Guerra Ucraina, le accuse russe: "Laboratori biologici militari Usa a Kiev"

Da una parte Biden accusa Putin di voler usare armi chimiche, dall'altra Mosca sostiene che Washington sviluppi armi biologiche in Ucraina

Esteri
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Guerra in Ucraina anche guerra di propaganda tra armi chimiche e laboratori biologici militari

Da una parte l'accusa della volontà di utilizzare armi chimiche come in Siria, dall'altra la teoria del complotto dei laboratori biologici militari statunitensi in Ucraina. La guerra non è solo sul campo ma anche nella propaganda. La Russia "pagherà un caro prezzo se utilizzerà le armi chimiche" in Ucraina: lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in un discorso tenuto alla Casa Bianca. Sia Washington che Londra hanno avvertito ieri di un possibile utilizzo da parte di Mosca di armi biologiche, mentre la Russia accusa a sua volta gli Stati Uniti di gestire dei laboratori in Ucraina destinati a produrre armi biologiche.

Mosca rilancia sfruttando per la sua narrativa quanto detto dall'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), che ha esortato l'Ucraina a distruggere gli agenti patogeni che causano malattie nei suoi laboratori - ad esempio dove si faceva ricerca sui vaccini anti-Covid - per evitare "potenziali fuoriuscite" di virus durante le ostilita' in corso. L'invasione russa ha sollevato il timore di una 'fuga' di malattie pericolose qualora una qualsiasi delle strutture interessate in queste ricerche venisse danneggiata negli attacchi, ha riferito Reuters, citando esperti di biosicurezza.

Alcuni dei laboratori di salute pubblica ucraini, che hanno ricevuto il sostegno di Stati Uniti, Unione Europea e Oms, erano impegnati nella ricerca per contrastare virus mortali, incluso il Covid-19. L'Oms ha assicurato di aver collaborato per diversi anni con i laboratori ucraini per promuovere pratiche di sicurezza che aiutino a prevenire "il rilascio accidentale o deliberato di agenti patogeni".

C’è un altro sviluppo inquietante, riporta il Corriere della Sera: la Cina si schiera con Mosca. Il rappresentante cinese all’Onu, Zhang Jun, ha esordito «auspicando l’avvio rapido di negoziati tra Russia e Ucraina». Poi, però, ha virato schierandosi sostanzialmente con Mosca: «Chiediamo di prendere sul serio le preoccupazioni sollevate dalla Russia e di verificare se gli ucraini non stiano mettendo a punto armi chimiche o biologiche nei loro laboratori». Zhang Jun ha polemizzato con gli Stati Uniti: «È il Paese che più di tutti sta sviluppando queste armi proibite».

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