Sostenibilità, domina la visione antropocentrica: prima l'Uomo e poi la Natura
Dal sondaggio condotto da Swg su un campione di 800 persone è emersa molta consapevolezza della perdita di biodiversità, ma non altrettanta volontà di cambiare
Sostenibilità, domina la visione antropocentrica: prima l'Uomo e poi la Natura. Il report
Il termine sostenibilità rimanda alla necessità di un ecosistema in equilibrio e di un paradigma di sviluppo fondato su un rapporto armonico Uomo-Natura. Eppure il modo in cui pensiamo alla sostenibilità tradisce una visione antropocentrica piuttosto diffusa. Tendiamo ad associare la sostenibilità soprattutto alle «nostre» pratiche di economia circolare e di gestione dei rifiuti (44%), alla produzione di energia rinnovabile «per noi» (36%) e alla tutela della «nostra» salute (31%). La conservazione della biodiversità e delle risorse naturali vengono dopo.
Eppure non ci sono dubbi: per 9 italiani su 10 la biodiversità del Pianeta è a rischio e per 6 su 10 rappresenta un serio problema per l’intero ecosistema, Uomo compreso. Nel complesso siamo anche piuttosto convinti di essere noi, con la nostra ingerenza sulla Natura, la causa principale del progressivo impoverimento nel patrimonio di biodiversità del Pianeta (55%).
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C’è però una quota non trascurabile e (insospettabilmente) a trazione giovanile che legge il fenomeno come una «naturale» conseguenza di processi evolutivi che poco hanno a che fare con la presenza e l’attività dell’Uomo sulla Terra. Fatichiamo a rinunciare al nostro ruolo di dominio sulla Natura.
Per oltre 1 italiano su 4 (e il 44% dei Millennials) l’Uomo ha ancora il «diritto di sfruttare la natura per soddisfare i propri bisogni» presenti e per una netta maggioranza «la terra offrirà sempre risorse naturali in abbondanza», ci basterà sfruttare l’ingegno e imparare ad utilizzarle meglio. Poco conta, in quest’opinione, l’esponenziale tasso di crescita della popolazione mondiale.
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