Macron-Draghi, l'incontro a Parigi dopo la nomina di Trump: "Rilanciamo l'Ue, ma bisogna fare in fretta"
L'ex premier italiano: "Con Trump alla guida degli Usa le cose cambieranno. Alcuni Paesi europei cercheranno di stringere accordi separati con lui, dobbiamo impedirlo o almeno limitarlo"
Emmanuel Macron Mario Draghi _
Macron e Draghi lanciano l'allarme: "L'Europa non solo deve cambiare ma deve anche farlo velocemente"
Le elezioni negli Stati Uniti come prevedibile hanno stravolto ogni scenario. La vittoria di Trump preoccupa il mondo intero per le conseguenze imprevedibili della sua leadership e tra chi teme maggiormente ripercussioni per il modello "America first" c'è sicuramente l'Europa. Non hanno nascosto le loro perplessità su questa svolta alla Casa Bianca due grandi amici, oltre che potentissimi uomini politici: Emmanuel Macron e Mario Draghi. I due si sono incontrati a Parigi proprio per discutere del futuro dell'Ue. "Se l’elezione di Trump è una sveglia? L’esperienza degli ultimi anni mostra che in Europa ci sono molte divisioni, e anche un diverso senso dell’urgenza delle cose da fare — dice Draghi e lo riporta Il Corriere della Sera —. Ma ora il ritmo del cambiamento è cambiato. Dobbiamo muoverci velocemente, e insieme. Alcuni Paesi europei potrebbero essere tentati di stringere accordi separati, sia con gli Stati Uniti sia con la Cina. Dovremmo cercare di evitarlo, o almeno di contenere questa tentazione".
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"America e Cina - prosegue l'ex premier italiano - hanno deciso di non rispettare più le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio. Non abbiamo altra scelta che essere uniti". Il presidente francese auspica "politiche commerciali difensive" e un mercato unico "che non sia alleanza di consumatori ma il cuore di una politica industriale". Finale con standing ovation per Draghi, e Macron che gli rivolge un triplice ringraziamento: "Per esserti a suo tempo assunto la responsabilità di guidare l’Italia in un momento delicato, per essere stato un formidabile compagno di viaggio per la Francia e per avere accettato di preparare il rapporto di cui oggi continui a seguire l’attuazione".