Talebani, soldi ai familiari dei kamikaze. Segnale che la guerra non è finita

Per il ministro degli Interni Haqqani si tratta di martiri e il loro sacrificio va ricompensato. Un chiaro messaggio lanciato agli Stati Uniti e alla Nato

Esteri
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Talebani, soldi ai familiari dei kamikaze. La guerra non è finita

La guerra in Afghanistan non è finita. Il segnale è arrivato ieri dai talebani a Kabul, dove il ministro degli Interni Haqqani ha deciso di organizzare una grande cerimonia per celebrare i kamikaze, considerati dei martiri, offrendo soldi ai loro familiari come ricompensa. Un gesto di sfida - si legge sul Corriere della Sera - verso gli Stati Uniti e i 51 Paesi (tra cui l’Italia) che dall’ottobre 2001 all’estate scorsa hanno partecipato alle missioni militari nel Paese. Ma anche l’ennesimo segnale di scontro tra l’anima più estremista e le correnti moderate del movimento talebano. Per i familiari dei circa 3.580 soldati della coalizione uccisi nell’ultimo ventennio (tra cui 2.420 americani e anche una cinquantina di italiani) tutto questo risveglia memorie dolorose.

Ci sono stati periodi - prosegue il Corriere - in cui gli attentati erano all’ordine del giorno. I talebani oggi mirano a prendere le distanze da Al Qaeda e Isis. La scelta di Haqqani solleva non poche perplessità a Kabul. Il nuovo governo resta diviso tra l’anima movimentista, legata idealmente alla jihad pan-islamica volta ad esaltareisacrifici della guerra contro gli americani per cementare l’unità nazionale, e invece quella preoccupata di gestire un Paese complesso e desiderosa di essere accettata dalla comunità internazionale.