Banca Progetto, arrestato agente per truffa milionaria. L'istituto: "Noi parte lesa"
Maxi sequestro da 20milioni e accuse di frode per l'agente Marco Savio; Banca Progetto collabora come parte lesa
Banca Progetto, arrestato agente per truffa milionaria. L'istituto: "Noi parte lesa"
La Guardia di Finanza di Brescia ha arrestato Marco Savio, un agente monomandatario di Banca Progetto, in un’operazione che ha portato al sequestro di oltre 20milioni di euro. Le autorità stanno indagando su un complesso schema di frodi che coinvolge truffe ai danni dello Stato e riciclaggio di denaro, culminando in accuse gravi come associazione a delinquere e falso in bilancio. I finanziamenti illeciti sarebbero stati ottenuti, secondo l’accusa della procura, "mediante la produzione di falsa documentazione e l’alterazione dei bilanci della società richiedente, e sarebbero stati in parte trasferiti sui conti correnti nella disponibilità del citato agente, tramite bonifici giustificati da operazioni commerciali non coerenti".
La doppia inchiesta
L'arresto di Savio fa parte di due inchieste parallele condotte dalle Procure di Brescia e Monza. Questa mattina, oltre ai 6,7milioni di euro sequestrati dalla Gdf di Brescia, sono state eseguite anche misure cautelari in relazione a un'altra operazione condotta dalle autorità di Como. Complessivamente, le operazioni hanno portato a 7 arresti in carcere e 7 agli arresti domiciliari, con ulteriori misure di controllo per altre 5 persone.
Le indagini hanno messo in luce un “sodalizio criminale” attivo nell’ottenere finanziamenti da banche grazie a documentazione falsificata. Le aziende coinvolte, molte delle quali già in difficoltà o intestate a prestanome, riuscivano a garantirsi prestiti pubblici tramite il Fondo di garanzia di Mediocredito Centrale. "I soldi ottenuti venivano 'drenati' e spostati su conti correnti all’estero, utilizzati per spese personali come l’acquisto di auto di lusso", hanno riferito le forze dell’ordine.
Banca Progetto si difende: "Noi siamo parte lesa"
Banca Progetto, che si trova attualmente in amministrazione giudiziaria, si è dichiarata parte lesa nell'inchiesta, sostenendo di essere vittima delle azioni del suo ex agente. L’istituto ha confermato la sua intenzione di collaborare con la Guardia di Finanza, precisando: "Ci riserviamo di intraprendere azioni legali contro chi diffonde notizie false e diffamatorie che possano danneggiare la nostra reputazione".
Proseguono le indagini
Nel frattempo, le autorità non si fermano. Le indagini continuano per verificare ulteriori finanziamenti concessi con modalità ritenute fraudolente. Si stima che, in caso di inadempimento da parte delle aziende beneficiarie, il danno per l'Erario potrebbe essere significativo, dato che lo Stato garantisce l’80% dei crediti erogati.