Con mollica o senza, a Napoli esplode la moda dei panini (ma è solo marketing)
Da Donato De Caprio a Tommaso Mazzanti, il capoluogo campano impazzisce per i panini. Ma sarà solo una moda?
"Con mollica o senza" ha fatto da apripista a tantissimi nuovi locali che vendono panini
A Napoli la tradizione del panino è profondamente radicata nella città ma oggi sembra essere diventata una vera e propria ossessione. La "colpa" è soprattutto dei social. Sono infatti 150 i locali di street food che nel capoluogo campano propongono principalmente panini per un fatturato di 60 milioni di euro l'anno. La crescita è stata tale da imporre al Comune di Napoli il divieto all'apertura di nuove attività per la somministrazione di cibo e l'ampliamento di quelle esistenti per i prossimi tre anni in un'area di 1,2 chilometri quadrati.
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Apripista è stato Donato De Caprio con il suo "Con mollica o senza". Il salumiere fenomeno di TikTok con i suoi 4 milioni di follower ha sfornato 1.500 panini al giorno per il ponte del primo novembre (800 di media) e ha aperto un nuovo locale a Milano. I prezzi vanno da 7 a 14 euro. "Ho fatto una cosa semplice - ha spiegato a Gamberosso.it - ho raccontato nei miei video come nasce la ‘merenna napulitana’, che è molto più di un panino. Va preparata con cura, con ingredienti di qualità e va consumata per strada. Non ho inventato nulla, sia chiaro, ma credo che il successo dei miei video abbia fatto bene a tanti salumieri, che ora seguono la scia".
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Sfruttando il fenomeno social sono arrivati a Napoli anche L'Anitico Vinaio in corso Umberto, celebre locale dove gustare la foccaccia toscana, e realtà come Puok con i suoi 700 panini al giorno di media. "Ho dato dignità a quello che era considerato junk food notturno", ha spiegato il titolare e creator Egidio Cerrone.
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"Credo sia un trend passeggero - afferma Massimo Di Porzio, presidente di Confcommercio Napoli - Non vorrei che ci si dimenticasse dei principi fondanti della dieta mediterranea, che vede nella pizza napoletana e nella cucina semplice del territorio i suoi principi. Nei panini che vanno per la maggiore c'è troppo utilizzo di salsine e grassi polinsaturi che possono creare problemi. E se anche noi ci trovassimo nelle condizioni di molti teenagers americani, sempre sovrappeso e senza una minima cultura gastronomica".
"Per la verità da noi accade che anche ragazzini di 12 anni apprezzino la burrata e la crema di pistacchio, - si difende Donato - c’è una maggiore attenzione agli ingredienti e il panino non è più una soluzione di serie B per i muratori nella pausa pranzo".