Ucraina, armi e popolarità: Zelensky ha "stufato". Ecco le nuove grane
Tanti i problemi da affrontare: dalla guerra contro l'Ucraina al pessimismo crescente. Il futuro politico del leader di Kiev è a dir poco incerto...
Il presidente ucraino Zelensky è nei guai: sondaggi giù e pessimismo crescente
Dopo 22 mesi di conflitto contro la Russia, la popolarità del governo in forte calo e l'imminente avvicinarsi delle elezioni presidenziali di Washington per l'anno 2024 che potrebbe complicare il sostegno all'Ucraina, il presidente Volodymyr Zelensky è decisamente nei guai. Stretto in una morsa si domanda fino a quando il suo popolo lo sosterrà. Basti pensare che la sua popolarità è scesa dal 98%, all'inizio della guerra, al 60% attuale. Così il "Corriere della Sera" ricostruisce le vicende politiche, sia interne che esterne, del leader di Kiev.
Nonostante il presidente ucraino abbia promesso che nel 2024 il nemico russo "verrà annientato", secondo il Corriere, l'ex comico ha cinque problemi con i quali misurarsi. "Al Consiglio europeo di dicembre, ha ottenuto una vittoria politicamente importante, con il sì all’avvio di negoziati per l’ingresso dell’Ucraina nell’Ue. Ma […] complice l’opposizione di […] Orbán, i 50 miliardi di euro promessi dagli europei restano ancora sospesi. […] Analoga situazione negli Stati Uniti, dove la nuova tranche di 61 miliardi dollari di aiuti, di cui 44 miliardi militari, decisa dal presidente Biden sono bloccati dalla maggioranza repubblicana, che li vuole legare a misure più severe contro l’immigrazione clandestina dal Messico. La preoccupazione di Zelensky è evidente: […] tanto più che all’orizzonte di profila l’ombra sinistra di Donald Trump".
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"La popolarità è scesa: solo il 54% degli ucraini è convinto che il Paese sia sulla giusta strada. È un segnale, che una certa stanchezza della guerra si faccia strada anche fra la popolazione. Anche la popolarità di Zelensky è in calo, scesa dal 98% all’inizio della guerra al 60% attuale. Il pessimismo crescente deriva dalla delusione delle aspettative che erano legate alla controffensiva, infrantasi nel sistema difensivo eretto dai russi. La guerra di attrito alla lunga fa valere le maggiori riserve umane e militari di Mosca […] il popolo ucraino continua a credere nel suo esercito, ma si fida meno delle capacità di guida di Zelensky, che si intrometterebbe spesso anche nelle scelte strategiche".
"Per non parlare del’Union Sacrée degli inizi che è solo un ricordo. In novembre sono diventati pubblici i disaccordi tra Zelensky e i vertici militari, in particolare il capo di Stato Maggiore Zaluzhny, che in un’intervista a "The Economist" ha ammesso il fallimento della controffensiva, subito contraddetto dal presidente".
Il sindaco di Kiev: "Zelensky ha sempre negato che saremmo arrivati alla guerra"
L’altra spina nel fianco, sottolinea il Corriere della Sera, "è il sindaco di Kiev, l’ex campione mondiale di boxe Vitali Klitschko, che […] ha criticato il presidente: "La gente si chiede perché non fossimo meglio preparati a questa guerra. Perché Zelensky ha negato fino alla fine che si sarebbe arrivati a questo. C’erano troppe informazioni che non corrispondevano alla realtà. Naturalmente possiamo mentire al nostro popolo e ai nostri partner, ma non per sempre»".
Zelensky, infine, "deve vedersela con l’ostinazione di Putin, […] il dittatore del Cremlino si sente di nuovo forte, sostenuto dall’economia in crescita e da una situazione militare favorevole. Ha già mandato un’intera generazione a morire, ma i morti per lui non contano. A marzo si farà rieleggere per la quinta volta, senza avversari, per altri sei anni. Dice di volere chiudere il conflitto, ma solo quando le sue richieste saranno soddisfatte".
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