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Gabbard, surfista ex dem convertita al trumpismo: The Donald le affida l'Intelligence

di Andrea Muratore

Con lo zelo della neoconvertita, la 43enne Tulsi Gabbard dovrà rafforzare la fedeltà delle spie a stelle e strisce verso il presidente. Che nel 2018 definì "puttana dei sauditi"...

Gabbard, surfista ex dem convertita al trumpismo: The Donald le affida l'Intelligence

La nuova coordinatrice dell’intelligence nell’era Trump sarà la più anticonvenzionale delle donne del movimento Maga che oggi è centrale nel Partito Repubblicano: Tulsi Gabbard, 43 anni, nativa delle Samoa Americane, deputata per le Hawaii dal 2016 al 2021, ex ufficiale dell’esercito americano è stata scelta da The Donald per essere la Director of National Intelligence in sostituzione di un’altra guida “rosa”, Avril Haines, zarina delle spie Usa nell’era Biden.

Gabbard nella vita è stata molte cose, prima di essere deputata. Già giovanissima deputata statale delle Hawaii, eletta nel 2002 a soli 21 anni, ha servito nella Guardia Nazionale dell'Esercito delle Hawaii dal 2003 al 2015, ha guidato un'unità medica in Iraq nel 2004-2005, si è formata come ufficiale all'Accademia Militare dell'Alabama, ha guidato un'unità di polizia militare dell'Esercito in Kuwait nel 2008-2009 ed è stata poi promossa a maggiore nel 2015 per poi spostarsi alla riserva selezionata, di cui dal 2021 è tenente colonnello. In parallelo, è stata una politica di carriera nel Partito Democratico, di cui per otto anni è stata deputata e, dal 2013 al 2016, anche vicepresidente del Comitato Nazionale.

Gabbard, voce critica all'interno dei dem Usa

Nei dem, la politica hawaiana ha sostenuto posizioni radicali in economia, criticando spesso il matrimonio politico tra l’establishment finanziario e i vertici dell’amministrazione Obama, e nette e rigide visioni sulla sicurezza, criticando spesso i dem per un atteggiamento giudicato lassista sulla lotta al terrorismo e accusando Obama, nel 2015, di non aver denunciato l’estremismo islamista, criticandone le strategie in Medio Oriente in scenari come quello siriano.

Gabbard ha sostenuto Bernie Sanders, candidato della sinistra, alle presidenziali 2016 e tentato una breve corsa alla nomination dem quattro anni dopo prima di appoggiare Joe Biden. Ha a lungo polemizzato con i teorici dell’interventismo militare contro Paesi rivali, sostenendo che gli Usa avrebbero dovuto cooperare con attori come la Russia nel contrasto all’islamismo.

Dall'uscita dal Congresso nel 2021, Gabbard ha assunto posizioni sempre più critiche verso i dem, che ha poi lasciato nel 2022, criticando duramente l'appiattimento del partito sul tema dei diritti civili, ritenuti a suo avviso troppo centrali nell'agenda del partito, e accusando l'amministrazione Biden di tendenze "guerrafondaie" sull'Ucraina e verso i rivali di Washington.

La "svolta Maga" di Gabbard e l'avvicinamento a Trump

Dal 2015 al 2023, anno della sua cacciata, Tucker Carlson, celebre conduttore conservatore, ha invitato spesso Gabbard alla Fox nella sua trasmissione. Quando ha lasciato i democratici la politica delle Hawaii, nota al grande pubblico soprattutto per le campagne elettorali condotte a colpi di tavola da surf, ha lanciato un profondo j’accuse definendo il suo ex partito “codardamente woke, fautore del razzismo anti-bianco, ostile alle persone di fede e spiritualità” e accusato di “trascinarci più vicini alla guerra nucleare". Una svolta “Maga” che negli anni successivi l’ha portata ad avvicinarsi a figure come il vicepresidente eletto J.D. Vance e, nel 2024, all’ingresso nel Partito Repubblicano e all’endorsement presidenziale a Trump, della cui prima amministrazione era stata critica a tal punto da definirlo “puttana dei sauditi” nel 2018, quando The Donald ribadì la vicinanza a Riad dopo l’omicidio di Jamal Kashoggi.

Folgorata sulla via del trumpismo, Gabbard ha visto schiudersi grandi opportunità politiche: assieme a Robert Kennedy Jr. è stata l’ex dem più in vista nella campagna di Trump, divenendo membro del team di transizione, ritenendolo un leader capace di rompere l’egemonia dei neoconservatori sulla politica estera Usa e rilanciare l’America. Ora, per la donna tutta d’un pezzo che ritiene di non aver tradito i dem ma che siano stati i progressisti Usa a rinunciare alle loro idee si schiude l’apice della carriera: il coordinamento dell’intelligence e la ricerca, Trump dixit, “della pace attraverso la forza”. In un Partito Repubblicano che è sempre più “Trump Old Party”, la nomina di Gabbard dovrà rafforzare la fedeltà delle spie a stelle e strisce verso il presidente. Con lo zelo della neoconvertita, Gabbard cercherà di riuscire dove i suoi predecessori nel primo Trump, compreso il neo-capo della Cia John Ratcliffe, non hanno avuto pienamente successo.