Macron in Cina, il viaggio del piccolo Asterix gallico per lucrare affari

"L’Unione Europea deve costituire un Terzo Polo di fronte a Cina e Russia: non deve essere vassallo degli Usa": le parole di Macron sono diventate un "caso"

Di Giuseppe Vatinno
Esteri

Macron alza il prezzo del suo eventuale via libera all’appoggio francese alla disputa tra Cina e Usa su Taiwan. L'analisi 

Il piccolo Asterix francese, al secolo Emmanuel Macron, ha esternato ieri di ritorno dal viaggio in Cina effettuato con Ursula von der Leyen. “L’Europa non deve lasciarsi coinvolgere in crisi che non sono le nostre e poi ancora: “Gli europei non devono essere vassalli degli Stati Uniti”. Poi il galletto d’oltralpe ha ampliato il suo pensiero: “L’Unione Europea deve invece costituire un Terzo Polo di fronte a Cina e Russia”. L’intervista è stata rilasciata a Les Echos, a France Inter e a Politico.

L’uscita di Macron ha sorpreso e preoccupato le principali segreterie europee perché si inserisce in un clima internazionale più che surriscaldato dalla guerra tra Russia e Ucraina e –soprattutto- dalle tensioni su Taiwan con Cina e Usa diametralmente contrapposti. Che Macron parli di non coinvolgimento UE nell’affaire Taiwan dopo che l’UE ha subito coinvolto gli Usa sull’Ucraina è quanto meno singolare.

Che uno dei principali alleati europei degli Usa apra alla Cina è un fatto ancor più strano anche per un Paese anarcoide come la Francia che-ricordiamolo- si era ritirata dalla Nato nel 1966 per rientrarci solo nel 2009. Un Paese pervaso dal radical – chicchismo di de Gaulle e dal mito di una grandeur ormai perduta.

Ricordiamo che il piccolo Asterix è l’autore riciclato dell’idea di una “autonomia strategica europea” che poi si declinerebbe nel pratico che la Francia dovrebbe guidare l’Europa con tutti gli altri Paesi appecoronati a suo seguito e comando.

La sbrodolata si è poi così dipanata: “Autonomia strategica significa avere punti di vista convergenti con gli Stati Uniti, ma che si tratti dell’Ucraina, del rapporto con la Cina o delle sanzioni, avere una strategia europea. Non vogliamo entrare in una logica di blocco contro blocco. Al contrario, dobbiamo de-rischiare il nostro modello, non dipendere dall’altro, mantenendo una forte integrazione delle nostre catene del valore laddove possibile. Il paradosso sarebbe che proprio nel momento in cui stiamo costruendo una vera autonomia strategica europea, ci mettiamo a seguire la politica americana, per una sorta di riflesso di panico”.

Ma cosa è successo veramente perché la Francia rifilasse questo calcione agli Usa in un momento così delicato a livello mondiale? La verità è che Macron sta semplicemente alzando il prezzo del suo eventuale via libera all’appoggio francese alla disputa tra Cina e Usa su Taiwan. È chiaro che Parigi vuole contare di più con gli americani e diventare il partner privilegiato per armi e commesse belliche, e anche per la ricostruzione dell’Ucraina. E siccome gli Usa nicchiano ecco la sparata anti – Usa fatta in diretta proprio sull’aereo presidenziale.

Di converso, la von der Leyen ha tirato subito il freno, non concedendo più di tanto a Xi Jinping, ed anche qui, al di là delle grandi dichiarazioni ideali, c’è un interesse questa volta personale e cioè quello di diventare Segretario Generale della Nato, carica che gli Usa le hanno promesso in cambio di una fedele obbedienza a Washington.

Non si è capito poi perché i due siano andati da soli in Cina senza sentire il bisogno di interpellare Stati come l’Italia e la Germania che sono rispettivamente il numero 1 e il numero 3 della UE e Giorgia Meloni deve tenere conto di questi sgarbi istituzionali sui tavoli delle trattive che coinvolgono l’Italia visto anche che poche ore fa i politici tedeschi hanno duramente attaccato le dichiarazioni di Macron. Con la ricostruzione dell’Ucraina speriamo di non assistere ad un’altra fregatura francese come quella subita dall’Italia quando fu cacciata dalla Libia, sua tradizionale nazione di influenza post coloniale.

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