Israele: "Qualche progresso nei negoziati al Cairo". Netanyahu dimesso presto
'Trattative e operazione a Rafah temi strettamente connessi'
Israele, il Parlamento vieta al canale al-Jazeera trasmettere nel Paese
La Knesset (il Parlamento israeliano) ha approvato una legge che vieta temporaneamente la ritrasmissione in Israele di qualsiasi media straniero che "danneggia la sicurezza dello Stato", una legge che mira a limitare da oggi l'informazione sulla guerra a Gaza dell'emittente qatarina Al Jazeera. "La 'Legge Al Jazeera', che impedisce a un'emittente straniera di danneggiare la sicurezza dello Stato, è stata approvata in seconda e terza lettura con una maggioranza di 71 voti a favore e 10 contrari", ha riferito la Knesset tramite X. "Il canale terroristico Al Jazeera non trasmetterà più da Israele. Intendo agire immediatamente in conformità con la nuova legge per fermare l'attività del canale", ha aggiunto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sullo stesso social network.
"Al Jazeera ha danneggiato la sicurezza di Israele, ha partecipato attivamente al massacro del 7 ottobre", il sanguinoso attacco contro Israele, "e ha incitato contro i nostri soldati. È ora di rimuovere lo shofar (il corno con cui, secondo la tradizione ebraica, si mette in guardia la comunità) di Hamas nel nostro Paese", ha aggiunto Netanyahu.
La legge era stata approvata in prima lettura nella plenaria della Knesset a febbraio ed è ora passata in seconda e terza lettura dopo mesi di dibattito con il gabinetto di sicurezza. La legge conferisce al ministro delle Comunicazioni il potere di ordinare ai "fornitori di contenuti", per un periodo rinnovabile di 45 giorni, di terminare la loro ritrasmissione dal Paese; oltre alla chiusura dei loro uffici, alla confisca delle attrezzature e al blocco del server del sito web. Come precisato nel disegno di legge, l'ordine di chiudere un'emittente di notizie straniero deve essere sottoposto al controllo giurisdizionale di un tribunale distrettuale, che deve decidere entro 72 ore se modificare o abbreviare il periodo dell'ordine. Il ministro israeliano delle Comunicazioni Shlomo Karhi è d'accordo con Netanyahu e assicura che "non ci sarà libertà di espressione per i portavoce di Hamas in Israele" e che "Al Jazeera chiuderà nei prossimi giorni".
Damasco, colpito palazzo adiacente all’ambasciata iraniana in Siria
Nuovo attacco a Damasco. A essere colpito è stato un palazzo che “appartiene all'Ambasciata della Repubblica Islamica dell'Iran e aveva una bandiera". Lo riporta su X la rete iraniana Snn, (Students News Network). Secondo la rete televisiva al Arabya l'attacco - attribuito ad Israele e che avrebbe colpito il consolato e la residenza dell'ambasciatore - ha provocato almeno sei morti. L’ambasciatore iraniano sarebbe rimasto illeso.
Media internazionali, tra cui il canale saudita al Hadth, hanno riferito che nel raid su Damasco è stato ucciso, tra gli altri, un alto comandante dei Guardiani della Rivoluzione iraniani, Mohammad Reza Zahedi, esponente di spicco delle Forze Quds in Siria e Libano. Lo riportano anche i media israeliani.
L'ambasciatore iraniano in Siria, Hossein Akbari, ha assicurato che Teheran risponderà "duramente" a Israele per l'attacco al consolato iraniano a Damasco che ha causato almeno otto morti, tra cui un generale delle Guardie rivoluzionarie. "Il regime sionista (Israele) sta agendo contro il diritto internazionale, quindi riceverà una dura risposta da parte nostra", ha detto Akbari alla televisione di stato iraniana, in collegamento da Damasco. Il diplomatico ha assistito dalla finestra dell'ambasciata iraniana all'attacco al consolato, che ha detto essere stato effettuato con caccia F-35.
Israele: "Qualche progresso nei negoziati a Il Cairo"
C'è stato "qualche progresso" nei negoziati indiretti in corso a Il Cairo tra le parti sul rilascio degli ostaggi. Lo ha detto una fonte israeliana al Times of Israel aggiungendo che i colloqui "si intensificheranno notevolmente nei prossimi giorni. Il Cairo - secondo il sito - sta assumendo un ruolo sempre maggiore vista la crescente insoddisfazione israeliana sulla efficacia mediatrice del Qatar e sulla reale volonta' di mettere pressione nei confronti di Hamas. La stessa fonte ha sottolineato che i negoziati si rifletteranno sull'annunciata operazione a Rafah, nel sud di Israele. "I due temi - ha detto - sono strettamente connessi".
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Le famiglie degli ostaggi: "I negoziatori non tornino senza l'intesa"
La squadra negoziale israeliana non torni dalle trattative "senza un accordo". Lo sostiene il Forum delle famiglie degli ostaggi, che ha rivolto un appello a Netanyahu sottolineando di "essere con lui". "Signor primo ministro - si legge nel documento - noi famiglie degli ostaggi parliamo a nome di tutti i cittadini israeliani e del popolo ebraico, che comprendono che il riscatto dei prigionieri è sacro. Ti chiediamo: istruisci la squadra negoziale a non tornare senza un accordo. Concedete agli ostaggi assassinati l'onore di una degna sepoltura sul suolo israeliano. Noi siamo con te!".
Netanyahu sarà dimesso martedì dall'ospedale
Il primo ministro Benyamin Netanyahu "su consiglio dei medici" sarà dimesso martedì a mezzogiorno (le 11 in Italia) dall'ospedale dove è stato sottoposto a un intervento all'ernia. Lo ha fatto sapere l'ufficio del premier secondo cui "Netanyahu si sente molto bene e continua a svolgere la sua routine quotidiana dall'ospedale, comprese consultazioni e conversazioni".