Taiwan, Pechino tuona contro il G7 e minaccia gli Usa: “Giocano col fuoco”
La riunione tra i ministri degli esteri del G7 fa scoppiare il malcontento cinese: "Ci calunnia e scredita". La minaccia esplicita agli Usa sulle armi a Taiwan
Pechino replica al G7: “Su Taiwan calunnie e diffamazioni”
La Cina se la prende con il Giappone, che in questi giorni sta ospitando l’incontro tra i ministri degli Esteri dei Paesi del G7 accompagnati dall’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza. A Pechino non è sceso giù l’esito della dichiarazione congiunta finale che ne è emersa. Tra le varie questioni oggetto della riunione a Hiroshima, c’è l’analisi della situazione di Taiwan, su cui i diplomatici hanno deliberato che "non vi è alcun cambiamento nelle posizioni di base, comprese le politiche dichiarate della 'Unica Cina'”e l’opposizione "alle attività di militarizzazione" di Pechino nel mar Cinese meridionale.
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La replica cinese alla dichiarazione dei rappresentanti esteri dei Paesi del G7 è stata di severa condanna: "piena di arroganza, pregiudizi e intenzioni sinistre anti-Cina e di contenimento della Cina", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin; aggiungendo che il vertice del G7 in questo caso "ha ignorato la posizione solenne e i fatti oggettivi della Cina, interferendo grossolanamente negli affari interni e ha calunniato e screditato maliziosamente la Cina”, ha concluso Wang nel briefing quotidiano.
I ministri degli esteri riuniti si difendono dalla accuse di calunnia e diffamazione avanzate dal gigante asiatico, a proposito delle critiche mossegli per la politica su Taiwan e le “pretese” sul Mar cinese meridionale. Il messaggio condiviso che fanno arrivare alle orecchie di Xi Jin Ping è diplomatico ma inequivocabile: “Per noi è importante parlare con la Cina, ma a patto che il Paese dimostri responsabilità”.
L’attacco diretto agli Usa: “Giocano col fuoco”
La tensione tra Cina e Usa continua sulla pericolosa strada dell’escalation. Dopo i fatti di questi giorni infatti, Pechino torna a ribadire chi comanda sulla questione di Taiwan e minaccia esplicitamente gli Stati Uniti per il loro “immischiarsi” in questioni di sovranità nazionale del blocco orientale, che non gli competono, o almeno è quel che fa intendere il governo del Dragone. L’ultima miccia della discordia riguarda la vendita di armi degli Usa a Taiwan, si tratta di 400 missili anti-nave Harpoon, per scoraggiare un'invasione delle truppe di Pechino. Su questo il comunicato del portavoce Wang non le manda a dire: "I fatti hanno dimostrato che l'attuale situazione nello Stretto di Taiwan sta affrontando un nuovo round di tensione e la causa principale è che le autorità di Taiwan hanno ripetutamente cercato di fare affidamento sugli Usa per l'indipendenza", mentre alcune persone negli Usa intendono "usare Taiwan per contenere la Cina", ha detto Wang, ricordando che "è molto pericoloso giocare con il fuoco".