Chiara Ferragni, tutti i giornaloni ai suoi piedi: il catalogo delle lodi

Prima del pandoro-gate in tv, sui giornali, per non parlare dei social una vera e propria celebrazione dell'influencer

Di Redazione Cronache
Chiara Ferragni come Sharon Stone in Basic Instinct
Libri & Editori

Chiara Ferragni, tutti i giornaloni ai suoi piedi. Ecco il catalogo delle lodi prima del pandoro-gate

Chissà cosa diranno, ora, dopo lo scoppio del “pandoro-gate”, i giornaloni che fino a qualche giorno fa osannavano Chiara Ferragni. Sì perché l’influencer da oltre 29 milioni di followers non è sempre stata bombardata di messaggi e commenti negativi, specialmente dalla carta stampata. Tanto che un vero e proprio catalogo delle lodi rivolte all’imprenditrice digitale negli ultimi anni, si può ricavare dalla nuova edizione della biografia non autorizzata “Essere Chiara Ferragni” di Federico Mello (edito da Aliberti).

LEGGI ANCHE: Pandori Ferragni, la Procura apre un fascicolo (senza reati o indagati)

LEGGI ANCHE: Ferragni, l'assist di Lucarelli a Meloni. L'attacco ai salottini di sinistra

Di seguito un estratto, pubblicato da Dagospia: 

"A un certo punto il racconto pubblico sul fenomeno Chiara Ferragni ha cambiato di tono. Ciò che era in gran parte gossip è diventato una messa cantata. Là dove c’era osservazione è rimasta solo esaltazione. Mentre prima c’era discussione, da un preciso momento in avanti qualsiasi critica è stata bandita: il “fenomeno Ferragni” ha avuto un’accelerazione verticale di tale entità, da spedirla direttamente nell’iperuranio delle storie perfette.

In tv, sui giornali, online ovviamente, per non parlare dei social. In questa celebrazione pubblica, in questo trionfo mediatico, tutti i paragoni possibili sono stati abusati, ogni aggettivo superlativo è stato saccheggiato. Ma tanto in alto ha voluto continuare a salire il coro, che a un certo punto gli strumenti ordinari dell’encomio non sono stati più sufficienti ed è stato necessario salire ancora, appellandosi alle categorie dell’ultraterreno: quelle del mito, del sacro e del divino. Vanity Fair per esempio ha ritratto la Ferragni come una Madonna con bambino. Si tratta di una rielaborazione di un dipinto del Seicento di Giovanni Battista Salvi, detto il Sassoferrato. L’opera è stata realizzata dall’artista Francesco Vezzoli, grande fan dell’influencer e direttore per un numero speciale della rivista. “Madre figlio e spirito social” il titolo nelle pagine interne che ospitano un’intervista alla Ferragni del direttore di Vanity Fair Simone Marchetti. Marchetti risulta a tratti un lucido commentatore di questo fenomeno (nonché unica voce critica nel documentario Unposted dove definisce gli influencer “pagine pubblicitarie viventi”). Scrive infatti il direttore nel prologo della sua intervista:

«Solo il futuro ci restituirà il significato di questa Madonna della cultura e del consumismo contemporanei». Anche se è vero, aggiunge, che: «Chiara è il Medioevo tecnologico che tutti stiamo attraversando in attesa di un Rinascimento». Parlando di lei, oltre all’appellativo di “Madonna”, l’accostamento alla “divinità” sembra il più corretto: «Della sua divinità si è già detto tutto: preghiere e bestemmie, lodi e anatemi». Questa intervista non è certo un caso isolato: lo stesso Vanity Fair coltiva un vero e proprio culto per Chiara Ferragni e il marito Fedez, tanto che da tempo li ospita in copertina almeno una volta l’anno (spesso due). A fine 2020, in particolare, Chiara e Fedez si prendono la cover come “Personaggi dell’anno”, con la seguente didascalia: «Amati o criticati di certo hanno fatto la differenza. Con loro celebriamo 20 donne e uomini che nel 2020 hanno acceso una luce per il futuro del nostro Paese».

Dopo di loro, nel servizio, Papa Francesco, Giuseppe Conte e le scienziate che per prime hanno diagnosticato e isolato il Covid-19 in Italia. Vanity non è certo un’eccezione. Stessa definizione, “divinità”, è stata usata dal prestigioso museo degli Uffizi di Firenze, in seguito ad una visita dell’influencer:

«Ai giorni nostri l’italiana Chiara Ferragni, nata a Cremona, incarna un mito per milioni di followers, una sorta di divinità contemporanea nell’era dei social». Toni non dissimili quelli di un lungo articolo del Foglio dell’aprile 2021 intitolato: “Santa Chiara dei miracoli”. Nel pezzo si spiega che Chiara Ferragni può “mobilitare le masse” come non riescono più a fare i partiti politici: «Tre anni fa lo faceva in un modo preciso, circoscritto a un ambito: la moda. Adesso i modi sono molteplici e gli ambiti pure: su qualsiasi cosa prenda la parola, non sposta solo l’opinione pubblica, ma ottiene risultati concreti».

Perciò: «È la politica ad avere bisogno di lei, impiegandola come garante: se lei si fida di me, potete farlo anche voi». Insomma, Chiara come una sorta di tribuno del popolo, una “signora dei miracoli” che è anche: «Regina Mida, ricostituente, vitamina, amica, sorella, esempio». Anche per il magazine online “Rivista Studio”, l’influencer si erge come nume tutelare del popolo, anzi precisamente viene definita una “principessa del popolo” peraltro “completamente priva di ombre” in quanto il suo stato regale «se l’è costruito lei stessa, e con cura, scrivendo di suo pugno le regole del gioco». Opinione non dissimile per l’intellettuale e scrittrice impegnata Chiara Valerio che su Repubblica ha attribuito una sorta di ruolo costituzionale all’influencer e al marito: la coppia, a suo dire, sarebbe capace di tutelare la Repubblica anche solo postando stories su Instagram: «Ferragni e Fedez attraverso gli annunci riescono a raddrizzare le storture del nostro quotidiano democratico» scrive Valerio.

Il Corriere della Sera, il 25 aprile del 2021, giorno della Liberazione, si è occupato di Chiara in prima pagina: “Valeri, Ferragni e le altre eroine che hanno fatto I’Italia”. Lo spunto è un libro di Aldo Cazzullo che contiene vari profili di donne italiane: “Centenarie, ragazze, attrici, potenti, di parola, eroine”. All’interno si fanno alcuni esempi, come Franca Valeri che affida a Cazzullo dei ricordi personali.

Non manca il supplemento del giornale di via Solferino, “Economia Corriere” che si è occupato più volte della star di Instagram dedicandole varie copertine. In una di queste, nel marzo 2018, la fashion blogger compare in un trio, definito “Futuro Italia”. Al centro della composizione Mario Draghi, alla sua destra la stessa Ferragni, a sinistra lo stilista Giorgio Armani.

Nello stesso periodo aveva fatto molto scalpore la nomina dell’influencer nel Consiglio di amministrazione del gruppo del lusso Tod’s. Come avvenuto in occasioni simili, l’operazione Ferragni aveva portato il titolo ad un balzo in borsa, tanto che così il Sole 24 ore aveva riferito la notizia: «Il tocco da Regina Mida che può servire (anche) a Tod’s». La Stampa di Torino aveva parlato invece dei «Miracoli di Chiara Ferragni, l’influencer che fa volare la Borsa». Ma forse, più interessante ancora della risposta del mercato azionario, è la motivazione con cui Tod’s aveva spiegato la scelta: «Ritenendo sempre più importante occuparsi di impegno sociale, della solidarietà verso il prossimo e della sostenibilità nel rispetto dell’ambiente e del dialogo con le giovani generazioni, Tod’s nomina Chiara Ferragni membro del consiglio di amministrazione.  Siamo certi che la conoscenza di Chiara del mondo dei giovani, unita all’esperienza dei membri del cda possa costruire un gruppo di pensiero dedicato a progetti focalizzati alla solidarietà verso gli altri, con forte attenzione al mondo giovanile che, mai come in questo momento, ha bisogno di essere ascoltato».

Chiara dunque non solo icona social, ma piuttosto testimonial “dell’impegno sociale”, della “solidarietà” e perfino “del rispetto dell’ambiente”. L’influencer non aveva mostrato timori ad accettare questa nuova sfida: «Unirmi al gruppo Tod’s significa dare voce alla mia generazione con una delle eccellenze dell’Italia nel mondo». Intanto la fashion blogger aveva aggiunto al suo palmares due riconoscimenti civili molto prestigiosi. Da una parte l’Ambrogino d’oro, ovvero la massima onorificenza con cui la città di Milano premia i suoi cittadini illustri. La medaglia d’oro va ai due Ferragnez in quanto:

«Influencer, imprenditori, intrattenitori. Impossibile ridurre a una definizione questa coppia che raggiunge oltre 33 milioni di follower. Durante la prima fase dell’emergenza sanitaria, hanno messo la loro notorietà a servizio della lotta al Covid-19 per provare a lenire le ferite della loro città. Con un racconto ironico sulla vita da famiglia milanese in quarantena, hanno sensibilizzato sull’importanza di osservare le regole per contenere il contagio. Con altruismo unito al senso pratico, hanno lanciato una raccolta di fondi per l’ampliamento a tempi record del reparto di terapie intensive dell’Ospedale San Raffaele. A questo risultato straordinario si aggiunge l’impegno come volontari dell’iniziativa “Milano Aiuta”, preparando la spesa e pedalando per la città per consegnare cibo alle famiglie in difficoltà, hanno mostrato quanto sia importante, anche con gesti semplici, porgere la mano ai più fragili, nel senso di un autentico spirito ambrosiano».

Nello stesso periodo, a cavallo delle prime due andate del Covid, è la sola Ferragni a ricevere dalle mani del sindaco di Venezia la massima onorificenza della città sulla laguna, il “Leone d’oro”. Nella motivazione si legge che il premio è assegnato: «Per l’impegno civico dimostrato per l’Italia in questo periodo di emergenza ricordando a tutti le bellezze di cui l’arte, la cultura e la tradizione italiana sono ricche, e per aver scelto la città di Venezia come tesoro da far conoscere al suo pubblico internazionale».

Ci si riferisce al fatto che l’influencer e la sua famiglia hanno passato le vacanze dell’estate 2020 in Italia, toccando varie località, da Roma alla Puglia, passando per Venezia e la Liguria, avevano documento la loro vita esclusiva come al loro solito. Questo per esempio un report su alcuni dei loro spostamenti pubblicato da People, rubrica del Tgcom24: lei e Fedez si sono geotaggati al Colosseo e in Piazza San Pietro. Lei indossava una tuta Philosophy e una borsa Bottega Veneta. Poi cambio d’abito con un minidress Zara [...]. Qualche giorno prima la coppia era alle Cinque Terre, in Liguria: a Manarola ha fatto il pesto con la t-shirt Dior, poi un giro in barca col costume Calzedonia, colazioni con vista e colorate sneaker Chanel. “Visit Liguria” sottinteso in tutte le immagini. Persino il governatore Toti ha speso per lei parole di encomio e di ringraziamento». 

Altro miracolo di Chiara, dunque: basta che un “Visit Liguria” sia sottinteso per ricevere il plauso delle autorità locali. Quanto riportato, ovviamente, è solo una piccola parte delle manifestazioni di febbre da Ferragni che ha travolto l’Italia. Ma anche senza dover citare le altre migliaia di articoli, chiacchiere tv, post e tweet che vengono pubblicati ogni giorno su ogni più piccolo fatto circondi l’universo Ferragnez; senza entrare nel merito della telefonata del presidente del Consiglio Giuseppe Conte (che durante la pandemia chiamò i Ferragnez per chiedere loro un’intercessione nei confronti dei giovani e responsabilizzarli all’uso della mascherina), per completare questa carrellata è forse utile riportare altri due commenti rilevanti sul suo conto. Il primo è quello di Natalia Aspesi di Repubblica, giornalista, saggista, da decenni punto di riferimento nel nostro Paese in termine di costume, moda, cinema, nonché donna con una spiccata sensibilità femminista. Ebbene, per l’uscita (nel settembre 2019) del documentario Chiara Ferragni Unposted, pellicola che celebra i trionfi dell’influencer, Aspesi aveva intervistato su Repubblica la regista del documentario, Elisa Amoruso.

Il film, presentato alla mostra del cinema di Venezia, era stato stroncato dalla critica, a cominciare dal decano dei critici italiani, Paolo Mereghetti, che sul Corriere della Sera aveva parlato di un’operazione in stile “coreano” (“Non è cinema, è propaganda, di quelle che pensavamo adatte a Kim Jong-un e non a una Mostra d’Arte Cinematografica”). Aspesi, invece, nel film ha visto tutt’altro.

«“A star is born!”. È nata una stella? Del cinema si intende, perché la protagonista di questo documentario, Chiara Ferragni Unposted, è già molto di più, un’intera costellazione, contando 17 milioni di appassionati, detti orribilmente follower. Ma il cinema ha altre esigenze, è più selettivo: eppure lei, Chiara Ferragni, in queste riprese è bella tutta, non recita, è molto semplice, anglo-americano perfetto, già la si può immaginare dolce creatura in un remake di La Bella e la Bestia, incantevole assassina in un nuovo Basic Istinct, erede incantatrice di Wonder Woman. Di lei sappiamo già tutto da almeno 10 anni, anche non frequentando il regno fatato di Instagram». Oltre a queste parole di plauso, all’interno dell’intervista a fare scalpore è un’affermazione della regista Amoruso. Parlando dell’impegno di Chiara come influencer, lo definisce un lavoro duro “come quello di un operaio”. Dice precisamente:

«Il suo è un lavoro durissimo, da operaio, glielo assicuro, cambiarsi decine di volte al giorno e fotografarsi, essere sempre perfetta. Io la seguivo e mi sentivo affranta, invece lei sempre fresca, sempre gentile, sempre educata». È interessante vedere anche come Amoruso spiega il successo del fenomeno Ferragni: «Penso che la gente sia molto sola, che abbia bisogno di partecipare anche virtualmente a vite altrui per sentirle amiche. Per sognare, per imparare. In questo senso credo che la vita e il lavoro di Chiara diano anche un’immagine di educazione, gentilezza, serenità, impegno. Dove non esistono rabbia, insulti, razzismi, crudeltà, maledizioni, che quotidianamente ci sommergono». Il mondo della Ferragni si trasfigura quindi in una città di Utopia. Un mondo di “educazione, gentilezza, serenità, impegno” dove “non esistono rabbia, insulti, razzismi, crudeltà, maledizioni”. Sembra un paradiso a metà tra il sogno pacifista di John Lennon in Imagine e l’approdo alla società comunista profetizzato da Karl Marx («Ogni uomo potrà fare oggi questa cosa, domani quell’altra, la mattina andare a caccia, il pomeriggio pescare, la sera allevare il bestiame, dopo pranzo criticare, così come mi vien voglia»).

Ma c’è un’ultima voce delle mille unitesi al sonito che per completezza va ricordata. È quella della conduttrice tv e show girl Simona Ventura. Per l’undicesimo anniversario della fondazione del blog di Chiara Ferragni “The blonde salad”, Rai2 organizza una “serata evento” dal titolo “Fenomeno Ferragni”. Il programma prevede la messa in onda del documentario Unposted seguito da un’intervista fiume di Simona Ventura alla nota influencer. Ebbene, nell’introduzione è la stessa Ventura a spiegare, forse con una punta di provincialismo, che Chiara Ferragni è arrivata un gradino sopra Steve Jobs:

«Una ragazza che in soli dieci anni ha cambiato non solo il mondo della moda ma anche quello dei media e del business». Detto in poche parole si tratta di: «Una donna che ha capito che i tempi erano maturi per generare una vera e propria rivoluzione mediatica. Che l’ha portata a soli trent’anni a diventare la persona più influente al mondo».

Tags:
ferragnipandoro