Guerra Ucraina, India e Brasile contro la Russia all'Aja per motivi diversi

I giudici di Nuova Delhi, Brasilia e anche dell'Uganda si discostano dalla linea dei rispettivi governi e condannano l'invasione di Putin. Ecco perché

di Lorenzo Lamperti
Esteri
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Guerra in Ucraina, India e Brasile contro la Russia alla Corte Penale Internazionale

C'erano una volta un indiano, un ugandese e un brasiliano. Membri della Corte internazionale di giustizia, hanno votato a sorpresa contro la Russia. Nonostante i rispettivi governi avessero mantenuto una posizione molto ambigua sull'invasione in Ucraina. Segnale di discordanza rispetto alle mosse dei loro esecutivi oppure un implicito messaggio rivolto a Mosca che il supporto ha anche un limite?

Quello che è certo è che la Corte internazionale di Giustizia ha stabilito che la Russia deve "sospendere immediatamente l'operazione militare avviata il 24 febbraio 2022 sul territorio dell'Ucraina". La Corte, ha affermato di essere "profondamente preoccupata" sull'uso della forza nel Paese e ha detto di essere consapevole "della portata della tragedia umana in Ucraina". Kiev aveva chiesto alla Corte di intervenire, sostenendo che la Russia aveva violato la Convenzione sul genocidio del 1948 accusando falsamente l'Ucraina di aver commesso un genocidio e usandolo come pretesto per l'invasione in corso.

Nell'ordine si specifica inoltre che non si sono riscontrate alcune prove a sostegno delle giustificazioni usate dal Cremlino per legittimare l'invasione, cioè il presunto genocidio commesso da Kiev contro le popolazioni russofone dell'Ucraina orientale. La Russia non ha partecipato all'udienza iniziale ma ha inviato una lettera sostenendo che la Corte non avrebbe avuto giurisdizione sul caso.

Guerra in Ucraina, nessun intesa possibile tra Kiev e Mosca sulla Corte Penale

Una sentenza che pone base legali e che mette l'operazione russa fuorilegge secondo quanto dice il governo ucraino. "L'ordinanza è vincolante ai sensi del diritto internazionale. La Russia deve conformarsi immediatamente. Ignorare l'ordine isolerà ulteriormente la Russia", ha affermato Zelensky. Non la pensa così ovviamente la Russia, che ha rigettato la richiesta dell'Aja. "Noi non possiamo tenere conto di questa decisione", ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, sottolineando che le due parti, la Russia e l'Ucraina, devono essere d'accordo perché la decisione possa essere attuata. "E su questo non può esserci consenso", ha aggiunto.

Ma l'elemento forse più interessante del processo di voto della Corte arriva dalle scelte di alcuni dei giudici. A dissociarsi parzialmente è infatti rimasta solo la Cina, con la giudice Xue Hanqin che ha votato insieme a tutti gli altri solo sull'ultimo punto, che prevede che entrambe le parti devono astenersi da qualsiasi azione che possa aggravare o estendere la controversia. Ma non si è allineata agli giudici sugli altri due punti del dispositivo, non respingendoli in toto ma esprimendo "riserve". Il tutto dunque rispecchiando l'ambiguità cinese che non sostiene ma non condanna l'invasione russa in Ucraina.

Interessante invece la decisione del giudice indiano Dalveer Bhandari,  che ha votato a favore delle misure provvisorie ordinate ieri nel procedimento avviato dall'Ucraina contro la Russia ai sensi della Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio. Questo nonostante l'India si è astenuta sulle risoluzioni di condanna della Russia nel Consiglio di sicurezza, nell'Assemblea generale e nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. 

Guerra in Ucraina, il giudice indiano strumento di un messaggio di Modi a Putin?

Il governo di Narendra Modi sta dimostrando che non è disposto a mettere in pericolo i suoi forti legami con la Russia per le azioni di Putin in Ucraina. Tra gli indiani c'è anche chi sta apertamente dalla parte di Mosca. Secondo Al Jazeera, per esempio, hashtag come #IStandWithPutin e #istandwithrussia hanno fatto tendenza sui social media indiani. L'approccio dell'India alla guerra in Ucraina non è sorprendente. Le relazioni tra Mosca e Nuova Delhi sono state caratterizzate da un "alto grado di fiducia politica e strategica".

La scommessa di Nuova Delhi è di poter evitare ripercussioni perché gli Usa hanno bisogno di lei con la Cina. Come d'altronde accaduto già negli anni scorsi sull'Iran quando ha potuto aggirare le sanzioni di Donald Trump giovandosi di un occhio o anche due chiusi da parte della Casa Bianca. Dall'inizio dell'invasione totale dell'Ucraina da parte della Russia il 24 febbraio, il governo indiano è rimasto ambiguo, non sostenendo ma neppure condannando l'invasione. Astenendosi sulle risoluzioni delle Nazioni Unite come fatto dalla Cina.

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Guerra in Ucraina, perché i giudici di Uganda e Brasile si discostano dalla neutralità dei governi su Putin

Interessante dunque la decisione del giudice indiano di votare insieme agli altri membri. Forse un segnale mandato da Nuova Delhi che il supporto a Putin ha dei limiti. Nello stesso modo può essere interpretata la decisione del giudice ugandese. Anche l'Uganda infatti non ha condannato l'invasione russa, come altri paesi africani. Tradizionalmente, il legame tra Russia e Africa è stato più che altro di natura militare. Ancor prima della sua dissoluzione, l'Unione Sovietica ha partecipato all'addestramento di circa 250 mila soldati africani provenienti da diversi paesi, in particolare Zimbabwe, Guinea e Madagascar.

A livello commerciale, invece, Mosca parte da una posizione di netto svantaggio rispetto agli altri attori presenti nel continente. Ma mentre l'interscambio commerciale di alcuni di questi sta diminuendo, quello russo è in deciso aumento. Basti vedere a quanto successo nel decennio 2006-2016, durante il quale secondo il report del Brookings Institution, l'export degli Stati Uniti è diminuito del 66%, così come quello del Brasile, mentre quello di Mosca è aumentato dl 168%, pur mantenendosi su livelli totali ancora molto minori.

Il giudice brasiliano scarica Bolsonaro che a breve lascerà posto a Lula

Interessante dunque il segnale arrivato dalla giudice ugandese Julia Sebutinde di votare contro la Russia. Così come fatto dal giudice del Marocco, Mohamed Bennouda. Anche se in questo caso Mosca e Rabat sono entrate in collisione negli scorsi anni per il fatto che la diplomazia russa ha ospitato esponenti del fronte Polisario, una organizzazione militante e un movimento politico attivo nel Sahara Occidentale, al fine di ottenere la realizzazione del diritto all'autodeterminazione. Cosa che ovviamente fece infuriare il governo marocchino.

Anche la scelta del giudice brasiliano Antônio Augusto Cançado Trindade. Anche qui, infatti, il presidente brasiliano Jair Bolsonaro non ha condannato il Cremlino per l'invasione. Bolsonaro ha annunciato che il Brasile sarebbe rimasto neutrale sulla guerra. Qui però la lettura potrebbe essere diversa dal caso indiano. Mentre la presa di Modi sull'India è fortissima e dunque il voto del giudice va letto come dissociazione oppure segnale implicito dell'India alla Russia, quella di Bolsonaro sul Brasile si è ormai esaurita. Nei prossimi mesi si svolgeranno infatti le elezioni dove con ogni probabilità Bolsonaro sarà sconfitto dal ritorno di Ignacio Lula.

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