Mangione, undici i reati contestati: per quello di "terrorismo" rischia l'esecuzione

L’italoamericano è accusato di aver ucciso il ceo di UnitedHealthcare

di Redazione Esteri
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Mangione, undici reati contestati e il rischio della pena di morte

Luigi Mangione, il ragazzo di origini italiane accusato di aver ucciso l'amministratore delegato di UnitedHealthcare Brian Thompson, freddato lo scorso 4 dicembre con tre colpi di pistola a Manhattan, può rischiare addirittura la pena di morte. Tra i reati contestati infatti c'è anche quello di terrorismo che potrebbe portare all'esecuzione. Mangione si è dichiarato "non colpevole", ma al sua difesa - riporta La Repubblica - era scontata in questa fase del procedimento. La procura di Manhattan si è appellata al terrorismo, ritenendo che l’omicidio sia stato un atto per "intimidire" e creare un clima di terrore tra le corporation sanitarie. Proprio questa accusa può portare alla pena di morte, anche se appare al momento più probabile una condanna all’ergastolo senza possibilità di uscire.

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Ma quell’accusa aggravata è bastata a innescare tra i fans del killer il delirio religioso, al punto da trasformare Mangione da “martire” a “santo” patrono dei milioni di americani a cui le compagnie assicurative negano cure costose o rimborsi. L’avvocata di Mangione, Karen Friedman Agnifilo, ha accusato la procura di aver "politicizzato" il caso e sostenuto - prosegue La Repubblica - che i diritti del suo assistito «sono stati violati». "È un giovane uomo - ha detto - e viene trattato come una pallina da ping pong". Agnifilo ha citato anche l’immagine, diventata virale, dell’arrivo di Mangione a Manhattan la settimana scorsa quando, sceso dall’elicottero, era stato scortato da tredici persone tra cui quattro agenti in assetto di guerra, e il sindaco di New York Eric Adams alle spalle.

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