Russia: "Ospitare jet ucraini è entrare in guerra". E Varsavia ci ripensa
Flop della strategia Usa dopo il monito di Mosca: "L'utilizzo di aeroporti stranieri sarà considerato come l'ingresso di questi Paesi nel conflitto"
Ucraina, Varsavia gela Washington: "Non daremo caccia a Kiev"
La mossa strategica di Washington per aiutare l'Ucraina si e' rivelata prima un'ipotesi, poi un giallo, per finire in un flop strategico. La Polonia ha fermato sul nascere la possibilita' che Varsavia potesse fornire all'Ucraina vecchi aerei militari per rispondere all'invasione russa. Non e' chiaro se si trattasse solo di aerei, o anche di piloti. Ma i jet facevano parte dei residuati che ogni Paese dell'ex blocco sovietico ha ereditato dopo la fine dell'Urss nel 1991.
Tutto era nato, in modo segreto, nelle ultime ore. Gli Stati Uniti stavano esplorando un complicato accordo con la Polonia che prevedeva uno 'scambio di aerei': Varsavia avrebbe inviato a Kiev vecchi jet di fabbricazione sovietica, in cambio di F-16 americani. L'intesa avrebbe richiesto il via libera del Congresso ma qualcosa e' andato storto.
La riunione via Zoom tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e 280 membri del Congresso doveva restare segreta, su espressa richiesta di Kiev, ma non e' stato cosi'. Due senatori repubblicani, Marco Rubio e Steve Daines, l'hanno rivelato sui social, pubblicando foto, e di fatto sabotando tutto. Rubio ha respinto questa accusa, ma sui social e' stato coperto di insulti. Qualcuno ha ricordato il presunto finanziamento da oltre un milione di dollari donato da un oligarca russo alla sua campagna.
Quello che e' successo durante la riunione e' emerso nelle ultime ore, con il Wall Street Journal che ha rivelato alcuni retroscena: il leader di minoranza al Senato, Mitch McConnell, ha chiesto a Zelensky cosa servisse a Kiev e il presidente ucraino ha indicato il bisogno di aerei militari per contrastare i russi. Zelensky e' tornato sull'ipotesi della "no-fly zone" sul cielo dell'Ucraina, ma ha aggiunto, attraverso un interprete, "se non potete dichiararlo, almeno datemi gli aerei".
Nelle stesse ore il presidente russo Vladimir Putin avvertiva i Paesi Nato che l'imposizione di una no-fly zone nei cieli dell'Ucraina sarebbe equivalso a una dichiarazione di guerra. Il Cremlino, venuto a conoscenza dell'incontro via Zoom, ha poi aggiunto: "Chi ospitera' jet ucraini sara' coinvolto nella guerra". Lo 'scambio merci' tra Washington e Varsavia avrebbe aggirato questa situazione? La Casa Bianca aveva confermato l'ipotesi: "Stiamo lavorando con i polacchi su questo tema e ci stiamo consultando con il resto dei nostri alleati Nato". Lo stesso segretario di Stato, Antony Blinken, aveva aperto alla possibilita'. Ma poi e' arrivata la smentita da Varsavia.
Il primo ministro Mateusz Morawiechi ha scritto su Twitter: "La Polonia non dara' i suoi caccia all'Ucraina cosi' come non mettera' a disposizione gli aeroporti. Noi stiamo aiutando concretamente gli ucraini ma in altre aree". E tra queste non ci sarebbe quella militare. Intanto per la seconda volta consecutiva e' saltata la tregua umanitaria a Mariupol. Zelensky ha lanciato un nuovo grido d'aiuto e chiesto ai leader di dichiarare la no-fly zone: "Volete che ci uccidano lentamente?".
Mosca, ospitare i jet ucraini equivale a entrare in conflitto
L'utilizzo di aeroporti di altri Paesi da parte dell'Aeronautica ucraina sarà considerato come l'ingresso di queste nazioni nel conflitto. L'avvertimento è arrivato dal portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov. "Abbiamo informazioni affidabili su aerei da combattimento ucraini che hanno precedentemente volato in Romania e in altri Paesi di confine", ha riferito Konashenkov.
"Attiriamo la vostra attenzione sul fatto che l'uso della rete di aeroporti di questi Paesi per basare l'aviazione militare ucraina con un successivo utilizzo contro le Forze armate russe può essere considerato come coinvolgimento di questi Stati nel conflitto armato", ha affermato il portavoce.
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