Mediterraneo, mare di plastica: Italia, Egitto e Turchia le zone più colpite

È allarme nel Mediterraneo, che ospita l'1% dell’acqua del pianeta ma concentra il 7% dei rifiuti plastici al mondo. Sui fondali 1 mln di tonnellate di rifiuti

a cura di Redazione
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L'allarme di Legambiente: "Mediterraneo sommerso da tonnellate di plastica" 

Il 5 giugno di ogni anno si celebra la Giornata mondiale dell'Ambiente, istituita dalle Nazioni Unite 50 anni fa. In occasione del 2023 la giornata è dedicata alla ricerca di soluzioni alla crisi dell'inquinamento da plastica, a sottolineare quanto l'emergenza sia forte. Non a caso, l'appello che corre sui social è #BeatPlasticPollution, ovvero "sconfiggi l’inquinamento da plastica". 

Secondo l'Onu ogni anno l'umanità produce circa 430 milioni di tonnellate di plastica, metà delle quali progettate per essere utilizzate una sola volta. Di questi, meno del 10% viene riciclato. Anzi, si stima che ogni anno 19-23 milioni di tonnellate finiscono nei laghi, nei fiumi, nei mari e negli oceani. Inoltre, la maggior parte della plastica non si disperde mai veramente ma si rompe e le particelle di plastica vengono ingerite dai pesci o dal bestiame, prima di essere consumate dagli esseri umani attraverso il cibo e l'acqua del rubinetto.

Oltre a essere un pericolo per la fauna marina e la biodiversità, la presenza di rifiuti plastici in acqua rappresenta un pericolo anche per la salute umana, dunque. Tra l'altro, la produzione di plastica è responsabile di circa il 3,7% delle emissioni globali di gas serra, ha quindi un certo impatto anche sul clima.

E tra tutti i mari del mondo, il Mediterraneo - con un milione di tonnellate di rifiuti plastici nelle sue acque - è uno di quelli con la maggior concentrazione di plastica al mondo

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Per questo, l'Unione per il Mediterraneo (UpM) ha chiamato i Paesi dell’area mediterranea a urgenti azioni per salvaguardare il delicato ecosistema del Mar Mediterraneo, ricordando che questo ospita l'1% dell'acqua del pianeta ma concentra il 7% delle microplastiche al mondo. Una quantità che equivale al peso di 50 Torre Eiffel di rifiuti di plastica che vengono gettati in mare, un quantitativo che potrebbe quadruplicare entro il 2050 se si prosegue con lo scenario attuale.

Tuttavia, secondo quanto riporta Legambiente, "al contrario delle isole di plastica oceaniche, che sono formazioni stabili, nel Mediterraneo si deve parlare di zone di accumulo dei rifiuti in plastica. Sono come dei vortici che però sono effimeri, perché vengono dispersi dalle correnti". L’Egitto è il paese che disperde più plastica nel Mediterraneo, seguito da Italia (34mila tonnellate all’anno) e Turchia (24mila tonnellate all’anno). Le cause sono soprattutto una gestione inefficiente dei rifiuti e la presenza di attività costiere. 

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"La prima soluzione per contrastare l’inquinamento nel Mar Mediterraneo sarebbe ridurre la produzione di plastica e di oggetti usa e getta, oltre a mettere in atto strategie di riciclo e riutilizzo per contenere la dispersione di rifiuti nell’ambiente”, dichiara Stefania Di Vito di Legambiente. Fondamentali sono inoltre le attività di sensibilizzazione sul problema, con il coinvolgimento del mondo politico e industriale: "Per Legambiente la pulizia dei mari e la rimozione dei rifiuti sono solo una parte della soluzione. Per questo abbiamo lanciato il progetto COMMON, che ha l’obiettivo di mettere a punto politiche comuni per affrontare il problema dei rifiuti in mare a livello internazionale". 

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