Guerra, la nuova proposta di Israele: "Non uccideremo Sinwar, ma in cambio vogliamo tutti gli ostaggi liberi"

L'offerta di Netanyahu al leader di Hamas potrebbe mettere la parola fine al conflitto. Ma intanto Tel Aviv continua a bombardare pesantemente Gaza e Khan Younis: decine di vittime

di Redazione Esteri
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Guerra, l'offerta a Sinwar: salvacondotto al leader di Hamas, ma solo a una condizione

Potrebbe essere vicina alla svolta la guerra in Medio Oriente, Israele ha fatto una proposta ad Hamas destinata a essere presa seriamente in considerazione, soprattutto dal suo nuovo leader Sinwar. Netanyahu, infatti, gli ha offerto la libertà in cambio di tutti gli ostaggi. La proposta di Tel Aviv è di fatto un salvacondotto per Sinwar: "Potrà lasciare vivo la Striscia di Gaza in cambio della liberazione di tutti gli ostaggi". A dirlo - riporta Il Messaggero - è stato il coordinatore del governo israeliano per gli ostaggi, Gal Hirsch, in un'intervista a Bloomberg. "Sono pronto a fornire un passaggio sicuro a Sinwar, alla sua famiglia, a chiunque voglia unirsi a lui", ha detto Hirsch. "Vogliamo che tutti gli ostaggi tornino a casa. Vogliamo la smobilitazione, la sradicalizzazione, e credo che accetteremo di dare a Sinwar e ai suoi uomini un salvacondotto sicuro".

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I colloqui - prosegue Il Messaggero - sono in fase di stallo. "Da novembre non ci sono stati praticamente negoziati e non sembrano volere un accordo", ha detto Hirsch. L’ipotesi, di fatto, può essere uno spiraglio nella trattativa per la tregua apparentemente arenata. Nel frattempo, sul campo, si registra una nuova strage. Nel giorno in cui le immagini dall’alto mostrano un cratere profondo una decina di metri e intorno diverse tende distrutte, istantanee dall’accampamento di Al Mawasi, a Khan Younis, nella zona meridionale della Striscia di Gaza.

L’attacco dal cielo è stato guidato dallo Shin Bet, dall’intelligence militare israeliana e dal Comando che opera - prosegue Il Messaggero - nella zona ed è diretto contro un nucleo di Hamas di cui fanno parte Samer Abu Daqqa, capo dell’unità aerea dell’organizzazione terroristica, Osama Tabesh, capo della divisione sorveglianza e Ayman Mabhouh, tutti coinvolti nel massacro del 7 ottobre e secondo l’Idf in procinto di pianificare altre azioni. Ma il campo di Al Mawasi è al centro dell’area definita "zona umanitaria" e ospita centinaia di persone in cerca di riparo. Ci sono decine di morti.