Guerra, Macron: "Putin non cede su nulla". Torna lo spettro nucleare dell'Iran

La trattativa sul fronte diplomatico non porta a passi in avanti. Europa sempre più ai margini, per la Russia è il nemico. Il ruolo di Israele e Turchia

Esteri
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Guerra, Putin non ascolta l'Europa. Turchia e Israele le uniche speranze

Putin non ha intenzione di fare nessun passo indietro. Questo è quanto emerge sul fronte diplomatico. La Russia prosegue con la guerra in Ucraina, i bombardamenti su Kiev e nelle altre principali città del Paese non si fermano. La capitale ormai è accerchiata e da un momento all'altro lo Zar potrebbe dare l'ordine di invasione su tutti i fronti, intensificando anche gli attacchi aerei, visto che la "no fly zone" chiesta da Zelensky agli alleati difficilmente verrà attuata. Intanto - si legge sulla Stampa - due nuovi attori sono entrati con decisione nella partita diplomatica che si sta giocando tra la Russia e l’Occidente: Israele e la Turchia. Ieri, neanche 24 ore dopo il lungo colloquio tra il premier israeliano Naftali Bennett e Vladimir Putin a Mosca, i due si sono risentiti telefonicamente. Bennett aveva parlato con il presidente francese Macron (che ieri, dopo aver sentito per oltre un’ora Putin ha definito il colloquio inutile, «Non cede su nulla»), con il cancelliere tedesco Scholz e con il presidente ucraino Zelensky.

Prima che l’invasione dell’Ucraina facesse saltare le relazioni tra Russia e Occidente, - prosegue la Stampa -sul tavolo dei colloqui per il nucleare iraniano a Vienna, sembrava si fosse raggiunto un accordo per un ritorno di Teheran ai termini della non proliferazione nucleare definiti nel 2015, e a una conseguente revoca delle sanzioni statunitensi al regime degli Ayatollah. Il progetto, con il formato 5+1 (Francia, Germania, Regno Unito, Russia, Cina e Iran), è stato negoziato con il consenso degli americani e doveva essere finalizzato nei prossimi giorni. Ma i russi, vista la situazione, hanno deciso di chiedere “garanzie scritte” all’amministrazione statunitense, sul fatto che il pacchetto di sanzioni comminate in seguito all’invasione dell’Ucraina, non avrebbero ostacolato i rapporti commerciali con l’Iran. Ecco quindi che Turchia e Israele, che condivide tra l’altro con Mosca una strategica cooperazione militare sullo scacchiere siriano, si configurano al momento tra i pochi player in grado di gestire una mediazione, viste le tante problematiche internazionali che si intrecciano in questa sempre più complicata trattativa.

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