Gaza, il gabinetto di Israele approva l'accordo sulla tregua. "Se la fase due fallisce, la guerra riprende. C'è l'ok degli Usa"
Il ministro della Sicurezza nazionale di estrema destra, Itamar Ben Gvir, si è dimesso: contrario all'accordo
Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu interviene al Campidoglio a Washington
Netanyahu, se la fase 2 fallisce la guerra riprende con l'ok Usa
Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha riferito durante la riunione di gabinetto che Israele "ha ricevuto garanzie inequivocabili da entrambi i presidenti Usa, sia Biden che Trump, che se i negoziati sulla fase due dell'accordo falliscono e Hamas non accetta le richieste di sicurezza, l'Idf tornerà a combattere intensamente a Gaza con il sostegno degli Stati Uniti". Lo scrive Ynet.
Israele, il gabinetto di sicurezza approva l'accordo su Gaza
"Dopo aver esaminato tutti gli aspetti politici, di sicurezza e umanitari, e comprendendo che l'accordo proposto sostiene il raggiungimento degli obiettivi della guerra, la Commissione dei Ministri per gli Affari di Sicurezza Nazionale (Gabinetto politico) ha raccomandato al governo di approvare il piano proposto. Il governo si riunirà più tardi oggi". Lo riferisce l'ufficio del primo ministro.
Tregua a Gaza, accordo firmato ma si spacca il governo di Netanyahu
L'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che "con riserva dell'approvazione del gabinetto e del governo e dell'attuazione dell'accordo, la liberazione dei rapiti potrebbe avvenire secondo il piano previsto, già domenica". Il gabinetto di sicurezza è riunito per votare l'intesa.
Hamas dovrebbe indicare i nomi degli ostaggi che verranno liberati giorno per giorno. Lo ha riferito Haaretz, precisando che dall'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu hanno fatto sapere che i nomi saranno resi pubblici solo dopo che i rapiti saranno stati consegnati alle forze armate e le loro famiglie saranno state informate.
Ormai manca solo un ultimissimo ma non scontato passaggio, il voto del governo israeliano, poi sarà ufficiale l'accordo per la tregua a Gaza. Ma alla vigilia di questa decisione, l'esecutivo guidato da Netanyahu si è spaccato. Uno stretto collaboratore del primo ministro, Natan Eshel, ha annunciato che il ministro della Sicurezza nazionale di estrema destra Itamar Ben Gvir, contrario all'accordo su Gaza, si sarebbe dimesso dal governo. Ben Gvir ha detto che l'intesa, che include il rilascio di centinaia di prigionieri di sicurezza palestinesi da Israele, consentirà la riabilitazione dei gruppi terroristici a Gaza e riporterà la minaccia ai residenti nelle aree di confine.
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Gvir ha anche avvertito che l'intesa attuale non garantisce immediatamente il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti a Gaza bensì "sigilla il destino del resto degli ostaggi che non sono inclusi nell'accordo di morte". Il ministro ha anche invitato il collega ministro di estrema destra Bezalel Smotrich a unirsi a lui nel dimettersi dal governo in segno di protesta contro l'accordo.
Intanto i rappresentanti di Israele, Hamas, Stati Uniti e Qatar hanno firmato ufficialmente l'accordo sugli ostaggi a Doha, con un giorno di ritardo e dopo aver superato gli ultimi ostacoli. Lo riporta Ynet citando un funzionario a conoscenza dei dettagli che ha riferito che la questione degli ostaggi è stata risolta in serata e poi il presidente del partito ultraortodosso Shas, Aryeh Deri, ha accettato tutti i dettagli concordati.
"Qualche minuto fa ho ricevuto un annuncio finale che tutti gli ostacoli sono stati superati e l'accordo è in corso", ha detto Deri alla conferenza annuale del suo partito. "Ora sono impegnati con la stesura tecnica finale. Voglio congratularmi con il primo ministro Netanyahu, è lui il responsabile dell'accordo", ha aggiunto. Una fonte dell'ufficio politico di Hamas ha confermato all'agenzia spagnola Efe che "tutte le questioni sono state risolte".