Stress idrico e carenza infrastrutture. Il Rapporto Water Economy di Proger

di Redazione
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Stress idrico e carenza di infrastrutture. Il rapporto Water Economy in Italia di Proger


L’Italia è più piovosa di Olanda o Germania ma nonostante ciò è a rischio siccità a causa dellamancanza di infrastrutture. Una carenza che impatta su agricoltura, turismo e industria con danniper 20 miliardi di euro tra il 2000 e il 2022. Ad analizzare le risorse idriche in Italia è Proger checon la collaborazione della Fondazione Earth and Water Agenda ha realizzato il rapporto WaterEconomy in Italy.Si tratta del primo studio che fornisce un quadro completo e dettagliato della risorsa idrica in Italia:quantità, prelievi, utilizzi, infrastrutture e fabbisogni, esaminati in funzione del necessarioadattamento al cambiamento climatico.Il rapporto, che verrà presentato martedì 21 marzo in Senato con un evento realizzato incollaborazione con italiadecide, vuole far riflettere sulla priorità della salvaguardia delle acque nellescelte strategiche del Paese.

Stress idrico

L’Italia convive con la minaccia idrogeologica e con una sofferenza idrica importante nonostantenon difetti delle condizioni naturali per mantenere l’equilibrio tra la domanda e la disponibilità idrica.La piovosità in Italia è abbondante: su scala nazionale registra 301 miliardi di m3 di pioggia inmedia, ma solo l’11% delle precipitazioni è prelevata per l’uso. Il nostro paese si colloca al 5°posto in Europa per quantità di precipitazioni medie, Milano è l’area metropolitana più piovosad’Europa.Considerando le precipitazioni e il patrimonio idrico italiano, la media annua dell’acquateoricamente utilizzabile risulta 5 volte il livello medio dei prelievi annui per tutti gli usi (civile,agricolo industriale). Il problema è che naturalmente le precipitazioni non sono ripartiteuniformemente sul territorio e nel corso dell’anno, e così capita che le stesse aree che sono vittimedi ondate di maltempo e alluvioni poi si trovano a fare i conti con la mancanza d’acqua nei mesi piùcaldi. Un fenomeno che ha un comune denominatore: la carenza di infrastrutture idriche pergestire e utilizzare l’acqua quando e dove serve.

Un’Italia fragile che ha carenza di infrastrutture



L’Italia è sostanzialmente ferma alle stesse capacità di invaso di mezzo secolo fa, ma connecessità e consumi aumentati enormemente. Ci sono 531 grandi dighe la cui capacità d’invasosarebbe di 13,652 miliardi di m3, ma i volumi reali sono inferiori del 35% (per ritardi nelleprocedure di collaudo tecnico-funzionale, per interramento progressivo per mancato drenaggio eper carenza di nuovi investimenti), 4,8 milioni di italiani vivono in territori a rischio piena con codicerosso. Siamo un paese fragile: del totale delle frane registrate sul territorio europeo oltre l’80%riguardano l’Italia.Dopo le alluvioni, la siccità è il secondo rischio naturale più oneroso. Tra il 2000 e il 2022 l’Italia èstata colpita da gravi periodi di siccità con danni complessivi tra agricoltura, alimentare, industriale,energetico, pari a 20 miliardi di euro.Una rete colabrodo: oltre il 40% dell’acqua potabile prelevata non arriva ai rubinetti. A peggiorare ilquadro, manca un segnale di prezzo: abbiamo la tariffa media più bassa d’Europa (176,16 € diconsumi medi per una famiglia di 3 persone) che non disincentiva l’iperconsumo.

L’Italia versa 165mila € al giorno come sanzione all’UE (circa 60 milioni l’anno) per effetto di diverse infrazioni inmateria di infrastrutture idriche. In particolare la mancanza dei sistemi di depurazione e filtraggiodelle acque reflue, sia in ambito agricolo che industriale, e il loro riuso, anche in ambito civile.Inoltre, il bilancio idrico dell’Italia andrebbe considerato anche da una prospettiva storica: siamo ilpaese inventore degli acquedotti e dei sistemi irrigui, siamo grandi realizzatori di bonifiche evantiamo l’eccellenza di imprese nazionali specializzate nel disinterramento di dighe e invasi, cheperò lavorano quasi esclusivamente all’estero, dove sono altamente apprezzate.

Il rapporto presentato da Proger prende in esame il necessario cambio di passo pergarantire la risorsa idrica per gli usi civili, agricoli, industriali e per generare energia pulita. È necessaria una ripresa degli investimenti (pubblici e privati), modifiche legislative e di governanceed uno sforzo tecnico, progettuale ed imprenditoriale per potenziare la capacità di stoccaggio; perla sostituzione e la rigenerazione di reti ed impianti, nonché per la realizzazione di nuoveinfrastrutture; per il riuso delle acque reflue e per la ricarica programmata delle falde idriche; per ladesalinizzazione e l’utilizzo dell’acqua di mare; per l’applicazione di tecnologie innovative e basatesull’intelligenza artificiale che assicurino il risparmio ed il controllo della risorsa.

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