5 titoli Oscar Draghi e Fantastica da esporre in libreria

Quando la magia del fantasy si unisce alla bellezza estetica: ecco le collane Mondadori che non hanno rivali

di Chiara Giacobelli
Libri & Editori

Amatissime dai giovani e dalle booktoker, le collane ideate e realizzate da Mondadori Oscar Draghi e Oscar Fantastica sono tra le più vendute, ricercate, fotografate e ovviamente lette. Qui vi suggeriamo cinque titoli da avere nella propria libreria.   

Abbiamo dedicato in passato diversi speciali alle singole case editrici, mettendone in luce i punti di forza, realizzando alcune interviste e proponendo nuove uscite da acquistare. È però difficile riuscire a fare qualcosa del genere se il soggetto in questione è Mondadori, perché il gruppo pubblica una varietà di collane e di titoli talmente vasta da risultare quasi impossibile selezionare solo cinque libri da consigliare. Abbiamo pertanto deciso di concentrarci su due collane specifiche realizzate da Mondadori: quelle più amate in assoluto, sia per i contenuti che per la grafica accattivante. Volumi da collezione che spesso contengono molte pagine, si presentano con delle cover irresistibili e all’interno nascondono mappe, disegni, illustrazioni; quasi sempre anche i bordi sono colorati riprendendo lo stile della copertina, dando così vita a delle vere e proprie opere d’arte che non è soltanto piacevole leggere, ma anche esporre in libreria.

La prima delle due collane, che molti lettori conosceranno già, è quella degli Oscar Draghi. Forse non saranno comodissimi da portare con sé fuori casa, ma d’altra parte non è per gli spostamenti che sono stati pensati: i Draghi vanno ad abbellire l’arredamento della casa, tanto che le più giovani sfoggiano nelle loro pagine social interi scaffali riservati esclusivamente ad essi. Incentrata sui classici, sui grandi autori senza tempo, ma anche sulla fantascienza e sul fantasy, è ormai una punta di diamante di Mondadori, che ogni mese pubblica qualcosa di nuovo riuscendo sempre a cogliere nel segno. Gli ultimi Draghi apparsi in commercio, con cui abbiamo deciso di aprire questo speciale, sono i due volumi in cui è racchiusa la serie completa de Le cronache lunari di Marissa Meyer, in passato già arrivata in Italia in più libri divisi e ora per la prima volta riunita in due splendidi tomi da collezione.

L’editor Marco Corsi racconta ad Affaritaliani.it: “Gli Oscar Draghi furono lanciati sul mercato nel 2012 e il loro nome rimanda all’immaginario di George R.R. Martin: i suoi Libri delle Cronache del ghiaccio e del fuoco furono infatti i primi titoli ad essere pubblicati in questa veste, insieme ai Cicli di Shannara di Terry Brooks. Grande formato, un impiego di materiali cartografici variegati per le copertine (le prime, appunto, ricordavano la famigerata “pelle di drago” che ne ha decretato il nome) e soprattutto l’unicità di libri divenuti iconici per il pubblico. Non solo fantasy, benché la collana sia stata battezzata sotto questa stella, ma una fantasmagoria di generi afferibili a un universo non omogeneo di lettori, che spazia dalla fantascienza “tradizionale” (come nel caso di Asimov, Herbert e Clarke: i padri fondatori) alle emozioni adrenaliniche della saga Hunger Games di Suzanne Collins e alle amatissime serie di Sarah J. Maas. Edizioni talora illustrate dai migliori grafici sulla scena internazionale e spesso arricchite di contributi extra d’autore, illustrazioni e fan-art.

Queste sono le caratteristiche che contraddistinguono anche le riedizioni dei “classici” Notre Dame de Paris di Victor Hugo, Il mondo nuovo di Aldous Huxley, La saga di Terramare di Ursula K. Le Guin o L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón. Tra i volumi più simbolici ci sono certamente il Necronomicon e I miti di Cthulhu del grande Howard Phillips Lovecraft, che nella sua nuova foggia terrorizza e affascina ancora di più; si tratta di edizioni preziose anche per il lavoro editoriale che racchiudono: nuove traduzioni, prefazioni e curatele che accompagnano i testi e guidano il lettore nell’immersione totale fra le pagine dei loro autori più amati. Ogni volume, ovviamente, costituisce una storia a sé, ma la preparazione spesso dura anni, data la complessità editoriale e l’alta foliazione. Ad oggi sono stati pubblicati oltre 130 titoli. Il più eccentrico? Se si considera il cortocircuito fra confezione e contenuto La divina trilogia di Dante Alighieri. Scegliamo i titoli da pubblicare in questa collana senza preclusioni, senza preconcetti, con un certo gusto per la sfida, ma soprattutto con l’intenzione di accondiscendere il desiderio di un pubblico che apprezza e ama queste preziose edizioni da collezione”.

La seconda collana che abbiamo scelto di raccontarvi in questo speciale è Oscar Fantastica, costituita da libri dalle dimensioni ridotte rispetto ai Draghi, ma pur sempre notevoli. Il genere fantasy e fantastico – come d’altra parte anticipa il titolo – è il fil rouge della produzione editoriale, che si caratterizza per l’accuratezza con cui vengono realizzati e stampati i volumi: i lati sono sempre disegnati o colorati, il testo si presenta con caratteri ben visibili e ampi spazi per facilitare la lettura, talvolta compaiono mappe e illustrazioni a firma di professionisti del settore, mantenendo le cover originali. In questo caso abbiamo scelto due titoli che hanno riscontrato un enorme successo: La ragazza che cadde in fondo al mare e La stirpe della gru, oltre al più recente Babel.  

Dichiara ad Affaritaliani.it sempre Marco Corsi: “Come è accaduto per altri generi in anni più o meno recenti, come ad esempio il giallo o il romance, oggi anche il fantasy vive una sua stagione di grande espansione in termini di titoli e di consenso da parte del pubblico. Un pubblico disposto ad affrontare una mole di testi articolati in serie e in saghe, per un totale di pagine davvero impressionante. Quel pubblico che magari in giovane età si è avvicinato a Harry Potter e poi ha attraversato Il signore degli anelli o l’epopea di Game of Thrones, per approdare agli scenari dell’urban fantasy contemporaneo. Mondi che si ibridano sempre di più con la realtà e con tematiche attuali, dal climate change alla queerness: il concetto di world-building si sta avvicinando a quello di bildung, al punto che la classica distinzione fra libri Young Adult e New Adult spesso si traduce in una più ampia di crossover. La formazione dell’eroe è traslata in un mondo in cui la componente magica, paranormale, speculativa riproduce i modelli della società in cui viviamo per rimetterli in discussione e ampliare gli orizzonti. E questo sempre più spesso accade in una forma ibridata, come nel caso dell’ormai famigerato “romantasy”, che è divenuto un vero e proprio genere codificato con un’audience tale da giustificare, se si guarda soprattutto al mercato estero, la creazione di imprint specificamente dedicati. Per non parlare della funzione virale dei social, non ultimo Tik Tok.

È dunque ormai impossibile non pensare a un lettore immerso in questa rete di comunicazione e diffusione social che arriva dall’estero. Ci sono fenomeni che diventano immediatamente virali. Non è sempre semplice riconoscerli, anche se la qualità di un testo è un fattore intrinseco e quindi di per sé misurabile. Forse in un periodo come questo, in cui la qualità si è assestata su un livello abbastanza alto da un punto di vista della scrittura, la vera sfida è costituita dal saper individuare le storie che presentano quei tratti di novità richiesti anche dal pubblico. Un pubblico esigente, appunto, al quale bisogna prestare la massima attenzione sotto ogni aspetto, dalla cura editoriale alla stampa (anche in questo caso le edizioni sono diventate altrettanto preziose).

I libri che arrivano dall’estero hanno già una loro estetica e la cover internazionale diventa una prerogativa essenziale affinché il contatto con il libro (e il suo riconoscimento) sia immediato. Non si tratta di rinunciare a una funzione, quanto piuttosto di riconoscere che quella particolare veste grafica è la più adatta a veicolare i contenuti di un libro. Per questo si sceglie di allinearsi a un publishing che già esprime al meglio il rapporto fra il testo e il vestito che gli viene cucito addosso. Ormai non è infrequente trovarsi di fronte a fenomeni per cui le cover delle edizioni cosiddette “indie” funzionino da traino in virtù del successo che un libro ha già riscosso sui social prima di approdare all’editoria ufficiale. Dunque a chi ci rivolgiamo? A un pubblico che conosce perfettamente i propri gusti, che ha sempre più accesso ai testi in originale, soprattutto in lingua inglese, e che in questa sua consapevolezza deve essere tenuto in considerazione nell’intraprendere una scelta”.

Ora che abbiamo preso confidenza con le collane Draghi e Fantastica, andiamo a scoprire titolo per titolo la nostra selezione, sperando che troverete degli spunti utili per le letture della stagione invernale alle porte.


 

 

1)  Le cronache lunari di Marissa Meyer – La serie Vol. 1 e 2 (Mondadori Oscar Draghi)

Quando Marissa Meyer, all’epoca una giovane statunitense appena laureata in scrittura creativa, decise di mettere a frutto ciò che aveva imparato dapprima studiando alla Pacific Lutheran University e poi lavorando come curatrice editoriale, non dovette di certo mancarle la fantasia. Di talento ne possedeva non poco e lo aveva già dimostrato scrivendo sotto pseudonimo una fanfiction su Sailor Moon; c’era però bisogno di un’idea vincente, che arrivò quando iniziò a riscrivere le favole della tradizione in una versione postmoderna. Dopo un paio di prove con le quali si presentò ad alcuni premi letterari, nacque il suo primo romanzo Cinder, pubblicato in America nel 2012 e chiaramente ispirato alla ben nota Cenerentola. Non si pensi però a una classica fiaba riscritta in chiava romantica per un pubblico di ragazzine: l’esperimento della Meyer, audace e unico nel suo genere, intendeva guardare al mondo della fantascienza, con contaminazioni futuribili e cyberpunk. Così, all’interno delle sue storie reinterpretate in chiave neppure contemporanea, ma distopica e futurista, ai celebri personaggi delle favole si affiancano cyborg, androidi, oltre a una razza di coloni lunari che dà appunto il titolo alla serie.


 

Non sappiamo se quando scrisse le prime pagine di Cinder Marissa, all’epoca ancora ragazza, avesse in mente di creare quell’intricato e incredibile mondo al quale ha finito per dare vita, entrando nell’olimpo della letteratura fantascientifica, ma di certo la sua idea geniale deve averle cambiato non poco la vita. Cinder fu un inaspettato successo planetario, tanto che in Italia approdò pochi mesi dopo la prima edizione in lingua originale; fecero seguito negli anni successivi, con relativa costanza, Scarlet, Cress, Fairest e Winter. Per chi fosse a digiuno della serie e non abbia ancora letto neppure un titolo, anticipiamo – senza voler fare spoiler – che il secondo volume vede come protagonista una moderna Cappuccetto Rosso, il terzo è una rivisitazione di Raperonzolo che si lega ai precedenti grazie alla presenza di Cinder nella storia, il quarto sceglie come personaggio principale in maniera del tutto originale la Regina Cattiva di Biancaneve e l’ultimo prosegue con la stessa fiaba, spostando il focus proprio sulla famosissima Biancaneve.

Se da una parte Le cronache lunari si portano dietro tutto il fascino delle fiabe che ogni ragazza ha letto e conosciuto da bambina, probabilmente addormentandosi sognando il principe azzurro, dall’altra la chiave postmoderna che la Meyer riesce a dare ai romanzi li svecchia da ogni cliché ormai superato, mettendo in campo eroine al passo con i tempi, aiutate nelle loro imprese da individui – terrestri, cyborg, androidi, lunari maschi e femmine – quanto mai bizzarri, imprevedibili, misteriosi, curiosi nelle loro sembianze immaginarie. Ne escono fuori dei racconti insoliti, avvincenti e creativi, che hanno fatto il giro del mondo conquistando milioni di lettori prima di approdare nei due nuovi volumi rosa e viola della collana Oscar Draghi di Mondadori, pubblicati alla fine dell’estate. Entrambi sono stati curati da Antonella Livio e vedono la traduzione di Maria Carla Dallavalle, supportata per il primo tomo da Alessandra Sogne. Le copertine spettacolari sono invece state realizzate da un’equipe di professionisti: Barbara Di Landro è la cover design, le illustrazioni sono di Tomer Hanuka, il progetto grafico originale di Rich Deas, con ulteriori copertine interne firmate da Michael O.


 

L’idea della Mondadori è stata quella di arricchire i due volumi con alcuni inediti e contenuti extra, per rendere il tutto ancora più completo agli occhi del lettore. Nel primo grande libro fucsia sono presenti tre dei romanzi scritti dall’autrice: Cinder, Scarlet e Cress; nel secondo invece si trovano Winter e Fairest: quest’ultimo è uno scritto particolare, dal momento che è ambientato prima di Cinder – pertanto potrebbe essere considerato una sorta di prequel –, eppure in Italia fino ad oggi non era ancora arrivato. La sua presenza all’interno della serie integrale proposta nel formato Oscar Draghi è quindi un prezioso contenuto inedito. Non finisce qui, però, poiché il secondo volume ci riserva ulteriori sorprese. Al termine dei cinque romanzi compare infatti Stars Above, una raccolta composta da nove racconti, anch’essi ambientati nell’universo de Le cronache lunari e fino ad oggi introvabili in lingua italiana. Dunque è molto più di una semplice riedizione: si tratta della serie completa, come mai nessun editore aveva pubblicato fino ad oggi.


 

Ad aprire i giochi c’è una lettera – in italiano e in inglese – della stessa Marissa Meyer, che così si rivolge al suo pubblico: “Cari lettori italiani, è con grande piacere che vi do il benvenuto nell’universo delle Cronache lunari. Quando ho iniziato a scrivere Cinder, non riuscivo a immaginare se la storia di una Cenerentola ambientata in un futuro lontano e vista attraverso gli occhi di un cyborg sarebbe piaciuta ai lettori. Temevo che le persone l’avrebbero trovata un’idea fin troppo bizzarra, assurda, esagerata perfino. L’unica cosa certa era l’amore che nutrivo per questa idea e per questi personaggi. Da fan di fiabe e fantascienza, imperi malvagi e amori tormentati, ribellioni ed eroi coraggiosi che lottano per una giusta causa, mi è sempre sembrato che stessi scrivendo il mio libro del cuore. Adesso, a più di dieci anni di distanza, sapere che così tanti lettori si sono appassionati a questa storia mi procura un piacere indescrivibile. Che la serie per voi sia nuova o che stiate incontrando Cinder, Kai, Iko e gli altri personaggi per la prima volta, spero con tutto il cuore che l’avventura sia di vostro gradimento. Un caro saluto, Melissa Meyer”.      

Chiudiamo questa presentazione dei due Oscar Draghi con una postilla: si tratta senza dubbio di una letteratura che si inserisce nel filone del femminismo e ne costituisce anzi un tassello importante in un settore di nicchia come quello della fantascienza. Se è vero che la più grande pecca delle fiabe è quella di presentarci donne piuttosto deboli, dolci e romantiche, ma passive in attesa di essere salvate da un uomo e dunque figlie di un’epoca decisamente maschilista, in questi libri tutto si capovolge, in quanto le damigelle non soltanto prendono in mano il proprio destino, ma diventano delle vere eroine. Non mancano storie d’amore e momenti di passione, ma ciò che cambia è la prospettiva, da considerarsi tanto più lodevole se pensiamo che il primo romanzo è stato scritto circa dieci anni fa. Di strada da allora se ne è fatta, ma tanta ancora ne resta da fare: in quest’ottica Le cronache lunari si pongono anche come insegnamento, modello ed esempio, sia per i contenuti che divulgano sia per la figura stessa dell’autrice, la quale, inseguendo i propri sogni e credendo nel talento personale, ha trasformato una chimera in realtà, divenendo peraltro una delle più amate scrittrici a livello internazionale. Anche questa è una favola moderna – non lunare – a lieto fine.

2)  I regni di Nashira di Licia Troisi (Mondadori Oscar Draghi)

Il secondo titolo che abbiamo scelto per la collana Oscar Draghi riguarda volutamente un’autrice italiana, a dimostrazione della crescente popolarità del fantasy anche tra le scrittrici del nostro Paese, peraltro con ottimi risultati. Licia Troisi è per eccellenza la regina di questo genere: nessun’altra ha raggiunto lo stesso successo inventando mondi di fantasia, con così tante ambientazioni, figure fondamentali e intrecci narrativi da aver ben pensato di inserire all’interno del libro una chiara mappa, un indice finale di Personaggi e luoghi, un prologo e un epilogo per ciascun romanzo. Il volume, edito in un’elegante veste nera su cui spiccano scritte con disegni rossi e argentati, è uscito nelle librerie a giugno; raccoglie i romanzi che vanno a comporre la serie completa de I regni di Nashira: cinque diversi libri accorpati per la prima volta in un unico grande tomo, i cui bordi scarlatti spiccano sugli scaffali della libreria.

Per chi non conoscesse l’opera della Troisi, ricordiamo che gli scritti qui presenti sono: Il sogno di Talitha, Le spade dei ribelli, Il sacrificio, Il destino di Cetus e Nascita di un ribelle. Quest’ultimo conclude (forse per sempre, forse no) l’intero racconto, come afferma la scrittrice stessa: “Per la terza volta, nella mia vita, mi ritrovo a chiudere una saga. È vero che le mie chiusure non sono mai definitive, e che a volte mi piace tornare sul luogo del delitto, ma sento che per ora anche questa storia è giunta al suo compimento”. In realtà non è proprio così, in quanto Nascita di un ribelle si differenzia dagli altri per il fatto di essere una sorta di spin off, che vede protagonista non più Talitha, bensì uno schiavo femtita rimasto senza padrone; l’ambientazione è tuttavia ancora una volta quella di Talaria e ci sono non pochi collegamenti con la trama principale. Da sottolineare il fatto che fino ad oggi il racconto era reperibile solo in formato digitale ed è dunque in parte un contenuto inedito.


 

Volendo raccontare brevemente ciò che vi ritroverete a leggere, senza troppe anticipazioni, possiamo dire che I regni di Nashira sono quattro, corrispondenti alle stagioni dell’anno. La protagonista femminile di questa storia che ha appassionato moltissimi lettori è Talitha, figlia del conte Megassa, la cui vita cambia drasticamente in peggio alla morte della sorella Lebitha: le due giovani erano molto legate ed è quindi proprio a lei che la defunta lascia un messaggio segreto a proposito di un’imminente catastrofe da scongiurare. Da questo momento in poi le giornate tristi e noiose di Talitha assumono una piega avventurosa, poiché la nostra eroina non si tirerà indietro di fronte a nulla pur di scoprire la verità e salvare il suo mondo. Con lei, è sempre presente lo schiavo femtita Saiph: i due diventano a mano a mano inseparabili, ma alla fine del primo volume la Troisi lascia il suo pubblico in sospeso facendogli rischiare la vita. A caratterizzare tutte le storie sono le grandi battaglie, le fughe rocambolesche, la magia strategica per vincere o soccombere, le apocalissi da scongiurare: queste ultime fanno più volte pensare a un messaggio rivolto alla nostra civiltà, specie in quel susseguirsi ciclico di tragedie che talvolta si ripetono per via degli stessi errori commessi tanto dagli uomini al comando, quanto dalle masse di ribelli. Non mancano quindi adrenalina, pathos, ritmo avvincente e amore, in questa grande epopea che si sviluppa tra viaggi incantati e guerre epiche.


 

Raccontandosi in un’intervista al blog Warlandia.it, Licia Troisi svela a proposito del suo metodo di lavoro: “A volte nascono prima i personaggi, a volte i mondi che li ospitano. Le idee mi vengono un po’ di continuo, iniziano come delle ossessioni che pian piano crescono per accumulo di elementi, fino a quando non fanno massa critica e sento il bisogno di ordinarle in una trama. Certo, molti miei personaggi risentono di personaggi altrui che ho amato; nello specifico, per le psicologie mi ispiro più ai libri e ai fumetti che alle persone vere, a parte gli elementi autobiografici che a volte metto nelle mie protagoniste”. A tal proposito vale la pena ricordare che, prima ancora di essere una scrittrice, la Troisi nasce come astrofisica, per cui spesso attinge dalle sue conoscenze scientifiche, unite a una fervida immaginazione, per dare forma a pianeti, avventure, popoli ed elementi magici. I regni di Nashira arrivano nelle librerie dopo altri Oscar Draghi che Mondadori ha dedicato alla regina dal fantasy italiano, tra cui ha un ruolo centrale tutta la saga del Mondo Emerso, considerata la sua opera più celebre. 


 

3)  Babel di R.F. Kuang (Mondadori Oscar Fantastica)

Il primo titolo che proponiamo per la collana Oscar Fantastica è una recente pubblicazione giunta nelle librerie a fine agosto e molto promossa da Mondadori. Sui social network e nei media se ne è iniziato a parlare ben prima che divenisse disponibile: d’altra parte il bestseller della Kuang, una ragazza prodigio, ha già conquistato il mondo intero ed è stato definito da Alix E. Harrow “brillante, feroce, sensibile, epico e intimo; è sia una lettera d’amore che una dichiarazione di guerra. È un libro perfetto”. Con queste premesse non poteva che avere un grande successo anche in Italia, dove si è occupata della traduzione Giovanna Scocchera. Scrive nella sua nota all’inizio del volume: “Quando ho ricevuto la proposta di tradurre un romanzo fantasy sulla traduzione, ammetto di non essermi concessa neanche un secondo per pensare a una risposta che non fosse affermativa. Non sapevo che la traduzione, oltre a essere il tema centrale della storia, ne sarebbe stato anche il motore, un meccanismo a orologeria fatto di innumerevoli ingranaggi”. Babel è infatti un’opera viva, nel senso che entra in contatto con il lettore in maniera profonda, lo rende attivo e partecipe, chiedendo la sua collaborazione affinché la storia proceda e venga pienamente apprezzata.


 

Di che cosa parla, dunque, questo romanzo alquanto particolare, che nella collana Oscar Fantastica si presenta in una veste pregiata, accattivante, lodevole essa stessa per la capacità di fondere contenuto e contenitore in un’unica opera d’arte? Il protagonista è Robin Swift e, come nella migliore delle tradizioni fantasy, è un orfano affidato a un misterioso tutore che a un certo punto della sua vita si ritroverà a dover lottare contro un intero impero. Babel è l’illustre Royal Institute of Traslation presso l’Università di Oxford, il che ci permette di capire quanto anticipava poco sopra la Scocchera: la traduzione è il fulcro della trama e viene esplorata sia nelle sue potenzialità che nelle mancanze, in quanto porta inevitabilmente con sé – per ciò che rappresenta e per il ruolo che svolge – un atto di tradimento. Ecco allora che Babel ci appare già come un metalibro, ovvero uno di quei romanzi che non si limitano a raccontare i fatti, ma aprono una discussione attorno al modo stesso con cui questi fatti vengono tramandati, attorno cioè alla loro comunicazione. A complicare ancora di più le cose ci sono i due livelli di note a piè di pagina che l’autrice inserisce nel testo, ognuno dei quali contiene un punto di vista diverso: interno ed esterno alla storia.


 

Di base l’idea della Kuang è quella di dare potere e valore alle parole, attraverso un romanzo che, come spiega bene Giovanna Scocchera, “vuole spiegare, vuole svelare, vuole restituire dignità e importanza al lavoro della traduzione e dei traduttori”; non è però tutto qui, perché nel sottotitolo possiamo leggere Una storia arcana: comprendiamo allora che il passato da cui si parte per avventurarsi nel mondo del sapere e della conoscenza non è semplicemente l’ambientazione di Oxford nel 1836, ma si colloca in realtà molto prima e va ricercato nell’ambito dell’ancestrale. Ha scritto The Guardian a proposito di Babel: “È un’opera fantastica, a tratti commovente e feroce, con un finale che fa tremare i muri”. E qui ci fermiamo per non svelare troppo al lettore curioso, che dovrà scoprire da sé cosa si nasconde all’interno di questo stratosferico romanzo a più livelli di comprensione.

Si tratta senza dubbio dell’opera più ambiziosa di R.F. Kuang, autrice di origini cinesi trasferitasi da bambina negli Stati Uniti; affermare ciò significa elevare Babel su un piano superiore rispetto alle numerose opere fantasy in commercio, dal momento che quanto è stato scritto e pubblicato dall’autrice finora rappresenta già un traguardo notevole. A soli diciannove anni la Kuang, che oggi è appena ventisettenne, aveva già venduto i diritti del suo primo grande lavoro La guerra dei papaveri, capitolo iniziale di una trilogia fantasy di successo proseguita con La repubblica del Drago e La dea in fiamme (Mondadori, 2020). Anche in questo caso protagonista della serie era un’orfana, con la differenza che l’elemento fantastico veniva affidato al potere oppiaceo dei papaveri e al dono potente che essi risvegliavano in lei. La saga è stata in testa alle classifiche di genere per mesi in tutto il mondo, ma aveva una struttura più lineare che non ha nulla a che vedere con Babel. Questa volta gli intrighi si moltiplicano e starà al lettore seguirli senza perdersi nei meandri della trama. In un certo qual modo potremmo dire che la lettura di Babel è un’avventura nell’avventura.

Un altro elemento degno di nota che caratterizza questo libro è la vastità e l’eterogeneità dei temi trattati, pur usando sempre un linguaggio semplice arricchito di elementi magici: colonialismo, razzismo, tradimento o fiducia, il tema centrale della traduzione con il concetto di metatesto, il potere e ovviamente la lotta necessaria per raggiungere i propri obiettivi. Tutto questo e molto altro è presente all’interno di un unico romanzo di genere che insegna senza mai risultare accademico, guardando quindi ai fantasy della tradizione (quando la creazione di mondi paralleli non era mai fine a sé stessa, ma rappresentava quasi sempre una forma di critica sociale).


 

Ha raccontato l’autrice in un’intervista a CinaOggi: “Mi è sempre piaciuta la scrittura creativa, ma non ho mai ricevuto alcuna formazione formale prima di scrivere il mio primo romanzo, in parte perché io e i miei genitori eravamo entrambi terrorizzati dal fatto che non avrei potuto avere alcuna prospettiva di carriera in questo campo. Quando ho preso un anno sabbatico nel 2015-2016, improvvisamente ho avuto molto più tempo, perché non avevo i compiti da fare dopo il lavoro. Ho quindi scaricato Scrivener (un’app di elaborazione testi con un sacco di grandi funzionalità per gli scrittori) e ho impostato l’obiettivo di scrivere 2000 parole al giorno. Tre mesi dopo ho avuto pronto il mio primo manoscritto”. Abbiamo estrapolato questo segmento specifico poiché ci sembra significativo di come si stia evolvendo il “mestiere” dello scrittore per le nuove generazioni nell’epoca del digitale. Non più scuole di persona come un tempo, ma app multifunzionali che un domani con tutta probabilità verranno sostituite da intelligenze artificiali sempre più efficienti. Che sia un bene o un male per la scrittura resta ancora da vedere, sta di fatto che Babel rappresenta un’unicità anche per il modo in cui è stato concepito e per il percorso che l’autrice ha intrapreso per avvicinarsi al mondo della scrittura.

4)  La stirpe della gru di Joan He (Mondadori Oscar Fantastica)

Tra i libri più belli che siano stati pubblicati negli ultimi anni dal punto di vista estetico e della cover, La stirpe della gru ha attirato la nostra attenzione dagli scaffali delle librerie – come probabilmente anche quella di migliaia di lettrici – grazie allo spettacolare disegno di fiori, gru e una donna che si incammina con una lanterna nell’oscurità presente in copertina. A differenza degli altri titoli qui proposti, questo è stato pubblicato non nel 2023 bensì nel 2021, a dimostrazione del fatto che alcuni libri raggiungono un successo stabile e duraturo, continuando a vendere anche molto tempo dopo la prima edizione. Si è occupato della traduzione Gabriele Giorgi, amando sin da subito questo appassionante romanzo che fonde il genere storico con quello fantasy. Ne è autrice Joan He, la quale grazie a La stirpe della gru ha esordito con grande successo nel panorama internazionale seguendo le sue vocazioni: pur essendo statunitense di Philadelphia, infatti, la He ha sempre sentito il richiamo dell’Est, tanto che si è laureata in Psicologia e Lingue e culture dell’Estremo Oriente. Non è dunque un caso se il suo primo libro è ambientato nella città imperiale del regno di Yan e la protagonista è la principessa Hesina di Yan, la stessa rappresentata nella cover della collana Oscar Fantastica di Mondadori.


 

Questo libro piacerà sicuramente a chi subisce il fascino dei re e delle regine, con tutto quanto ruota loro attorno. La giovane donna si ritrova a capo di un importante regno quando il padre muore improvvisamente, assassinato da un nemico senza volto. Sebbene Hesina non abbia mai sognato il potere e le mura della corte imperiale le stiano strette, non può sottrarsi né alla volontà di scoprire la verità attorno alla scomparsa dell’amato genitore, né alla responsabilità di guidare un territorio instabile, dal cui governo dipendono molte vite. È quindi in questa maniera imprevista e non voluta che ha inizio la grande avventura di Hesina, una donna sola al governo, insignita di un immenso potere ma circondata da maldicenze, spie, pericoli. Nessuno, neppure lei, può sapere se ad organizzare la congiura sia stato il vicino regno di Kendi’a, già pronto alla guerra, oppure qualche traditore a palazzo, o addirittura i membri della sua stessa famiglia. Hesina non sa come districarsi in questo puzzle di falsità e doppie maschere, ma desidera a tutti i costi scoprire la verità. È così che, infrangendo tutte le leggi e mettendosi in grave pericolo, decide di ricorrere alla magia, bandita ormai molti secoli addietro. Si dirige dalla veggente conosciuta come il Giaggiolo argenteo e da quel momento in poi segue le sue indicazioni alla lettera. La porteranno ad avere a che fare con i bassifondi e con un delinquente pieno di segreti, eppure la magia si rivelerà la sua unica luce nel buio…


 

La terra recava anche le cicatrici del passato. Pietre tombali apparvero al lato della strada mentre, alla fine della settimana, si avvicinavano alla Gola Tricentia. I livelli delle acque si erano ritirati sotto il regno degli Undici, ma la gola – a cui i miti attribuivano la profondità esagerata di mille li, circa trecento miglia, da cui il nome Tricentia – in passato si allagava due volte all’anno, annegando decine di migliaia di persone alla volta. Il mattino dell’attraversamento, perfino le guardie più tenaci di Hesina saltarono la colazione. Le loro facce erano bianche quanto le rapide sottostanti non appena lasciarono l’oscillante ponte di bambù”. Questo breve passo condensa in sé la piacevolezza dello stile fresco e al contempo ricco di dettagli, le atmosfere surreali che descrivono luoghi incantati, l’avventura e il pericolo presenti in ogni pagina del libro, il coraggio di Hesina ma anche la fedeltà delle sue guardie, poiché non tutti alla corte sono traditori. Si tratta solo di scoprire di chi ci si può fidare, sebbene non sia affatto facile… Il lettore resterà con il fiato sospeso fino alla conclusione, quando ogni dubbio verrà sciolto ed Hesina sarà ormai diventata una delle sue protagoniste preferite.  

5)  La ragazza che cadde in fondo al mare di Axie Oh (Mondadori Oscar Fantastica)

Ultimo libro, ultima meraviglia. Colori pastello, bordi dai motivi naif e una dolce ma triste figura femminile che sfuma nel mare azzurro sono gli elementi caratterizzanti la veste grafica internazionale di La ragazza che cadde in fondo al mare, pubblicata in Italia da Mondadori nella collana Oscar Fantastica. Apparsa nel nostro paese quest’anno con la traduzione di Egle Costantino, questa favola fantasy ha conquistato migliaia di lettrici e – come sempre – il popolo del web/social network. Si tratta, infatti, di un racconto romantico ma al contempo intenso, che si declina in un’ottica femminista. Protagonista della storia è una ragazza forte, coraggiosa, dal cuore tenero e solidale, che dovrà affrontare molte disavventure e non pochi ostacoli per salvare il proprio popolo. A differenza degli altri romanzi sopra proposti, qui la principale ambientazione è prettamente marina: dai fondali del Regno degli Spiriti alle spiagge dorate, dalle temibili tempeste dell’oceano in furia al luogo in cui “dorme” il Dio del Mare, ormai incapace di compiere il suo dovere, a meno che non venga risvegliato…


 

Dunque un romanzo che ci pone sin dalle prime pagine a contatto con la natura, catturandone tutta la magnificenza, la bellezza, ma anche la violenza selvaggia. La trama vede protagonista la graziosa Mina, che ben presto darà dimostrazione di quanto impavido sia il suo cuore. Traendo probabilmente spunto dalla leggenda del Minotauro di Creta, l’autrice Axie Oh immagina un mondo in balia della forza oscura del Dio del Mare, che scatena sul regno uragani e catastrofi, a meno che non venga placato con il sacrificio di una fanciulla all’anno gettata tra le onde. Il richiamo alla leggenda del re Minosse e del suo mostruoso figliastro è esplicito, sebbene in questo caso venga richiesta una sola vittima, di sesso femminile. Ora a rischiare la morte è la bellissima Shim Cheong, fidanzata con il fratello di Mina Joon; tuttavia, la famiglia è troppo unita per permettere una simile tragedia: Joon non indugia un attimo prima di seguire la propria amata, pur sapendo di andare incontro lui stesso a morte certa, e a sua volta Mina, molto legata al fratello, prende la decisione di gettarsi tra le onde al posto di Shim, per salvare entrambi. Se questo sarebbe dovuto essere il finale drammatico della storia non lo sarà affatto, poiché da qui in poi inizieranno tutte le avventure magnifiche e incredibili di Mina, che scoprirà un Dio del Mare dormiente ostaggio del Regno degli Spiriti e sfiderà i suoi nemici pur di riportarlo alla vita e alla consapevolezza.


 

Si tratta di un fantasy dalla lettura scorrevole e spigliata adatto anche a chi si sta approcciando per la prima volta al genere, nonché di una storia che cela in sé non poche metafore della vita e della morte, dell’amore, dei valori da considerarsi importanti per l’umanità. In questo senso lo si potrebbe definire educativo, motivo per cui ha avuto un grande successo anche tra i giovanissimi ed è stato scelto come oggetto di numerosi gruppi di lettura. Si riconosce inoltre l’influenza delle anime giapponesi, tanto che la ragazza in copertina mostra per l’appunto sembianze orientali: ciò deriva dalla passione della giovane Axie Oh per i fumetti e le anime (di cui è anche autrice), per la mitologia e ovviamente per il fantastico. “Ho iniziato a scrivere questo libro quando ho trovato sul web un annuncio in cui stavano cercando opere legate al genere fairy fantasy, che è da sempre il mio preferito. Mi sono messa subito al computer ed ero talmente presa dalla storia che i primi capitoli sono venuti troppo lunghi. In seguito completare l’intero libro è stato piuttosto veloce, molto divertente e alla fine dell’estate era già pronto. A dire la verità ci è voluto più tempo per fare gli editing successivi e poi per riuscire a venderlo che per scriverlo. Penso però di poterlo definire in assoluto il libro del mio cuore” ha dichiarato Axie Oh in un’intervista sul web in inglese.

Da segnalare una particolarità: la cover, per essere apprezzata del tutto, va aperta completamente, togliendo il volume dal suo involucro. Solo a questo punto scoprirete una seconda copertina nascosta all’interno di quella esterna, altrettanto bella e romantica, in modo da poter scegliere se usare la prima o la seconda versione in base ai vostri gusti personali.   


 

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