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Esteri
Gasdotti Nord Stream: l'accusa di sabotaggio a un ufficiale ucraino

Secondo Der Spiegel e The Washington Post sono stati i sommozzatori ucraini a far saltare le linee dell’energia russa che arriva in Europa

Sarebbe un ufficiale delle forze speciali ucraine ad aver coordinato il sabotaggio dei gasdotti russi Nord Stream 1 e 2. Lo raccontano in un’inchiesta congiunta The Washington Post e Der Spiegel, i due colossi dell’informazione americana e tedesca che hanno lavorato coordinati pubblicando le inchieste separatamente. Non un caso vista la cappa di silenzio piombata in Occidente sulle azioni militari ucraine. Il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 il 16 settembre 2022 ha però modificato profondamente l’approvigionamento europeo all’energia.

Washington e la NATO lo definirono un atto di sabotaggio, mentre Mosca sostenne si trattasse di un atto terroristico internazionale.

L’uomo, un ex funzionario dell'intelligence, che ha prestato servizio nelle forze speciali dell'esercito ucraino, si chiama Roman Chervinsky. Secondo i due colossi dell’informazione, il 26 Settembre 2022, questi avrebbe supervisionato una squadra di 6 militari specializzati in azioni subacque in grado minare i due gasdotti in fondo al Mar Baltico. L’operazione, tenuta segreta, sarebbe stata gestita in toto da una struttura militare che agisce in autonomia, tenendo volutamente all’oscuro dei fatti il presidente Zelensky, in modo da garatirgli la massima capacità di movimento e manovra politica.

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Chervinsky, attualmente detenuto per un’accusa relativa ad un’altra vicenda, una volta contattato dai due giornali, ha replicato tramite il suo legale, sostenendo che le accuse nei suoi confronti sono infondate. "Tutte le speculazioni”, ha risposto l’avvocato di Chervinsky, “sul coinvolgimento di Chervinsky nell'attacco a Nord Stream vengono diffuse dalla propaganda russa senza alcun fondamento". Per l’accusa giudiziaria, che pende su di lui, Chervinsky ha accusato Zelensky. Il militare ucraino è stato arrestato l’aprile scorso per aver abusato del proprio potere: avrebbe attirato un pilota russo, invitandolo a disertare in un’azione militare però rivelatasi un fiasco. Il russo invece di arrendersi alle autorità di Kiev, come concordato, avrebbe trasmesso informazioni sull'aeroporto militare di Kanatove nell'Ucraina centrale, dove avrebbe dovuto sbarcare. La comunicazione ha permesso ai russi di bombardare l’aeroporto, uccidendo un soldato ucraino e ferendone diciassette. Per Chervinsky le accuse nei suoi confronti sarebbero una rappresaglie politiche del governo per avere criticato il presidente Zelensky.

Il Post e Der Spiegel hanno chiesto un commento al governo ucraino, senza ottenere reazioni. Gli ucraini hanno sempre negato la responsabilità di quanto accaduto. Era trapelata anche una pista che portava agli Stati Uniti e una che metteva in campo gli inglesi. Ma tutti i soggetti indicati hanno sempre rifiutato aspramente le ricostruzioni. L’accusa nei confronti ucraini non è una novità. Quando è stata presentata, il presidente Volodymyr Zelensky ha ripetutamente negato che il suo Paese potesse essere coinvolto. “Non lo farei mai”, ha detto a giugno al quotidiano tedesco Bild, chiedendo le prove a carico dei suoi militari.

La scorsa settimana Zelenskiy ha sostituito il capo delle forze operative speciali dell'Ucraina. Anche Germania, Danimarca e Svezia, ha riferito in passato l’agenzia di stampa Reuters, hanno avviato indagini sul caso. Ma i risultati delle inchieste non sono note.

LEGGI ANCHE: Gasdotti Nord Stream, fatti saltare dagli USA: un attacco alla Germania

 

 

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