contro Israele. Teheran ha sparato 200 missili. Lo ha riferito la televisione di Stato iraniana. L'esercito israeliano aveva detto in precedenza che l'Iran aveva sparato circa 180 missili contro Israele, la maggior parte dei quali erano stati intercettati. Ma l'Iran non si fermerà a questo se Netanyahu, che ha già dichiarato che "l'Iran ha commesso un grave errore", deciderà di rispondere al fuoco. Il capo di stato maggiore dell'esercito iraniano, il generale maggiore Mohammad Bagheri ha messo in guardia Tel Aviv: "Se il regime sionista, che è impazzito, non è controllato dai suoi finanziatori americani ed europei e vuole continuare questi crimini o agire contro la nostra sovranità e integrità territoriale, l'operazione come quella di questa notte (martedì) sarà ripetuta con maggiore intensità e tutte le infrastrutture del regime saranno prese di mira".

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Proseguono anche gli attacchi di Israele in Libano. "Almeno cinque attacchi israeliani hanno preso di mira i sobborghi meridionali di Beirut", ha spiegato la fonte libanese che ha chiesto l'anonimato perché non autorizzata a parlare con i media. I corrispondenti dell'Afp hanno sentito diverse esplosioni e hanno visto il fumo alzarsi in un'area, mentre divampava un incendio. L'esercito israeliano ha dichiarato che stava "colpendo obiettivi terroristici di Hezbollah a Beirut". Israele ha annunciato che i suoi aerei da combattimento continueranno a colpire "con forza" nelle prossime ore "in Medio Oriente". "L'aeronautica militare continua a operare a pieno regime e stasera continueremo a colpire con forza in Medio Oriente come facciamo da un anno", ha dichiarato in un comunicato il contrammiraglio Daniel Hagari, portavoce dell'esercito israeliano, dopo che l'Iran ha attaccato Israele lanciando 200 missili verso il suo territorio.