Guerre stellari tra Cina e Stati Uniti: con Trump (e l'amico Musk) si riaccende la corsa allo spazio
La partita su scala globale tra Cina e Stati Uniti si gioca anche fuori dai confini del pianeta, con progetti analoghi in cui si mischiano scienza, prestigio e geopolitica
Guerre stellari tra Cina e Stati Uniti: la sfida globale oltre i confini del Pianeta
Controllare lo spazio per controllare la Terra. Non è fantascienza, ma la realtà della corsa allo spazio del terzo millennio. La sfida globale tra Cina e Stati Uniti si gioca anche oltre i confini terrestri, mescolando scienza, geopolitica e prestigio internazionale. Se l’esplorazione lunare e marziana mira a un beneficio collettivo per l’umanità, lo sviluppo di reti satellitari offre un chiaro vantaggio strategico.
Secondo il report annuale di Novaspace, gli Stati Uniti guidano la spesa globale per lo spazio con 79,6 miliardi di dollari. Tuttavia, dal 2009, la loro quota di mercato è scesa dal 74% al 59%, segnalando il crescente impegno di altri attori. Tra questi, la Cina si distingue con un investimento di 19,8 miliardi di dollari nel 2024, superando l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) di 13 miliardi.
Ad agosto 2024, la Cina ha effettuato i primi lanci del progetto Qianfan, una megacostellazione di 14.000 satelliti in orbita terrestre bassa (LEO). Questo piano, sviluppato da Shanghai Spacecom Satellite Technology, si affianca al progetto Guowang del 2020, che prevede il lancio di altri 13.000 satelliti. Complessivamente, la Cina punta a lanciare 40.000 satelliti entro il 2040 e a creare una stazione lunare permanente entro il 2050.
I satelliti rappresentano tecnologie dual-use, cioè civili ma utilizzabili per scopi militari, come lo spionaggio. Disporre di una vasta rete satellitare garantisce autonomia nelle telecomunicazioni e aumenta l’influenza geopolitica. Non sorprende che i progetti spaziali rivali generino preoccupazioni. “Gran parte del programma spaziale cinese civile è in realtà militare”, ha affermato Billy Nelson, ex direttore della NASA.
Dalla parte cinese, uno studio pubblicato sul Journal of International Security Studies denuncia il rischio di saturazione dello spazio da parte di Starlink, l’azienda di Elon Musk con oltre 6.000 satelliti già in orbita. Un altro studio del Journal of Intelligence evidenzia i legami tra Starlink e l’infrastruttura militare statunitense, come dimostrato dall’uso della rete durante la guerra in Ucraina. Gli autori invitano il governo cinese a monitorare la situazione e sviluppare alternative proprie.
Elon Musk è un protagonista chiave della corsa allo spazio. Grazie ai razzi riutilizzabili Falcon-9, ha ridotto i costi di lancio da 60.000 a 1.500 dollari per chilogrammo. Con lo sviluppo di Starship, questi costi potrebbero scendere a poche centinaia di dollari per chilogrammo, accelerando l’esplorazione spaziale, inclusa quella verso Marte. Portare l’uomo sul pianeta rosso è l’obiettivo condiviso di Musk, NASA e Cina.
Per ora, però, la priorità di Washington è tornare sulla Luna entro il 2027, mentre la Cina punta a raggiungerla per la prima volta entro il 2030. Inoltre, una missione congiunta NASA-ESA per riportare campioni marziani sulla Terra è prevista per il 2040, ma potrebbe essere anticipata grazie alle innovazioni di Musk. Il nuovo direttore della NASA, Jared Isaacman, scelto da Donald Trump e amico di Musk, potrebbe facilitare questa collaborazione.
Musk non è l’unico miliardario impegnato nello spazio. Jeff Bezos, con Blue Origin, collabora con la NASA per sviluppare lander lunari e progetta una stazione spaziale. Anche Richard Branson, con Virgin Galactic, punta sul turismo spaziale. Lo spazio, insomma, non è mai stato così vicino.