Usa, aggredito il marito di Nancy Pelosi: ferito alla testa con un martello

Il marito della speaker democratica, il quale era da solo in casa al momento dell'intrusione, è ora fuori pericolo dopo aver ricevuto un trauma alla testa

Nancy Pelosi
Esteri

Usa, aggredito in casa con un martello il marito della democratica Nancy Pelosi

Il marito di Nancy Pelosi è stato aggredito da una persona che è riuscita ad introdursi nella casa della Speaker democratica a San Francisco. Lo rende noto l'ufficio della democratica, precisando che per Paul Pelosi, ricoverato in ospedale, è prevista la "piena guarigione" e che un sospetto è stato arrestato.

La leader democratica, impegnata negli ultimi giorni di campagna elettorale prima delle elezioni di midterm dell'8 novembre, non si trovava a casa al momento dell'aggressione. "Si sta indagando sulle motivazioni dell'attacco", precisano dall'ufficio della Speaker dem.

Nonostante non si abbiano ancora notizie sulla motivazione dell'attacco, questo è destinato a far aumentare i timori, in questa vigilia elettorale negli Stati Uniti, di azioni violente contro esponenti politici e le loro famiglie.

La scorsa estate, un uomo armato è stato arrestato nei pressi della casa a Seattle dell'esponente della sinistra dem, Pramila Jayapal, dopo che questi aveva urlato minacce contro la deputata, che si trovava a casa con il marito. Anche il candidato repubblicano alla poltrona di governatore dello stato di New York, Lee Zeldin, è stato attaccato da un uomo durante un comizio.

Tornando all'aggressione al marito di Pelosi, la speaker e la sua famiglia, ringraziando "le forze dell'ordine e il personale sanitario intervenuti, chiede che venga rispettata la privacy", conclude la dichiarazione dell'ufficio di Pelosi

Lo scorso maggio l'82enne marito della leader democratica era stato arrestato perché risultato positivo al test dell'alcol dopo un incidente d'auto. Lo scorso agosto era stato poi condannato a cinque giorni di prigione e tre anni di libertà vigilata.

Usa, l'aggressore del marito di Pelosi urlava: "Dov'è Nancy"

L'uomo che ha attaccato armato di martello Paul Pelosi, marito della Speaker democratica, urlava "dov'è Nancy, dov'è Nancy?'. E' quanto rivela la Cnn, che cita fonti vicine agli inquirenti che stanno indagando sull'aggressione avvenuta la notte scorsa nella casa di famiglia a San Francisco.

All'inchiesta congiunta stanno lavorando oltre all'Fbi e la polizia di San Francisco, anche la Capitol Police, preposta alla protezione dei membri del Congresso. 

L'aggressore è stato arrestato, ma non sono stati forniti altri dettagli. Secondo una prima ricostruzione, l'uomo è riuscito ad entrare dall'ingresso posteriore della casa dove solitamente, in assenza della Pelosi, non ci sono agenti di sicurezza.

Usa, Biden chiama Pelosi: "Orribile l'attacco al marito"

Joe Biden ha chiamato Nancy Pelosi per esprimerle il suo sostegno "dopo l'orribile attacco al marito". Lo ha reso noto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, sottolineando che "il presidente continua a condannare tutte le forme di violenza". Secondo quanto riferito dalla Cnn, Paul Pelosi è stato aggredito da una persona che, armata di martello, è riuscita ad entrare nella casa di famiglia a San Francisco.

La polizia locale ha reso noto di essere intervenuta verso le 2.30 del mattino, e l'82enne marito della Speaker, che non si trovava a San Francisco al momento dell'aggressione, è stato ricoverato per un trauma alla testa. La Capitol police, la polizia preposta alla protezione del Congresso, ha detto che sta collaborando con polizia locale e Fbi per determinare le motivazioni dell'aggressore, che è stato arrestato.

Le minacce contro i membri del Congresso sono cresciute negli ultimi anni: tra il primo gennaio ed il 23 marzo di quest'anno, la Capitol police ha aperto circa 1820 casi concernenti minacce di questo tipo. Nel 2021 erano state in tutto 9625, ma nel 2017 il numero era stato molto più basso 2939. La polizia del Campidoglio conferma quindi che l'aumento di queste minacce è coinciso con l'ascesa politica di Donald Trump, quando la retorica divisiva è diventata prevalente a Washington, situazione culminata con l'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021.

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