Zanoni e Desiati per la prima volta insieme alla Rassegna Letteraria della Città di Vigevano

Crediti Photo Nick Zonna
Spettacoli

L’evento  inserito nel programma di “Orizzonti. Per un nuovo umanesimo”, per la ventunesima edizione della Rassegna Letteraria della Città di Vigevano ha accolto sul palco della Cavallerizza, per la prima volta nella storia degli eventi culturali, i due premi letterari italiani per eccellenza: il Premio Campiello e il Premio Strega.Nella sala della Cavallerizza del Castello Sforzesco di Vigevano, hanno dialogato con il pubblico e raccontato le loro esperienze  il vincitore del Premio Campiello, istituito nel 1962 per volontà degli Industriali del Veneto, e il vincitore del Premio Strega, istituito a Roma nel 1947 dalla scrittrice Maria Bellonci e da Guido Alberti, proprietario della casa produttrice del liquore Strega. Per il Premio Campiello Bernardo Zannoni con “I miei stupidi intenti” (Sellerio) e per il Premio Strega Marco Desiati con “Spatriati” (Einaudi). L’incontro, moderato da Alessandra Tedesco, consulente editoriale della Rassegna, è stato introdotto da un breve saluto istituzionale da parte della Fondazione Il Campiello Mariacristina Gribaudi, Presidente del Comitato di Gestione del Premio, e da parte della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, che organizza il Premio Strega, con il Presidente Giovanni Solimine.«Questo incontro è un riconoscimento» dichiara il sindaco Andrea Ceffa «al grande lavoro fatto in questi anni per dare sempre più autorevolezza culturale alla Rassegna Letteraria del Comune di Vigevano. L’amministrazione anche durante questi anni di pandemia e post pandemia ha infatti creduto fortemente nella Rassegna: un tassello fondamentale della politica culturale del territorio» ha partecipato anche Andrea Sala assessore alla Cultura che ha confermato che l'evento è un grande esempio di cultura cittadino e nazionale.L’edizione 2022 della Rassegna oltre al vasto pubblico e stata fortemente legata alla storia della città di Vigevano, che celebra anniversari di particolare rilevanza, legati alla figura di Ludovico Sforza detto Il Moro (Vigevano 1452- Loches 1508): non solo condottiero e duca ma soprattutto mecenate e promotore delle arti, quindi uno degli uomini simbolo di questo stesso Umanesimo protagonista dell’evento.

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