ANBI, l’intervento del Presidente Francesco Vincenzi alla Fieragricola Tech di Verona

Vincenzi (ANBI): “È importante l’utilizzo delle acque reflue depurate, sul quale, però, chiediamo chiarezza normativa”

di Redazione Corporate
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ANBI, definita dal Presidente Vincenzi l’importanza delle acque reflue per sopperire alla diminuzione delle piogge

Il cambiamento climatico sta modificando profondamente il regime delle precipitazioni in Italia. Secondo gli esperti, la quantità complessiva di pioggia che cade annualmente nel Paese, circa 300 miliardi di metri cubi, rimarrà pressoché invariata, ma i giorni di pioggia diminuiranno del 12%, con un aumento della concentrazione degli eventi atmosferici estremi. Questo scenario mette a rischio le colture idroesigenti e impone una gestione più attenta delle risorse idriche.

A lanciare l'allarme è Francesco Vincenzi, Presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), intervenuto a Verona durante Fieragricola Tech, un convegno dedicato all'ottimizzazione dell'irrigazione.

La gestione dell'acqua non riguarda solo agricoltura e industria, ma coinvolge l'intera società, toccando interessi legati all'energia, all'ambiente, al turismo e al tempo libero”, ha sottolineato Vincenzi. "Per questo motivo, è fondamentale trovare strategie innovative per garantire una distribuzione equa ed efficiente delle risorse idriche".

Tra le possibili soluzioni per far fronte alla crescente scarsità d'acqua, l'uso delle acque reflue depurate rappresenta un'opzione promettente. Tuttavia, Franceso Vincenzi chiede maggiore chiarezza normativa e gestionale prima di avviare un'integrazione su larga scala di questa risorsa.

Non possiamo scaricare sui consorzi irrigui e, quindi, sull'agricoltura il peso degli investimenti per gli impianti di depurazione né le responsabilità sulla qualità ambientale delle acque distribuite”, ha ribadito Vincenzi. ANBI chiede che la qualità delle acque reflue venga certificata da un ente terzo indipendente per garantire sicurezza e trasparenza.

Un altro aspetto critico riguarda la reale disponibilità di acqua reflua utilizzabile. Contrariamente a quanto spesso si afferma, la quantità effettiva non è di 9 miliardi di metri cubi, ma circa la metà. Questo perché una parte significativa delle acque reflue deriva da piccoli impianti che non dispongono di una rete di distribuzione adeguata.

Per affrontare queste sfide, è già in corso una sperimentazione con grandi multiutility per trovare un equilibrio tra utilizzo delle acque reflue e sicurezza alimentare. “In gioco non c'è solo la salubrità del cibo, ma anche la competitività dell'agroalimentare italiano e la salute dei cittadini”, ha concluso Vincenzi.

Oltre al riutilizzo delle acque reflue, ANBI continua a promuovere la creazione di nuovi invasi multifunzionali. Il piano sviluppato insieme a Coldiretti punta ad aumentare l'attuale capacità di trattenere le acque piovane, che oggi si ferma all'11 %, una percentuale troppo bassa per garantire la sicurezza idrica nel lungo periodo.

La gestione delle risorse idriche è una sfida cruciale per il futuro dell'agricoltura italiana e della filiera agroalimentare. Senza un quadro normativo chiaro e investimenti adeguati, il rischio è quello di compromettere la qualità e la competitività del Made in Italy.

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