Guerra Ucraina, accelerata rinnovabili: saranno fonti cruciali per il 2023

La guerra in Ucraina ha messo la transizione energetica in testa alle priorità dei governi: eolico, solare (e non solo) saranno fonti chiave nel 2023

di Marta Barbera
Green

Guerra Ucraina e crisi energetica, l'imperativo è sganciarsi dalla dipendenza delle forniture russe 

La guerra tra Russia e Ucraina scoppiata lo scorso febbraio ha innescato un vero e proprio vortice sotto il profilo energetico. L'Europa, fortemente dipendente dalle forniture russe di gas, si è trovata di colpo con un “alleato in meno”. Costretta a revisionare la sua intera strategia di approvvigionamento. Come sostituire l'apporto di Mosca e uscire dall'impasse? In tale scenario, paradossalmente, il conflitto ha generato due leve opposte: da una parte la riaccensione di diverse centrali a carbone, dall'altra la spinta verso l'energia pulita. Ma se la prima è destinata a "spegnersi" nel futuro prossimo, la seconda ha tutte le carte in regola per accelerare ancora di più. 

La crisi globale infatti, secondo il nuovo rapporto “Renewables 2022”, ha determinato uno slancio senza precedenti per le energie rinnovabili, con una capacità totale mondiale destinata a raddoppiare quasi nei prossimi cinque anni, con il sorpasso, lungo il percorso, del carbone come principale fonte di generazione di elettricità e contribuendo a mantenere viva la possibilità di limitare riscaldamento a 1,5 gradi centrigradi.

Secondo il report Aie il mondo è destinato ad aggiungere tanta energia rinnovabile nei prossimi cinque anni quanta ne ha avuta negli ultimi venti. L'espansione della capacità rinnovabile nei prossimi cinque anni sara' molto più veloce di quello che ci si aspettava solo un anno fa. Nel 2022-2027 si vedono le rinnovabili in crescita di quasi 2400 GW nella previsione principale, osserva Aie, pari all'intero installato di capacità di potenza della Cina oggi: un'accelerazione dell'85% rispetto ai cinque precedenti anni, e quasi il 30% in più rispetto a quanto previsto nel rapporto dello scorso anno: è la più grande revisione al rialzo di sempre.


 

Nel dettaglio, l'elettricità da eolico e solare fotovoltaico sarà più che raddoppiata nei prossimi cinque anni, fornendo quasi il 20% della produzione globale di energia nel 2027. Queste tecnologie variabili rappresentano l'80% dell'aumento globale della produzione rinnovabile nel periodo di previsione, il che richiederà ulteriori fonti di energia flessibilità del sistema. Nel frattempo, la crescita delle energie rinnovabili dispacciabili, tra cui energia idroelettrica, bioenergia, geotermica e solare a concentrazione, rimane limitata nonostante il loro ruolo fondamentale nell'integrazione dell'eolico e del solare fotovoltaico nei sistemi elettrici globali.

La capacità di potenza installata del solare fotovoltaico è pronta a superare quella del carbone entro il 2027, diventando la più grande al mondo. Nonostante gli attuali maggiori costi di investimento dovuti agli elevati prezzi delle materie prime, il fotovoltaico solare su larga scala è l'opzione meno costosa per la nuova generazione di elettricità in una significativa maggioranza di paesi in tutto il mondo.


 

Rinnovabili, Birol: "La crisi ha innescato un punto di svolta storico" 

"Le energie rinnovabili si stavano già espandendo rapidamente, ma la crisi energetica globale le ha proiettate in una nuova straordinaria fase di crescita ancora più rapida mentre i Paesi cercano di capitalizzare i loro vantaggi in termini di sicurezza energetica. Il mondo è pronto ad aggiungere tanta energia rinnovabile nei prossimi 5 anni quanta ne ha avuta nei precedenti 20 anni", ha affermato il direttore esecutivo dell’Aie, Fatih Birol a margine della pubblicazione del report. "Questo è un chiaro esempio di come l’attuale crisi energetica possa rappresentare un punto di svolta storico verso un futuro sistema energetico mondiale più pulito e sicuro. La continua accelerazione delle energie rinnovabili è fondamentale per aiutare a mantenere la porta aperta per limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C", ha rimarcato Birol.

Intanto, dal rapporto "EY Renewable Energy Country Attractiveness Index" (Recai), arrivano notizie positive per l'Italia. L'indice che classifica i primi quaranta Paesi al mondo per attrattività di investimenti e opportunità di sviluppo nel settore delle energie rinnovabili posiziona il nostro Paese dal quindicesimo al dodicesimo posto. A pagare nel ranking di Ey la spinta della nuova bozza del Decreto Fer 2 e agli sforzi di semplificazione autorizzativa. Stati Uniti, la Cina e la Germania si posizionano sul podio, mentre seguono nella top 10  Regno Unito, Francia, Australia, India, Spagna, Giappone e Paesi Bassi.

 

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