Hamas-Israele, Gentili vs Habermas: "Non è lo sterminio della vita ebraica"
In quale proporzione l’identità ebraica sta alla nazionalità israeliana delle vittime e la fede islamica sta alla cittadinanza palestinese dei carnefici?
Hamas-Israele, Veronica Gentili vs il filosofo Habermas: "Non è lo sterminio della vita ebraica"
Il filosofo è il nonagenario Jurgen Habermas, che a volte è incoraggiato ad atteggiarsi come coscienza morale della Germania, e che si è recentemente pronunciato per “il sostegno ad Israele e agli ebrei tedeschi” con una dichiarazione condivisa con altri tre eminenti colleghi. Essa non è sembrata, però, all’altezza degli ideali dialogici teorizzati da Habermas nelle migliaia di pagine che hanno fatto per decenni la gioia dei lettori italiani di libri come Fatti e norme, contributi a una teoria discorsiva del diritto e della democrazia, Teoria dell’agire comunicativo voll. 1 e 2, Storia e critica dell’opinione pubblica, e molti altri.
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La fanciulla è la nostra Veronica Gentili, giornalista e conduttrice televisiva, fieramente avversata da Vittorio Feltri per aver ipotizzato che in occasione di un’intervista (vera, non come quelle allestite su di lui da Crozza) avesse un po’ alzato il gomito. Molto seguita dal pubblico soprattutto maschile. E chissà se anche il rustego Vittorio non sia attratto da Veronica.
Orbene, la lettura di un breve articolo di Veronica Gentili, pubblicato sul Fatto Quotidiano, si può vedere come una demolizione dell’affermazione centrale di Habermas & compagni. L’articolo della Gentili è del 3 Novembre, la dichiarazione di Habermas del 15. Come ha fatto Veronica a prevedere ciò che egli avrebbe sentenziato? E’ semplice. Habermas non è un filosofo di pronto intervento alla Cacciari. Ha bisogno di meditare a lungo prima di esprimersi. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in una "dichiarazione di governo" fatta il 12 Ottobre (dunque ben prima del 3 Novembre) al Bundestag, il parlamento di Berlino, ha affermato che "la nostra storia, la nostra responsabilità derivante dall'Olocausto, ci impone il dovere perenne di difendere l'esistenza e la sicurezza dello Stato di Israele". E di rincalzo il 6 Novembre il suo vice, il verde Robert Habeck, ha dichiarato: "La frase ‘la sicurezza di Israele è la ragione di Stato tedesca’ non è una formula vuota, e non deve diventarlo. È stata la generazione dei miei nonni a voler sterminare la vita ebraica in Germania e in Europa. Dopo l’Olocausto la fondazione di Israele è stata la promessa di protezione agli ebrei: e la Germania è obbligata a mantenere questa promessa".
Dunque Habermas alla fine della sua lunga meditazione ha confermato la posizione di Scholz e Habeck. Vediamo il brano centrale della sua dichiarazione: “Il massacro di Hamas, con l’intenzione dichiarata di eliminare la vita ebraica in generale, ha spinto Israele a controattaccare. Le modalità di questa rappresaglia, giustificata in linea di principio, sono oggetto di un dibattito tra tesi contrapposte; i principi di proporzionalità, di prevenzione delle vittime civili e di conduzione di una guerra con la prospettiva di una pace futura devono essere i principi guida. Nonostante la preoccupazione per la sorte della popolazione palestinese, tuttavia, gli standard di giudizio scivolano completamente quando alle azioni di Israele vengono attribuite intenzioni genocide.”
Parrebbe che Habermas e i suoi colleghi vivano in un mondo di sogno. Il governo israeliano ha ripetutamente dichiarato che vuole distruggere fisicamente il suo avversario, non arrivare a “una pace futura”! Il nemico va estirpato, annichilito, eliminato: in ciò consiste la “difesa” del governo di Israele. Quanto ai normali gazawi, verranno bombardati nella misura necessaria per assicurarsi di aver ucciso tutti i membri di Hamas. Più in generale, Habermas e i suoi colleghi sostengono che i principi che richiamano DEVONO essere la guida dell’azione del governo israeliano. E la Germania continuerà a invitare la von der Leyen ad abbracciare Bibi se il governo israeliano non solo non li segue, ma dichiara apertamente, orgogliosamente i suoi veri principi? E’ ormai accertato dal Segretario Generale dell’Onu Guterres e i suoi rapporteurs che il governo israeliano non segue per nulla i principi di Habermas! E a cosa valgono decenni di studi sulla normalitività se non solo Habermas non è in grado di offrire una soluzione, ma non sembra avere alcuna consapevolezza della contraddizione? Tuttavia la sua dichiarazione un merito ce l’ha: rende esplicita, anche se sintatticamente in una subordinata incidentale, la proposizione che nelle dichiarazioni di Scholz e Habeck aleggia implicita: la strage compiuta da Hamas è un indice della loro dichiarata intenzione di “voler sterminare la vita ebraica in generale.” Ecco il raccordo con il passato hitleriano. Ma qui cadono nel solito equivoco, confondendo gli israeliani con gli ebrei del mondo. Ad Hamas importa di cacciare gli israeliani dalla Palestina, non di “sterminare la vita ebraica in generale”.
Veronica Gentili –finalmente lei!- nel suo breve articolo va più in profondità: “I soldati di un gruppo islamico fondamentalista hanno scelto di eliminare dei civili che nulla hanno a che fare con la guerra per la sola ed unica ragione di essere ebrei… Ma è stato davvero così? C’era l’identità ebraica alla base del massacro compiuto? O questa visione dei fatti, filtrata da una lente virata al secolo scorso, rischia di oscurare le vere ragioni che stanno alla base dell’accaduto? E’ corretto affermare che il 7 Ottobre 2023 siano stati i musulmani di Allah ad uccidere e sequestrare gli ebrei di Jahvé? In questa atroce equazione di morte è molto complesso stabilire in quale proporzione l’identità ebraica stia alla nazionalità israeliana delle vittime e in quale proporzione la fede islamica stia alla cittadinanza palestinese dei carnefici. A giudicare dal tipo di contesa efferata per la divisione della terra e per la possibilità di essere cittadini liberi –non minacciati- in possesso dei propri diritti, l’impressione è che nell’equazione l’aspetto religioso sia nettamente soccombente.”