L'amante di Putin, Alina Kabaeva: "La Russia è contro i nazisti ucraini"
Il ricordo dell'ex compagna di squadra Laura Zacchilli: "Era una ragazzina timida. Credo che con Putin sia felice"
"C'è una persecuzione contro noi russi"
Alina Kabaeva, amante di Vladimir Putin, sostiene la guerra in Ucraina: “La Russia ha deciso di proteggere il Donbass e Lugansk da nazisti”. La 38enne ne ha parlato nel corso di un’intervista alla Tass, agenzia di stampa russa. In quanto ex atleta, ex modella ed ex deputata del partito di Putin, Alina Kabaeva ha duramente criticato il Comitato Olimpico Internazionale per l’esclusione della Russia dal Comitato Olimpico Internazionale: “Credo che non ci sia mai stata una pagina più vergognosa nella storia dello sport mondiale. Non si sono preoccupati e non hanno rimosso dalla competizione nessun paese che ha partecipato alla distruzione di centinaia di migliaia di civili in Jugoslavia, Iraq, Libia, Siria”. Invece “i funzionari sportivi si sono arrabbiati molto quando la Russia ha deciso di proteggere il Donbass e Lugansk da nazisti”. Alina Kabaeva, che è stata tedofora nella cerimonia inaugurale alle Olimpiadi di Sochi nel 2014 è stata durissima anche sull’esclusione della Russia per doping dalle Olimpiadi del 2019, scelta a suo avviso mirata a “umiliare i russi”. Oggi manager di un gruppo editoriale, non ha invece commentato le indiscrezioni sul fatto che oggi sarebbe nascosta in Svizzera con i figli avuti da Putin.
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Chi è Alina Kabaeva - il ricordo della ex compagna
"Alina era una ragazza straordinaria in pedana, la chiamavamo 'la contorsionista'. Ma, finita la gara, era timida”. Così la ricorda Laura Zacchilli, atleta azzurra che è stata sua compagna di squadra all'Aurora Fano. "Al tempo non era ancora famosa, ma si vedeva subito che aveva grandissime doti - racconta Zacchilli, oggi allenatrice, all’Ansa - Non si allenava tutto il tempo con noi: arrivava due-tre giorni prima, si lavorava insieme, la gara, e il giorno dopo ripartiva per la Russia. Inglese poco, sorrisi e affettuosità tra adolescenti tante". Zacchilli ricorda che la piccola Alina "aveva un'espressività e una scioltezza di movimento rare, in pedana: poi però quando usciva si trasformava in una ragazzina timida. Ricordo che partivano gli applausi del pubblico, lei abbassava la testa e la sua allenatrice doveva spingerla sulla schiena e trascinarla a forza al centro della scena per prendersi quel tributo". "Con noi - ricorda ancora l'ex azzurra - era solare e socievole: non era di quelle campionesse che ti evitano perche' si sentono superiori. Salutava tutte, e anche dopo quando è diventata una star".
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"Credo che sia felice con Putin, ma è la sua vita privata"
Zacchilli e Kabaeva si sono infatti incrociate di nuovo due volte, ed in entrambe le occasioni sono stati saluti e un abbraccio. "Alina doveva vincere l'oro già a Sydney, un piccolo errore e fu argento. Ma nel 2004, ad Atene, dominò la scena. Gareggiavo anche io - ricorda Zacchili, che sfioro' la finale - e ci incontrammo a bordo pedana: fu anche quella volta cordiale e carina, un rapido saluto e un in bocca al lupo reciproco". Nel 2017 tornò a Pesaro come ambasciatrice dei Mondiali, consegnando all'azzurra Milena Baldassarri il 'premio Kabaeva'. "Anche lì fu un rapido incrocio, e un abbraccio tra i sorrisi". Ma il legame, solare e affettuoso, è stato raffreddato dalle distanze, non solo geografiche. "Per il resto - chiude Zacchilli - Non ci siamo tenute in contatto: non so molto della sua vita fuori dalla ginnastica. Putin? Credo sia felice, e sono contenta per lei. E' la sua vita privata...".