Un Kennedy di nuovo al Governo... ma con Trump. Robert Jr. porta la sua crociata anti "Big Pharma" alla Casa Bianca

Robert Kennedy Jr. pronto a proseguire la sua crociata contro le "Big Pharma" nel ruolo di segretario della Salute del Governo Trump. L'ultimo e sorprendente capitolo nella saga della dinastia politica più celebre d'America

di Andrea Muratore

Robert Kennedy

Esteri

Un Kennedy di nuovo al Governo... ma con Trump. Robert Jr. porta la sua crociata anti "Big Pharma" alla Casa Bianca

Nipote di Jfk, icona ambientalista americana, simbolo della sinistra progressista più antisistema. E prossimo Segretario alla Salute di Donald Trump. Robert Kennedy Jr., 70 anni, è una delle figure che più hanno fatto discutere in campagna elettorale negli Usa e ora avrà la grande occasione per accedere a quei ruoli di governo a cui è spesso stato associato nelle amministrazioni democratiche del passato. Ora saranno i repubblicani, a cui si è avvicinato, a garantirgliela.

Di nuovo un Kennedy al Governo. Ma con il repubblicano Trump

Kennedy sarà il primo della dinastia più nota della politica americana a ricoprire un incarico di governo dai tempi del padre Bob, assassinato il 6 giugno 1968 mentre era Segretario alla Giustizia di Lyndon Johnson e candidato favorito per la nomination democratica alla Casa Bianca. Un destino tragico che lo accomunò al fratello John e che privò, giovanissimo, del padre il futuro avvocato ambientalista, volto della lotta al cambiamento climatico negli Usa e divulgatore che è stato, negli scorsi decenni, il secondo Kennedy più noto dopo lo zio Ted, a lungo senatore dem.

Salute, un ruolo chiave per Robert Kennedy

Bill Clinton prima e Barack Obama poi hanno pensato a Kennedy Jr. per ruoli nel Dipartimento dell’Ambiente, poi non concretizzatisi. Donald Trump lo premia con la Salute dopo che ha deciso di terminare la sua corsa da indipendente alla presidenza e appoggiarlo. E non si tratta di una nomina banale: questo non tanto per il cognome pesante che si porta dietro Kennedy o per il suo essere, assieme a Tulsi Gabbard, uno dei due ex dem scelto per ruoli apicali nel Trump 2.0. Se confermato, ricorda il New York Times, “Kennedy avrebbe il controllo totale di un dipartimento con 80.000 dipendenti in 13 divisioni operative che gestiscono più di 100 programmi. Le sue agenzie regolano il cibo e le medicine che gli americani incontrano nella loro vita quotidiana, decidono se Medicare e Medicaid pagheranno per farmaci e trattamenti ospedalieri, proteggono dalle malattie infettive e conducono miliardi di dollari di ricerca medica su malattie come il cancro e l'Alzheimer”.

La lotta di Kennedy contro i "Big Pharma" e lo scetticismo sul Covid

Kennedy si è da tempo posizionato su visioni contestate da molti osservatori sulla sanità e le sue politiche, che a detta dei suoi sostenitori intendono valorizzare il controllo dei cittadini su “Big Pharma” e le sue politiche, ma per molti scienziati sono visioni estranee alle logiche di prudenza e tutela della salute pubblica. Tutto è iniziato col Covid-19, ove Kennedy ha duramente contestato i Lockdown, l’amministrazione Biden, l’utilità dei vaccini e le politiche del capo scienziato Anthony Fauci. Nei suoi due libri The Real Anthony Fauci (2021) e A Letter to Liberals (2022) Kennedy ha presentato la sua visione politica scettica sul Covid-19 e dichiarato che “il COVID-19 è mirato ad attaccare i caucasici e i neri. Le persone più immuni sono gli ebrei ashkenaziti e i cinesi”.

Kennedy, dopo la nomina, ha promesso di "liberare le agenzie dalla soffocante nube della cattura aziendale in modo che possano perseguire la loro missione per rendere gli americani ancora una volta le persone più sane sulla Terra". Mentre lui affonda contro il complesso di “Big Pharma”, la comunità scientifica americana si interroga su cosa possa significare avere una figura che si muove in direzione ostinata e contraria ai suoi canoni a capo della politica medica Usa. Con l’epidemia di fentanyl e problemi come l’accesso ridotto ai farmaci che persistono, la domanda è d’obbligo. E il ritorno di un Kennedy nelle stanze dei bottoni non è visto certamente di buon occhio da quei dem che continuano l’eredità politica di Jfk e Bob senior…

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