Ucraina, dalla deforestazione al nucleare: la guerra è un disastro ambientale

Dall’inizio della guerra in Ucraina (febbraio 2022) sono tante le azioni che hanno devastato l'ambiente e il territorio: il bilancio

di Mariangela Campo
Green

Guerra Ucraina, dall'acqua imbevile all'aria piena di gas tossici: il bilancio di anno di conflitto 

Un anno di guerra in Ucraina. La prima e più grave tragedia di qualsiasi conflitto armato sono i suoi effetti diretti: ogni guerra porta con sé una scia incalcolabile di vittime civili e militari. Accanto alle vittime causate direttamente dalle armi da fuoco ci sono tutti coloro che subiscono gli effetti indiretti della guerra: i profughi in fuga dalla guerra, l'impoverimento delle aree contese con il conseguente aumento della disoccupazione, della malnutrizione, della mortalità, il collasso delle istituzioni e di tutti i servizi connessi. Collasso della sicurezza, dell'istruzione, della sanità.

Nonostante la minore attenzione, ci sono anche conseguenze ambientali, che vanno dall'inquinamento dovuto ai materiali contenuti negli armamenti all'abbandono di luoghi che diventano essi stessi pericolosi. Tuttavia, queste conseguenze indirette spesso causano nel lungo periodo più morti della guerra stessa, e l’impatto che riceve meno copertura mediatica in assoluto sono gli effetti climatici e ambientali di qualsiasi conflitto.

Le conseguenze ambientali della guerra in Ucraina

Secondo l'Environmental Performance Index e come si legge sull’European Youth Portal, nell’articolo di Austėja Dumčiūtė e Lorenzo Tecleme, anche prima dell'invasione russa del 24 febbraio 2022, l'Ucraina si classificava in basso riguardo agli indicatori ambientali come la qualità dell'aria, la produzione di biodiversità e la salute dell’ecosistema. Quindi, dopo un anno di guerra la situazione ambientale in Ucraina sarà peggiore che mai.

L'esercito russo ha preso di mira le infrastrutture militari e le città dell'Ucraina. Dagli incendi nelle infrastrutture militari si sono diffuse grandi e dense nubi di fumo sulle aree civili. Queste nubi sono composte da gas tossici e particelle derivanti da armi esplosive che, in aree popolate, creano inquinamento da materiali da costruzione, tra cui amianto, metalli e prodotti della combustione. Prendere di mira questi luoghi provoca molti rifiuti che possono portare all'inquinamento del suolo e delle acque sotterranee e, a loro volta, a problemi di salute per le persone.

Il primo giorno dell'invasione le radiazioni gamma nella zona di Chernobyl erano circa 28 volte il limite annuale, a causa dei movimenti dei veicoli pesanti. L'Ucraina in questo momento gestisce 15 reattori nucleari in 4 luoghi diversi. I detriti e le radiazioni rilasciati in un attacco potrebbero diffondersi per migliaia di chilometri e causare molti problemi di salute, come il cancro alla tiroide non solo in Ucraina ma anche nei paesi più vicini.

Inoltre, ci sono molte miniere di carbone obsolete nella regione del Donbass, che rappresentano un enorme pericolo in Ucraina. Perché quando una miniera viene chiusa non può essere abbandonata per sempre. Ci sono ancora compiti da svolgere come pompare l'acqua per evitare che i serbatoi vengano contaminati da metalli pesanti come mercurio, piombo e arsenico. La guerra limita queste operazioni, ed è quello che avevamo visto accadere anche prima dell'invasione in 35 diversi siti perché i separatisti filorussi non avevano le risorse per condurre attività di manutenzione. Così le miniere sono state abbandonate, sono allagate e inquinano l'acqua che dovrebbe servire per bere e per irrigare.

L'ecocidio di un anno di guerra in Ucraina

L'Ucraina rappresenta il 35% della biodiversità europea. Sul suo territorio ci sono oltre 70.000 specie di piante e animali, di cui quasi 1.400 protette. Questa biodiversità si sta distruggendo a causa della guerra, perciò si parla di ecocidio. Il 16% della superficie dell'Ucraina è coperta da foreste, che bruciano durante le esplosioni dell'artiglieria, e di cui 20.000 ettari della regione di Luhansk sono già bruciati a causa di incendi nel 2020.

Oltre a questi problemi, le armi usate durante la guerra aumentano l'impronta di carbonio nella regione, bloccano più gas serra nell'atmosfera, ed espongono l'Ucraina a un rischio maggiore di disastri legati al cambiamento climatico.

Come ci fa sapere Lifegate, dopo un anno di guerra in Ucraina ci sono ettari su ettari di foreste distrutte, terreni contaminati, falde acquifere inquinate, siti protetti compromessi, specie animali sterminate, emissioni di gas serra in impennata. Il costo di tutto questo in termini di danni è stimabile per il momento in circa 46 miliardi di euro.

Dall’inizio della guerra nel febbraio 2022 circa un terzo delle foreste dell’Ucraina è stato danneggiato. Il 20 per cento delle aree protette è a rischio. Dieci parchi naturali, otto riserve naturali e due riserve di biosfera sono sotto occupazione. Le specie di piante e funghi sotto minaccia a causa degli eventi bellici sono 750. 

La sofferenza degli animali nei luoghi di guerra

E a soffrire questa situazione sono anche gli animali. Sono almeno 600 le specie animali minacciate dalla guerra in Ucraina. Tra questi i delfini: come ha spiegato il biologo marino Ivan Rusev, sulle coste protette del Mar Nero prima del conflitto si trovavano una media di tre delfini spiaggiati all’anno.

Con lo scoppio della guerra, sugli unici quattro chilometri di spiaggia dove riescono a continuare a operare, visto che il resto è occupato, sono invece già state contate le carcasse di 45 delfini. E la stima è di 50mila cetacei morti. Il rumore delle navi militari e dei bombardamenti in mare e sulla costa disorientano questi animali, di fatto decretandone la morte nel breve o lungo termine. E per altre specie non va meglio. 

Sempre Lifegate ci fa sapere che gabbiani, pellicani e beccacce negli anni scorsi avevano creato sulle coste del mar Nero colonie da decine di migliaia di specie, grazie anche alle attività svolte dalle istituzioni ucraine nella tutela ambientale.

La guerra ha cancellato tutto. E gli effetti si sono fatti sentire anche a grande distanza: nel Kashmir indiano mancano all’appello migliaia di uccelli migratori, che solitamente arrivavano nella regione dopo il viaggio cominciato in inverno in Europa.

Secondo gli ornitologi, la guerra in Ucraina, situata lungo il loro percorso, ha influito in questo senso: alcuni uccelli hanno cambiato rotta, altri sono morti proprio durante quel tratto di volo.

Ancora, la distruzione delle foreste sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza di specie già rare in Ucraina. Tra queste l’orso bruno euroasiatico, che conta 150-250 esemplari, la lince euroasiatica, di cui si stimano circa 500 esemplari, e il bisonte europeo.

L’ecocidio in corso sta uccidendo questi animali in modo diretto, attraverso i bombardamenti, e indiretto, con la deforestazione e la contaminazione tossica del suolo e delle falde acquifere in cui vivono.

Nelle città non va meglio: gli animali domestici abbandonati dalla popolazione in fuga per la guerra sono nell’ordine delle migliaia, mentre i raid militari russi hanno colpito anche zoo come quelli di Mykolaïv, di fatto abbandonato.

Un anno di guerra in Ucraina: i danni all’agricoltura

A inizio 2023 i danni stimati per l’agricoltura da un anno di guerra in Ucraina sono di circa  40 miliardi di dollari. Una buona parte legata alla distruzione di macchinari, infrastrutture logistiche e fabbricati aziendali, il resto per i danni diretti ai campi e agli allevamenti.

Gli ultimi dati parlano di 14.300 ettari di colture devastati e 2,8 milioni di tonnellate di cereali e 1,2 milioni di tonnellate di olii di semi distrutte o rubate. Come si legge su Agronotizie, "i capi di bestiame morti a seguito dell’invasione russa fanno contare circa 400mila alveari, 95mila tra pecore e capre, 212mila bovini, 507mila maiali e circa 12mila tra polli e altri avicoli, per un totale di 362,5 milioni di dollari di valore".

Molti terreni sono inutilizzabili a causa delle mine e delle munizioni inesplose, o per la caduta sul suolo di sostanze chimiche tossiche come il fosforo bianco. Altri appezzamenti sono stati distrutti dai passaggi dei carri armati e dalle battaglie sul campo.

L'agricoltura ucraina potrebbe risentire della guerra per almeno 100 anni

Come ha stimato l’European journal of soil science, l’agricoltura ucraina potrebbe risentire della guerra in corso per almeno 100 anni. Un’esperienza già vissuta dal paese, dopo il disastro nucleare di Chernobyl. E oggi come allora il problema rischia di essere globale. L’Ucraina è il quarto esportatore mondiale di grano, ma le difficoltà alle coltivazioni così come i container carichi di cereale bloccati nei porti del mar Nero a causa delle minacce russe sono la fotografia più chiara della criticità della situazione.

Per ora il sistema regge, i numeri dicono che la produzione è quasi in linea con quella degli anni precedenti, ma l’equilibrio è su un filo sottilissimo. Dal grano ucraino dipende la sostenibilità alimentare di decine di paesi nel mondo, un crollo reale della produzione e dell’esportazione a causa dell’impatto della guerra sui suoli ucraini sarebbe una catastrofe umanitaria di livello planetario.

La crisi climatica globale

Si potrebbe dire che il riscaldamento globale è sia la causa sia la conseguenza delle guerre. È una causa perché il deterioramento delle questioni climatiche funge da moltiplicatore di conflitti, aumentando le controversie su acqua, terra coltivabile e idrocarburi. Molti analisti hanno sottolineato come il crollo del debole governo di Ashraf Ghani nel 2021 sia stato facilitato dalla terribile siccità che ha attanagliato l'intera area.

È anche una conseguenza perché l'esercito globale è un gigantesco emettitore di inquinamento. Secondo il Cost of War Project, l'esercito americano è l'unica istituzione che produce il maggior numero di tonnellate di CO2 equivalente all'anno. Più di qualsiasi multinazionale, enormemente più di qualsiasi sistema sanitario, educativo o assistenziale.

In conclusione, è chiaro che le guerre non portano mai cose buone. Portano solo un'enorme quantità di morti, sogni infranti, città distrutte e natura. E ha anche un enorme impatto sulla crisi climatica globale di cui molte persone parlano in questo momento. La guerra porta ad acqua potenzialmente imbevibile, suolo dove gli esseri umani coltivavano piante non sicure da usare, aria piena di gas tossici e particelle

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