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Ucraina, Zelensky fa il furbo sulle elezioni e cerca di rimandarle. Gli Usa...

Di Giuseppe Vatinno

Il Washington Post fa un articolo in cui lancia il sasso: Usa e Alleati stufi di Zelensky. La Meloni e la “crisi della pizza”

Ucraina, Zelensky vuole rimandare le elezioni

Volodymyr Zelensky sta facendo il furbo sulle elezioni – previste per la prossima primavera - che si devono tenere in Ucraina e tergiversa perché ha paura di perderle e quindi perdere il potere.

Inoltre, se perdesse il potere dovrebbe affrontare i processi che stavano per abbattersi su di lui per corruzione poco prima dell’inizio del conflitto con il pericolo concreto di finire in carcere.

Alla luce di tutto questo fa il finto tonto e si trincea dietro cavilli giuridici tipo che “tutti devono votare” (e che la guerra non lo permetterebbe), che non avrebbe “i soldi”, che ci sarebbero pericoli che la maggioranza non lo riconfermasse (sic) e, che ovviamente tutti i burocrati (e i corrotti) vogliono preservare lo status quo.

Usa e Alleati stufi di Zelensky. L'articolo del Washington Post

Ma la notizia non è solo quella che Zelensky non vuole fare le elezioni, questo è ovvio perché per lui sarebbe la fine, la novità sta nel fatto che le elezioni incominciano a chiedergliele insistentemente i suoi Alleati, cioè l’Occidente.

Il Washington Post ha fatto un articolo molto eloquente sulla questione dicendo che la richiesta proviene, tra gli altri, da Tiny Cox, presidente dell’Assemblea del Consiglio d’Europa e dal senatore repubblicano Lindsey Graham.

Quello che colpisce è che l’articolo sia uscito su un grande e famoso quotidiano democratico americano e che la sua pubblicazione non può non essere stata concordata con il presidente Usa Joe Biden.

Insomma, per gli analisti è come se parlasse direttamente Biden.

Del resto è già da tempo che gli Alleati hanno mostrato stanchezza nei confronti di questo tema non solo a livello di opinioni pubbliche ma anche e soprattutto in atti concreti, come dimostrano le recenti tensioni della Polonia e della Romania con l’Ucraina e l’ostilità con cui Zelensky è stato accolto dal Congresso Usa, soprattutto dai repubblicani e da Donald Trump, che è in testa nei sondaggi per le elezioni del prossimo anno.

Nel contempo Joe Biden è in caduta verticale di consenso e ha capito benissimo che se continua così non ha avrà più alcune possibilità di essere rieletto.

Da qui il cambiamento di atteggiamento la scorsa settimana.

Meloni e la crisi della pizza

I riflessi politici italiani si sono fatti sentire subito in Italia con la cosiddetta “crisi della pizza”. La premier Meloni infatti ha prontamente disertato la cena ufficiale con Biden per andarsene a mangiare una pizza a New York in occasione dell’Assemblea Onu, un chiaro atto di ostilità.

Non sfugge che in Italia il centro – destra è tutto filo russo. Ne fanno riscontro l’amicizia che legava Berlusconi a Putin e le magliette che portava Salvini sulla Piazza Rossa con l’immagine del leader russo.

Dal canto suo la Meloni si è scaltramente ritagliata un ruolo atlantista che non è stato mai suo e che le è servito fino ad ora a governare con il consenso di Washington e Bruxelles.

Il milieu culturale della destra mondiale ha sempre guardato a Mosca e non certo a Kiev.

Per questo l’articolo del WP è stata una vera e propria bomba per il preoccupatissimo Zelensky che non vede l’ora di estendere il più possibile il conflitto con il rischio concreto per l’intero mondo di un olocausto atomico.