Ue, Meloni sbotta: "Il pacchetto di nomine preconfezionato? Metodo sbagliato"

La premier si sente isolata, Macron e Scholz hanno fretta di chiudere la partita sulla Commissione: von der Leyen bis ed estrema destra fuori

di Redazione Esteri
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Ue, Meloni isolata: "Le soluzioni di cui si discute non sono state concordate"

La riunione informale di ieri dei 27 Paesi Ue a Bruxelles, per decidere le nomine, non ha portato alla classica fumata bianca. Da una parte c'è la volontà di Popolari, Socialisti e Liberali di far rieleggere come presidente della Commissione Ursula von der Leyen e prestabilire già un pacchetto di nomine per i ministri chiave, ma dall'altra parte c'è l'Italia che invece non ha nessuna fretta di chiudere, anzi alla premier Meloni fa comodo aspettare l'esito delle elezioni in Francia di fine mese. Una vittoria schiacciante della Destra di Le Pen potrebbe stravolgere tutti gli attuali scenari. Meloni si è sentita da subito isolata alla riunione di ieri a Bruxelles. "Il metodo è sbagliato, io non ci sto - ha parlato chiaro Meloni e lo riporta Il Corriere della Sera - ad accettare un pacchetto di nomine preconfezionato, le soluzioni di cui si discute non sono state concertate con tutti. Ma soprattutto non ha senso parlare di nomi senza fare prima un'analisi seria e profonda del voto".

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Lo sfogo e il disappunto della premier si registrano mentre intorno a lei - prosegue Il Corriere - negoziatori come il premier polacco Donald Tusk dicono alle agenzie che una "maggioranza sufficiente esiste anche senza Meloni". In ogni caso il no di Meloni, non è una bocciatura di un eventuale bis di Ursula von der Leyen, rimarcano fonti italiane che partecipano al vertice. La premier italiana dice di no anche a Viktor Orbán. L’ungherese vuole entrare nel suo gruppo, ma sono più gli svantaggi che i vantaggi e dunque le porte dell’Ecr, il partito dei Conservatori che la premier dirige, resteranno chiuse. Meloni ha anche un altro obiettivo, guadagnare altri deputati oltre a quelli eletti nell'Ecr (il suo gruppo dei conservatori) per arrivare ad almeno 84 presenze e in questo modo superare numericamente i Liberali e avere ancora più voce in capitolo sulle nomine.